The Brain That Wouldn’t Die

The Brain That

Wouldn’t Die

 


It’s madness, not science!

“Let me die! Let Me die!”. Voce spezzata e schermo nero. Titolo che si staglia di colpo a caratteri cubitali su musica decisamente drammatica. Questo è l’inizio di “The Brain That Wouldn’t Die” e di fatto è l’unica cosa credibile di questo film. Siamo di fronte ad un antologico B-Movie che passa dallo sci-fi all’horror, prendendo ampiamente spunti da Frankestein e risparmiando in maniera pesantissima sul budget. Tutto ciò è una meraviglia per cinefili. Una goduria per gli appassionati di B Movie.

La regia “illuminata” di tale Joseph Green, misconosciuto regista che nonostante questo capolavoro nonThe Brain That Wouldn't Die ha fatto praticamente altro ha creato un film divenuto col tempo un vero e cult, citato anche “The Man With Two Brains” commedia nel 1983 con Steve Martin oltre ad aver, secondo noi, ispirato le fattezze dell’eroe Troma, Toxic Avenger.

Il protagonista di questa vicenda è il Dr. Bill Cortner. Un medico/scienziato di un certo spessore. Capace di operare a cervello aperto con un equipe di sole tre persone e naturalmente in grado di salvare anche i casi ormai senza speranza. Ah…certo il suo studio ha le apparecchiature di un medico di base. Forse meno.

Prototipo del medico di successo, bello e pieno di soldi, tanto da far invidia ai medici dei serial moderni, corre sulla sua spider con invidiabile scioltezza e con la sua bella fidanzata Jan. Ma un giorno uno di questi giri finisce in tragedia e la donna perde la testa. Nel senso fisico.
 
Come faccia o come nonThe Brain That Wouldn't Die faccia, Cortner riesce a recuperare la capoccia della donna e a farla rivivere mettendola in una specie di catino collegato a qualche cannula. Così Bill, inizia a girovagare per la città alla ricerca di un nuovo e bel corpo per la sua fidanzata. Jan intanto non ha tanta voglia di vivere, ma sviluppa dei poteri mentali tali da poter comandare chiunque. Il suo preferito è un mostro (il cui volto ricorda Toxic Avenger) che per qualche ragione sconosciuta vive in un antro del laboratorio e la cui esistenza viene spesso e volentieri dimenticata da Cortner e soci tanto che più meno tutti danno pacificamente le spalle alla porta da dove il mostro esce.
 
È proprio un B Movie di mostruosa bellezza, filone scienziati pazzi per amore e che ha come ovvio degli effetti speciali incredibili. Ad esempio persone menomate nelle braccia, staccate dal mostro, che visibilmente nascondono l’arto sotto il vestito o appunto il catino dove la testa viene custodita.
 The Brain That Wouldn't DieGirato nel 1959 esce per vari problemi solo nel 1962. E nemmeno ovunque, perchè in Gran Bretagna venne rifiutato e mai più proposto, fino al 2006 per la versione DVD. La cosa più bella resta comunque la leggenda dei titoli di coda. Il film finisce e compare la scritta “The Head That Wouldn’t Die”, al posto di “Brain”. Si dice che fu un banale errore. Leggenda un po’ strana ma d’altronde il film non è da meno.
“The Brain That Wouldn’t Die” fa parte dei film in public domain. E’ scaricabile o visibile senza rischio di incorrere in reati, dall’internet archive o da cineclassic on line. Noi lo mettiamo interamente in streaming.
 
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The Brain That Wouldn't DieScheda Tecnica
 
Titolo Originale: The Brain That Wouldn’t Die
Titoli Alternativi: The Head That Wouldn’t Die, O Cérebro Que Não Poderia Morrer, Brasile, Le Cerveau qui ne voulait pas mourir (Francia) Il Cervello che non voleva morire (Italia) Der Kopf, der nicht sterben durfte (Germania), O Dolofonos tou call girl (Grecia)
Anno: 1962
Nazione: USA
Regia: Joseph Green
Cast: Jason Evers, Virginia Leith, Leslie Daniels, Adele Lamont
Durata: 82′ (uncut)
Casa di Produzione: Rex Carlton Productions

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