Ich, Ein Groupie

Ich, Ein Groupie

 

She Was Curious. She Was Eager. She Couldn’t Find Any Satisfaction

I fatti parlavano chiaro, non abbiamo colpa. Erwin C.Dietrich alla regia, una bionda esplosiva come protagonista, che appare già nuda sulla locandina, il 1970 e musica rock. Ci sembrava di essere di fronte o a una versione trash (d’altronde c’è Dietrich) ed europea di “Beyond The Valley Of The Dolls” o a una commedia soft-core sulle libertà sessuali. Invece nulla di tutto ciò o quasi. Il film di Meyer innanzitutto non c’entra assolutamente nulla, visto che esce dopo, per il resto invece ci siamo quasi, nel senso che “Ich, Ein Groupie” è per sessanta minuti un commedia soft-core, piena di scene di sesso, di disperazione amorosa, di libertà estrema di costumi ma nei quattordici minuti finali diventa un film drammatico, che tratta della distruzione dell’essere umano. Pesantemente. I fatti parlavano chiaro, ma noi non avevamo capito nulla.

“Ich, Eine Groupie” è un film agrodolce, spiazzante, forse anche grazie a una serie di eventi che ne hanno segnato la realizzazione o più semplicemente per pure ragioni commerciali. È un film piacevole, girato con semplicità che tutto sommato coglie nel segno, descrivendo sia il lato divertente dell’epoca e sia l’inevitabile disperazione dell’essere. Come il titolo suggerisce si parla di groupie e per quei pochi che non sapessero chi fossero, erano le fan più accanite di un certo gruppo o cantante, così fedeli da seguirli ovunque nei loro tour. 
Figlie di un’epoca, si parla dagli anni sessanta in poi, libera e rivoluzionaria, le Groupies non erano però delle prostitute, ma in linea generale delle ragazze, molto giovani, follemente innamorate. Certo, droga, sesso e rock’n’roll erano l’ambiente nel quale finivano, descritto bene dal film “Almost Famous” di Crowe.
Su quest’aspetto il regista svizzero esagera, descrivendo la vita disinibita di una groupie svizzera, Vicky, che sedotta e abbandonata inizia a girare l’Europa in cerca del suo artista preferito, passando di letto in letto e spacciando pure un po’ di droga, fino al già citato dramma dei minuti finali. Londra, Zurigo, Amsterdam, Berlino, Monaco, sono le tappe della sua avventura, una vicenda confezionata in alcuni punti molto bene, grazie ai tanti momenti musicali che vantano anche la presenza di un vero gruppo rock progressive, i tedeschi “Birth Control”

Vicky è interpretata da Ingrid Steeger bellissima attrice tedesca dal fisico prorompente, aveva già recitato in altri film, ma è solo grazie a questa pellicola che viene lanciata in una carriera ricca di successi, composta da altre pellicole soft-core, qualcuna con Dietrich e successivamente da lavori per il grande pubblico.

La collaborazione con Dietrich è senza dubbio proficua e dura diversi anni, fino ad arrivare a un’intentata causa da parte dell’attrice, perché il regista, gran volpone, proprio quando lei è al top della fama, rimette sul mercato alcune pellicole soft-core, nella quale è la protagonista.

“Ich, Eine Groupie” originariamente doveva essere una co-produzione svizzera/americana con Dietrich per l’Europa e Roger Corman per il mercato americano. Il grande Roger doveva provvedere oltre a parte del budget, anche al regista, potendo poi sfruttare ogni diritto negli Stati Uniti. Alla regia quindi troviamo nientemeno che Jack Hill, il quale prima di diventare un nome noto dell’exploitation riesce a spazientire Dietrich che lo accusa di eccessiva lentezza, cinque giorni per girare una scena (quella del concerto con sesso orale) e lo ricaccia negli States prendendo il comando. Come la più isterica rock star. Corman esce dal progetto, ma Dietrich, sempre gran volpone, publicizza il film come opera del regista americano. Denunciato, perde la causa, deve rimuovere ogni riferimento a Corman, ma ormai il film è abbinato alla sua figura

Con la bella tedesca, troviamo Rolf Eden, un attore di genere molto presente, Vivian Weiss, spalla di Ingrid Steeger, che seppur graziosa deve (scherziamo naturalmente), aver patito il confronto, tanto da sparire dopo questa pellicola. Troviamo infine un gruppo vero di motociclisti, in stile “Hell’s Angels”, che partecipa a qualche scena, scarrozzando Vicky e le loro fidanzate nude sulle moto. Una di queste però ci ripensa e non vuole che venga mostrata la scena a causa della cellulite. La cosa sembra molto comica, in realtà assume contorni quasi violenti, visto che Dietrich rifiuta ogni modifica e i motociclisti minacciano di irrompere nei cinema durante le proiezioni, costringendo il regista a ingaggiare la polizia. Una storia che sa molto anche di trovata pubblicitaria, ma come già detto, Dietrich è un sempre un volpone.

english2

Scheda Tecnica
Titolo Originale: Ich, Ein Groupie
Titoli Alternativi: Arzularin ötesinde (Turchia), Das Mädchen mit dem Einwegticket, Ich, ein Groupie (Germania), Higher and Higher     (USA), Jag – en groupie (Svezia), Je suis une groupie (Francia), Jeg – en groupie (Danimarca),  Jûshoku rangyô (Giappone), Koritsia dipsasmena gia krevvati (Grecia), Me, a Groupie (Internazionale), Sesso a domicilio (Italia)
Regia: Erwin C.Dietrich
Cast: Ingrid Steeger, Rolf Eden, Vivian Weiss, Li Paelz, Terry Mason, Stewart West, The Birth Control
Nazione: Germania Ovest, Svizzera
Durata: 89′

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.