Barbed Wire Dolls

Frauengefängnis

-Ah! A mouse!
-What’s wrong?
-I found a mouse here on my plate. Look at it!
-So what? It adds protein to your diet.

Topi nella minestra, divise troppo corte, nessun indumento intimo e tante torture. Franco e Dietrich non si risparmiano in questo “Frauengefängnis”, mondialmente conosciuto con il titolo “Barbed Wire Dolls”, che qualcuno bolla come il film più “infame” di Franco.
Che sia vero o no, dobbiamo ammettere che il regista spagnolo (con l’amico svizzero), crea effettivamente un film fastidioso, che al dogma dei “Women In Prison”, aggiunge un bel po’ di violenza e morbosità.
Il risultato non è indimenticabile, perché  “Frauengefängnis” a volte è noioso, perso tra le sue torture, tra scene un po’ assurde e i tanti nudi femminili che, aprendo la rubrica “l’angolo del maniaco”, dobbiamo ammettere che male non sono, visto che troviamo Lina Romay, la meteora Martine Stedil e il fascino molto particolare di Monica Swinn. Da parte maschile ci sono Paul Muller e Erik Falk, due fedeli di F
Barbed Wire Dollsranco, due esperti del cinema di genere.
Un cast forte, sicuro, all’opera in una storia ambientata in un penitenziario costruito su un’isola e nel quale la direttrice (Monica Swinn) se ne va in giro in micro short e camicia sbottonata, non disdegnando le prigioniere, di norma drogate dal dott.Costa (Paul Muller) e offerte al signorotto locale, un guardone spaventato dal sesso.

Così divise molto corte lasciano vedere quello che c’è sotto ed è inutile dire che Franco si sofferma sui dettagli molto volentieri, spesso gratuitamente, piazzando nel resto della pellicola torture molto casalinghe e particolari indagini cliniche. Come da copione c’è e ci deve essere uMartine Stedilna fuga dal carcere, che arriva molto tardi ed è un po’ contorta nella sua elaborazione ma che ci porta a un più che dignitoso finale.

Un Franco più statico del solito, poco visionario, s’aggrappa a diverse immagine suggestive (eh no, non parliamo di nudi ma dell’isola!), che non salvano il film, che resta uno dei tanti capitoli “morbosi” della collaborazione tra lo spagnolo e lo svizzero.
Lina Romay è una delle protagoniste, Maria, imprigionata
Barbed Wire Dollsper aver ucciso il padre, interpretato da Franco, dopo che quest’ultimo l’aveva importunata. Lì dentro incontra altre prigioniere tra le quali Bertha (interpretata da Martine Stedil, un’attrice per la quale ci chiediamo perché abbia fatto solo cinque film) che diventa subito sua amica. Bertha ha una relazione con uno dei carcerieri ed è la protagonista della scena più torbida di tutta la storia, un accertamento clinico effettuato dalla nazi-direttrice interpretata come sempre da Monica Swinn.
Detto tutto ciò, impariamo che i topi hanno un grande valore nutritivo. Minestra per tutti!

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Barbed Wire DollsScheda Tecnica

Titololo Originale:  Frauengefängnis
Titoli Alternativi: Barbed Wire Dolls (USA), Caged Women (UK),Woman Caged (Philippines: English title), Women’s Penitentiary IV
Nazione: Svizzera
Regista: Jess Franco
Durata: 90′
Cast: Lina Romay, Paul Muller, Monica Swinn, Roger Darton, Ronald Weiss, Erik Falk
Casa di produzione: Elite Film

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