Erano gli anni di “Laguna Blu” e di “Paradise” e gli adolescenti sognavano le prime avventure amorose in un luogo lontano da tutti, con Brooke Shields o Phoebe Cates oppure con Christopher Atkins e William Aames secondo i gusti. Due successi commerciali incredibili (e fondamentalmente ingiusti) che portano il solito astuto italiano a seguirne le tracce.

Tornando ai nostri eroi, i due si trovano coinvolti in un film che ha una buona fotografia e di base un’interessante idea che vorrebbe improntare il rapporto dei due protagonisti sul piano dei litigi tra marito e moglie. La cosa potrebbe funzionare e potrebbe anche far ridere, ma va sapere se sono gli attori o se è la sceneggiatura, nessuno ci crede veramente e tutto è gettato via creando l’effetto opposto, cioè, quello di banalissimi e scontati dialoghi, che decisamente annoiano. Non sono tantissimi a dire il vero, si parla il giusto, fin dalla creazione di Adamo, poi di Eva e alla cacciata dall’Eden con il serpente, doppiato, che rappresenta il primo rilievo comico.

Gettati sulla terra, dopo circa venti minuti di pellicola, i due litigano, si separano e affrontano una serie d’improbabili primitivi che indossano costumi da scimmia, da orso o che sono pitturati di verde, in combattimenti che definire finti è dire poco. Uno della tribù in verde, sicuramente più evoluta, riesce a far innamorare Eva e a quanto sembra farle provare nuove esperienze. Adamo il geloso riesce a riconquistare la sua bella, a salvarsi, per pura fortuna, dalla glaciazione e pure dall’immediato scioglimento dei ghiacci, con buona pace dell’evoluzione. Alla fine i due hanno un cucciolo la cui nascita è un effetto speciale che non si vede nemmeno negli “educational”. Noioso non c’è che dire, ma ennesimo esempio dell’ingegno italico.