3 Aprile 2010, Posted in Film | No comments

Chained Fury:

Lesbian Slave Desire

Per i primi cinque minuti si nota una buona regia. Continui flash back formano una storia parallela che introduce il contesto e personaggio centrale.
Peccato che ci sia ancora un bel po’ di pellicola da vedere dopo e che la storia (ma quale?) diventi un lungo e incessante contenitore di situazioni assurde che servono unicamente per vedere parecchie scene lesbo soft-core che avrebbero la voglia di diventare hard.
Nulla da eccepire sulla scelta delle attrici, tutte delle Repubblica Ceca o dell’est e nulla da eccepire sul curriculum molto “B Movie” del regista polacco/canadese Lloyd A.Simandl, ma questa pellicola è veramente di una noia mortale.
Potrebbe e forse vorrebbe, essere parente dei “Women In Prison” ma la totale assenza di azioni in favore della presenza di scene hot più o meno improbabili lo spingono più verso il genere erotico.

La trama, totale pretesto, ha come protagonista Cassandra interpretata da Marcela Hodna assassina psicopatica accusata dell’omicidio del suo fidanzato e della sua amante. Cassandra è ricoverata presso una specie di clinica psichiatrica dove con un “1-2” di incredibile intelligenza e arguzia, riesce a liberarsi e a convincere il capo della clinica che lei è la persona giusta per i suoi loschi affari, scoperti, anche qui, con estrema facilità ed intelligenza, al cui confronto Sherlock Holmes impallidirebbe. E così la bionda e bella Cassandra diventa la capa di questo progetto criminale che rapisce ed educa giovani donne poi rivendute per soddisfare…i classici piaceri. 

Lei insegna e non disdegna di certo di assaggiare il materiale a disposizione, fino al colpo di scena (sai che roba…) finale.
Produzione ceco/canadese girata quasi in toto in interni assume per alcuni l’etichetta di “Czechploitation” ma a livello generale è adatta a chi non ama le trame e preferisce al carne al fuoco.