Cannibal Holocaust

Cannibal Holocaust



Better to rest in peace in the warm body of a friend than in the cold ground
“Cannibal Holocaust” è più che un titolo brillante, è più che un’abile mossa commerciale ed è più che un film di genere. Ruggero Deodato con questa pellicola entra nella storia del cinema, creando polemiche, shoccando il pubblico, ma soprattutto portando un messaggio importante. Perché prima di tutto “Cannibal Holocaust” è un’accusa nei confronti dei media e delle falsità che spesso producono e propongono al pubblico, che rapportato all’anno di uscita, è proprio un messaggio forte.
Poi è vero tutto il resto, “Cannibal Holocaust” è un’abile mossa di un regista che vuole (e ci riesce) creare un film che sembri reale, che sembri uno “Snuff Movie”. E per farlo Deodato ci mette molto impegno, innervosendo realmente la troupe durante le riprese, utilizzando tribù vere, filmati di esecuzioni e due/tre trucchi artigianali, che fanno passare per reali shoccanti scene, come quella dello stupro o dell’impalamento di un’indigena.
Evidentemente non ancora contento, pensa anche a far sparire gli attori dalla circolazione durante il lanciCannibal Holocausto della pellicola. Robert Kerman, noto attore porno americano e interprete anche di diversi film di genere italiani, Salvatore Basile, altro interprete di film e serie TV e Luca Barbareschi (che se non fosse più ricomparso sarebbe stato meglio per il cinema italiano) sono i nomi più noti e i protagonisti oltre che del film, anche dell’astuto piano di Deodato, che però non funziona fino in fondo. Infatti “Cannibal Holocaust” esce in Italia, nel febbraio 1980 e tempo due mesi scoppia un enorme scandalo. Il regista è accusato praticamente di tutto, dal maltrattamento degli animali, alla violenza, passando per l’omicidio e per aver creato un’opera contraria al buon costume e alla morale.
La pellicola viene tolta dalle sale e Deodato fa ricomparire i protagonisti. Evita il carcere, si becca una multa e deve aspettare qualche anno prima che la Cassazione riabiliti la sua opera. Un clamore che stranamente non porta fortuna al film, rivalutato e apprezzato soltanto in epoca recente.

Ventotto anni dopo la sua uscita si parla sempre spesso di questo film, un precursore dei tempi, un film d’accusa, astutamente realizzato. Il lavoro di Deodato ha davvero la parvenza di essere reale, grazie alla pellicola graffiata in Cannibal Holocaustcerti punti (a mano ovviamente), grazie alle tecniche di ripresa a mano e a certi momenti nei quali è visibile l’isteria degli attori e le battute in lingua originale. Un film pieno di scene che hanno fatto la storia, tra le quali citiamo nuovamente la scena dello stupro, dell’impalamento (che ha spaventato sul serio l’indigena protagonista) e quella dell’esecuzione della donna incinta, interpretata, si dice, ma Deodato ha poi smentito, dalla costumista in quanto le indigene si rifiutarono. A tutto ciò va aggiunto anche l’unico aspetto che ci sentiamo di criticare, cioè l’uccisione, a volte barbara, di diversi animali. Ne fanno le spese, un maialino, colpo di pistola alla testa, una tartaruga squartata, un paio di scimmie decapitate, la cui morte pare abbia provocato il decesso per il dispiacere di altre scimmiette che erano lì come riserve.

Quattro documentaristi della BDC, popolarissimi e amatissimi, si recano in Amazzonia per girare un documentario sulle popolazioni cannibali. I quattro scompaiono, di loro non si hanno più notizie. La BDC manda il Prof. Monroe alla ricerca del gruppo, il quale, aiutato da una guida (molto Indiana Jones) inizia il suo girovagare tra la foresta e le tribù, finendoCannibal Holocaust in mezzo a battaglie e riti tribali, piuttosto pesanti. Casualmente rinviene i corpi dei quattro documentaristi, conciati male ma con la cinepresa e il girato ancora intatti. Tornato in patria, Monroe, riceve l’incarico di visionare i filmati. i quali rivelano le violenze, gli omicidi, gli stupri, le torture e infine la distruzione di un villaggio, fatte dai quattro per creare un documentario di sicuro impatto. Solo che a un certo punto le tribù hanno perso la pazienza. E buon appetito!

Girato in Colombia, il film è strutturalmente diviso in due parti. La prima è relativa al viaggio del professore, “The Last Road To Hell“, che le note del sito ufficiale vogliono sia stato girato in 35mm. La seconda è il flash back dei filmati dei quattro, “The Green Inferno”, girato in 16mm con pellicola graffiata per dare un senso di filmato amatoriale in presa diretta.
Alle musiche troviamo il sempre abile Ritz Ortolani che riesce a creare un accompagnamento sonoro in grado di sottolineare i momenti drammatici al livello dei grandi film di Hollywood. Tanto per alimentare la leggenda, si dice che esistano varie versioni del film, più o meno tagliate e una di 135′ uncut. Consigliamo l’acquisto del DVD, nel quale è presente anche un lungo documentario sul “Making Of” del film, che chiarisce diversi particolari interessanti.

 

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Scheda Tecnica

Cannibal Holocaust
Titolo Originale: Cannibal Holocaust
Titoli Alternativi: Canibal Holocausto (Brasile, Perù) Cannibal holocausto (Argentina, Venezuela) Ad kannibalov     (Russia), Holocausto Canibal     (Portogallo), Holocausto caníbal (Spagna) Kannibaalien polttouhrit (Finlandia) Kannibal massakren (Danimarca), Nackt und zerfleischt (Germania), Nadzy i rozszarpani (Polonia), Ruggero Deodato’s Cannibal Holocaust (USA) (complete title), To olokaftoma ton kannivalon (Grecia)
Anno di Uscita: 1980
Nazione: Italia
Durata: 95′ (uncut version)
Regia: Ruggero Deodato
Cast: Robert Kerman, Francesca Ciardi, Perry Pirkanen, Luca Barbareschi, Salvatore Basile, Ricardo Fuentes
Casa di Produzione: F.D. Cinematografica

One comment to Cannibal Holocaust

  • TheScandalousRogue  says:

    Oddio ma sei un idolo! Io li adoro, i b-movie, ma sono veramente MOOLTO indietro e leggendo il tuo indice alfabetico mi sono sentita piccola piccola.

    Evviva le trashosità!

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