Im Staub Der Sterne

Im Staub Der Sterne

 

-I have thought a great deal about you. What kind of people are you? What compels you? What laws determine you actions?
-Our first law says: no human may oppress another

I film del blocco comunista dovevano essere, come da stereotipo occidentale, tutti uguali. Tristi. Oscuri. Interpretati da attori di ghiaccio, tutti fedeltà al sistema e al lavoro. Dovevano, sempre da stereotipo occidentale, demonizzare il nemico facendo vedere quanto cattivo e spregevole fosse, fare insomma quello che ha sempre fatto Hollywood, quando parlava di loro. Così ci hanno sempre insegnato.

Invece capita fra le mani uno sci-fi, se ci consentite il termine americano e non si ha nemmeno il tempo di vedere in lontanza il fantasma della pioggia e dei cavalli di “Solaris”, che ci si ritrova catapultati in un incredibile mondo pop colorato, allegro e soprattutto con una morale socialista non impegnativa. Alla faccia del regime.
Abbiamo quindi un gruppo di cosmonauti, composto da due uomini maturi e da quattro donne, due delle quali molto carine. Un gruppo che, sempre contrariamente a quando ci si possa immaginare, è piuttosto allegro e pure libertino e che non disdegna di fare la doccia dietro vetri semitrasparenti.
Im Staub Der SterneAnche i cattivi non sono da meno. Amano passare il tempo tra feste pop e balletti sexy, nutrendosi di spray dolce o piccante. Il loro capo supremo fa le stesse cose, ma in privato. Ha un giardino tutto suo dove allegre ragazze ballano per lui, ha una casa piena di specchi e naturalmente di ballerine, ama cantare e tingersi i capelli con colori strani. Oh, ecco un altro pregio di questo film: un incredibile preveggenza su Berlusconi!
Tutto questo fa si che “Im Staub Der Sterne” (“In The Dust Of The Stars”), film del 1976 marchiato DDR, sia un film che può far impazzire di gioia tutti i malati di “ostalgie”, quelli che considerano “Goodbye Lenin” un capolavoro totale, ma anche i semplici comunisti romantici che vogliono dimenticare che non tutto era pop, giusto e allegro in quel sistema.  Dietro a questo piccolo gioiello comunista c’è un’interessante esperienza artistica. Nella DDR esisteva la DEFA acronimo di “Deutsche Film Aktiengesellschaft”, il classico istituto cinematografico, che lavorava sia per la propaganda del governo che per la realizzazione di film. Tra un documentario e l’altro gli “impiegati” della DEFA riuscirono anche a sperimentare e a volte a parlare di argomenti scottanti come ad esempio l’alcolismo.

Nel 1971 nasce la “DEFA FutIm Staub Der Sterneurum”, una ramo che doveva occuparsi di documentari riguardanti lo sviluppo tecnologico della DDR. Un caso unico nel blocco sovietico, un esperimento che è andato avanti solo una decina di anni ma che ha creato diverse pellicole “sci-fi” (e fatecelo dire).

Tra queste chiaramente c’è anche questo film, diretto da Gottfried Kolditz un regista esperto di generi popolari. 
“Im Staub Der Sterne” è un “b movie” con tutti i connotati al posto giusto. Una scenografia palesemente finta, con voli di navicelle tenute per il classico filo o cingolati trasformati in carri armati spaziali. I protagonisti invece hanno questo look pop, sia nei modi di fare che nei vestiti, e ricordano spessissimo gli “Abba” e tutto l’universo  glam rock. 

In questo mondo coloratissimo però, c’è anche spazio per alcuni momenti di bel cinema, attimi in cui la fotografia è suggestiva, in cui le location danno un tocco in più o momenti musicali, balletti sexy inclusi, che conquistano. La morale sociaIm Staub Der Sternelista non manca, non potrebbe, ma è un aspetto sussurrato che arriva nell’ultima parte del film. L’oppressore è l’invasore, che passa la vita tra feste e giochi e schiaccia il lavoratore costretto al buio della miniera. Gli eroi invece sono astuti, intelligenti, belli, pacifisti, pronti ad aiutare il prossimo e sono comandati da una donna.

La navicella Cynro dopo un lungo vagare nello spazio riesce a raggiungere il pianeta Tem 4 dal quale è partita una richiesta d’aiuto. Gli abitanti di Tem 4 sembrano tutt’altro che in pericolo, attendono gli ospiti, sono allegri e festaioli e soprattutto nessuno ha mai inviato una richiesta d’aiuto.
Così i nostri cinque eroi comandati dalla affascinante Alkala decidono di ripartire, ma prima dell’addio il Presidente di Tem 4, quello che si colora i capelli, li invita a un party, nel quale mangiano, bevono, guardano balletti sexy e vengono sottoposti a una manipolazione mentale.
Solo uno di loro non è alla festa, ed è lui che s’insospettisce e scopre che gli originali abitanti del pianeta sono costretti a lavorare come schiavi in condizioni disumane. Sta ai nostri cosmonauti far trionfare la giustizia socialista e soprattutto rifiutare ogni compromesso con il ricco sfruttatore.

Possiamo anche dire, scherzando, che essendo un film socialista “Im Staub Der Sterne” è una specie di “Internazionale” cinematografica.  Il caIm Staub Der Sternest infatti riunisce diversi attori stranieri, tutti tra l’altro noti all’epoca ma anche dopo la caduta del Muro.

Abbiamo Jana Brejchova dalla Cecoslovacchia che interpreta Alkala. Famosissima in patria, ha lavorato spesso in produzioni sia dell’Est che dell’Ovest, vincendo anche numerosi premi di critica. È stata la moglie di Milos Forman e di Vlastimil Brodsky meno noto al grande pubblico. Troviamo poi Ekkehard Schall, tedesco, notissimo attore teatrale e cinematografico che interpreta il capo e con lui il connazionale Alfred Struwe. Poi spazio allo Jugoslavo Milan Beli, alla bella romena Violeta Andrei e al polacco Leon Niemczyk che prima di diventare un famosissimo attore ha tentato la fuga verso l’Ovest. Tutti insieme però lavorano sodo e “L’Internazionale” riecheggia trionfante in tutto l’Universo. 

 

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SIm Staub Der Sternecheda Tecnica
Titolo Originale: Im Staub Der Sterne
Titoli Alternativi: A leigázottak bolygója (Ungheria), In the Dust of the Stars (UK), La polvere delle galassie (Italia),  Revolta in cosmos (Romania), Tähtien tomussa Tähtikaaren taa (Finlandia)
Anno: 1976
Nazione: DDR
Regia: Gottfried Kolditz
Cast: Jana Breichovam Ekkehard Schall, Alfred Struwe, Milan Beli, Violeta Andrei, Leon Niemczyk
Casa di Produzione: VEB DEFA-Studio für Spielfilme, Künstlerische Arbeitsgruppe ”Futurum” 
Durata: 95′

 

 

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