Viva Negan! Morte a Rick!

Viva Negan!

Morte a Rick!


È finita la settima stagione di “The Walking Dead” e ci sale un senso d’ingiustizia e parecchia noia dal nostro marcescente profondo. Anche se “TWD” è un prodotto mainstream e quindi lontano dalla nostra linea editoriale (linea editoriale in senso ironico eh!) non possiamo fare a meno di dire qualcosa in merito. Anche perché la serie TV ha come fondo un tema a noi caro: gli zombie. Va bene, va bene, i morti viventi del titolo non sono loro, ma quelli che scappano, ma tant’è, lo zombie c’è, sempre meno, ma è ben realizzato.

Dopo sette lunghi anni e parecchie avventure, che potevano essere riassunte in metà puntate, perché onestamente molto spesso non capita nulla, siamo giunti a un verdetto: Rick ha rotto i coglioni. E in secondo luogo ci teniamo a ringraziare sentitamente Negan. Perché l’ultima serie partita con lo “shoccante”, bellissimo e criticatissimo inizio è stata una parata del vuoto più assoluto, se escludiamo la presenza di Negan e di quel simpatico scemotto di Ezekiel. Il primo, Negan cioè, ha messo una pezza non da poco al tutto, almeno fino alla movimentata ultima puntata, che si conclude con un’azione che nemmeno John Wayne avrebbe avuto la sfacciataggine di fare. Per non parlare della tigre che morde solo i nemici.

Tornando a Negan, merita rispetto, non solo per aver salvato tutto, non solo per essere un personaggio ottimamenteThe Walking Dead interpretato ma anche perché la società ingiustamente lo identifica come il grande cattivo. E non va bene. Intendiamoci, prendere a mazzate in pubblico due persone fino a renderle poltiglia non è un bel gesto. Così come non lo è buttarne una nel forno o menomarne altre con un ferro caldo (per tacere dell’harem). Ma come ha detto brillantemente lui in una battuta nella penultima puntata “La merda è uguale per tutti e dovevo sopravvivere” (le parole non sono queste ma il senso sì). Il pubblico purtroppo identifica Rick come eroe e permetteteci una divagazione su di lui prima di tornare a Negan.

Conosciamo Rick dal 2010 quando dal letto dell’ospedale si è miracolosamente alzato, ripreso senza problemi e ha iniziato a portare sciagure a chi gli stava intorno. Incontra Morgan, che poi dà di matto e tramortisce gli zombie a bastonate oltre a fare il filosofo pacifista. Incontra Glen che sì, trova l’amore grazie a lui, ma trova poi sempre grazie a Rick, Lucille di Negan. Poi c’è Daryl e il fratello, il primo prende mazzate spesso e volentieri, l’altro perde una mano prima della vita. E poi ritrova il suo amico Shane che stava con la moglie e accudiva l’odiosissimo Carl. Manda in crisi il figlio che non sa più quale sia la figura paterna, manda in crisi la moglie (la cui figlia, ora sparita dalla serie, sembra essere di Shane) e infine ammazza l’altro gallo del pollaio. Poi c’è la fattoria del dottor Herschell, che alleva zombie, prima che Rick gli scombussoli la vita. Maggie trova l’amore di Glen, ma non basta per farci cambiare idea. C’è Philip il governatore di Woodbury, The Walking Deadun po’ strano ma che tutto sommato dà da vivere a diverse persone, oltre a fare esperimenti sugli zombie e in seguito troviamo i cannibali di Terminus, che in effetti, sono un po’ stronzi.
E arriviamo ad Alexandria. La pace assoluta. Gente che non ha mai lottato con un vagante, gente che non è in grado di sparare e che giusto, giusto, se la vede ogni tanto con dei tipi con una W in testa (i Wolves misteriosamente scomparsi dalla storia). Aaron di Alexandria va in giro a cercare nuove persone da inserire nella comunità e sfiga vuole che incontri il gruppo di Rick.
Quando Grimes e soci entrano in questo complesso residenziale, la pace finisce. La leader “radical chic” Deanna inizia a perdere amici e famigliari grazie a Rick, che poi ha una “brillante” idea: spostare migliaia di zombie che a suo dire erano una minaccia. Beh, sbaglia tutto e i vaganti invadono Alexandria mangiando a destra e a manca. Carl perde un occhio e noi perdiamo la bella della serie, Jessie. Grazie Rick! Davvero.
E infine c’è il dinoccolato Jesus che li porta a Hilltop. Rick fa di nuovo il John Wayne della situazione e decide di aiutarli a sconfiggere un gruppo denominato “Salvatori” che vessa Hilltop. Ammazza questi “Salvatori” senza alcun dubbio esistenziale e poi scopre che era solo un avamposto. Queste sono solo una parte delle vittime volontarie o no delle brillanti idee di Rick Grimes. Il poliziotto di campagna divenuto un eroe.

Torniamo a Negan. Che avrebbe dovuto fare dopo aver perso un po’ di persone? Dirgli “Accidenti Rick, mi hai ammazzato un po’ di gente, però sai sono cose che capitano in questi tempi. Non farlo più e amici come prima”. Oppure vendicarsi? La secondaThe Walking Dead naturalmente, magari in maniera meno cruda. Perché poi il pubblico medio s’impressiona, di più di quando l’eroe stermina un gruppo di persone.
Del passato di Negan, che vive in un’ex fonderia, non sappiamo nulla. Magari anche lui ha fatto un po’ di casini, però, chissà. Sappiamo che è a capo di una comunità di persone cui dà un tetto e da mangiare. E pure un lavoro adeguato ai tempi. Chiede il pizzo in cambio di protezione, vero, ma, di fatto, mai nessuno è morto sotto la sua protezione. Sono tempi pessimi, ci si deve arrangiare in qualche modo (la mafia resta sempre una montagna di merda).

Ha stile Negan. Parla bene, è ironico, ha una mazza da baseball il cui nome è un omaggio a B.B. King e ha una bellissima giacca di pelle che contrasta il sempre sudatissimo Rick e le sue pezze sotto le ascelle. A proposito, chi lava tutte quelle camicie? E come fanno ad avere vestiti integri, che non esistono più fabbriche e a volte pure stirati?
Il fatto è, se ci pensiamo bene, che entrambi uccidono per necessità. O per dirla più elegantemente cercano di sopravvivere a quel mondo, come diceva Negan nella battuta che abbiamo citato all’inizio. Quindi il motivo per cui uno è bravo, pur avendo ucciso e provocato con piani idioti diversi morti e l’altro è cattivo, sinceramente ci sfugge.
E poi diciamolo, per far fuori Negan bastava farlo saltare in aria in uno dei tanti viaggi, invece che mettere in piedi alleanze che provocheranno altri morti innocenti. Con tutta la supponenza di Rick Grimes ci chiediamo come non ci abbia pensato e ci chiediamo anche come sia possibile che i sudditi del cattivo non decidano di ammazzarlo.

The Walking DeadPer fortuna non siamo gli autori della serie, perché il problema ora è grande. Da un lato il classico finale con la “liberazione” e vittoria dei cosiddetti buoni. Dall’altro la possibilità di fare scelte controcorrente. Dovrebbero, a modesto parere, cercare di stare alla larga dall’effetto “Signore degli Anelli”, con l’alleanza che converge in massa contro il cattivo, con un Daryl moderno Aragorn. Dovrebbe trovare una via diversa che non sia quella di far vincere un eroe, che alla fine eroe non è. Dovrebbero dare tutto per salvare una serie in crisi che negli anni passati ci ha tenuti incollati allo schermo. Una serie che tra l’altro deve pure vedersela con uno “Spin-off” Tex-Mex che ha come protagonisti un ex tossico e un insegnante d’inglese, con mille dubbi esistenziali. Per ora non ci resta che sperare in Negan e in seconda parata in quello scemotto di Ezekiel.
(Viva Negan! Morte a Rick!).

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