La mala ordina

La mala ordina

 

Voi dovete ucciderlo in malo modo, platealmente. In maniera che tutta Milano ne parli. L’Italia intera ne parli.

Promosso capitano dopo l’orgogliosa performance da “vice” di Gastone Moschin/Ugo Piazza in “Milano Calibro 9”, Mario Adorf porta sole e colori in quella che era stata descritta come una città livida e grigia.

Secondo episodio della “Trilogia del milieu” di Fernando Di Leo, “La mala ordina”, che doveva intitolarsi “Ordini dall’altro mondo”, del 1972 è un’altra storia di malaffare meneghino in cui tutti sono dannati e intrappolati in una vita ormai irrecuperabile. E peggiora sempre più.
Sebbene meno interessante e strutturato del capolavoro assoluto “Milano Calibro 9”, questo resta comunque un ottimo noir italico, degnissimo, denso, violento e travolgente. Una trama che non stanca, tiene alta la tensione dall’inizio alla fine, grazie anche a una prestazione meravigliosa di Mario Adorf, talmente convincente da oscurare il leggendario Adolfo Celi. La mala ordina

L’attore elvetico interpreta Luca Canali inutile protettore tutto sommato buono e di cuore, che viene incastrato da Don Vito Tressoldi (Celi) che gli scatena addosso due killer mandati dalla mafia newyorkese che lo crede colpevole di aver trafugato dei soldi. I due killer uno bianco e uno di colore e oltre ad essere ripresi in un noto film americano degli anni novanta, rappresentano una sorta di satira del genere poliziesco. Henry Silva e Woody Stroode i due che interpretano i killer Dave e Frank, sono anche la parte debole di una pellicola che Di Leo gestisce molto bene.

Il regista è in ottima forma, toglie tutto il superfluo, va dritto al punto e soprattutto è in grado di tanto in tanto di far esplodere inaspettatamente la violenzLa mala ordinaa, in una storia che a un certo punto inverte le parti.  La moglie e la figlia di Canali, (la moglie è la bravissima Sylva Koscina) vengono uccise e lui si trasforma da preda a cacciatore, superando ogni limite umano e raggiungendo l’apice con il duello finale presso uno sfasciacarrozze.

Un grande esempio di cinema italiano e della bravura di un lucidissimo Fernando Di Leo. A volte però “La mala ordina” è un po’ esagerato e assurdo, i personaggi dei due killer sono un aspetto comico un po’ superfluo e soprattutto i due interpreti non sembrano a proprio agio con i ruoli.

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79-lamalaordina1Scheda Tecnica
Titolo Originale: La Mala Ordina
Titoli Alternativi: Ajojahti (Finlandia), Black Kingpin, Hit Men, Hitmen, Manhunt, Man Hunt, The Italian Connection (USA), Der Mafia Boß – Sie töten wie Schakale, Der Mafiaboss – Der Eisenfresser, Der Tod des Paten  (Germania), Hired to Kill, Manhunt in the City  (Internazionale) L’empire du crime (Francia), Maffian ger order (Svezia),Manhunt in Milan (UK), Nuestro hombre en Milán (Spagna) Oi ekviastes,Tromokrates ton megaloupoleon (Grecia)
Regia: Fernando Di Leo
Nazione: Italia
Anno: 1972
Cast: Mario Adorf, Henry Silva, Woody Strode, Adolfo Celi, Luciana Paluzzi, Femi Benussi, Sylva Koscina
Durata: 95′
Casa di Produzione: Cine Produzioni Daunia 70

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