Monografie: Robert J.Horner

Robert J.Horner

Nel silenzio del muto e nella polvere del West, il peggio del peggio.

Ci sono registi incapaci che fanno simpatia ed entrano nella storia. E ci sono registi incapaci che vengono chiusi e sotterrati nella memoria del tempo. Forse perché oltre essere inadatti al ruolo, sono protagonisti di storie così cupe che è meglio dimenticarli.
Uno di questi è un prolifico regista/produttore a cavallo tra il cinema muto e il sonoro i cui risultati artistici e i risvolti umani sono a dir poco sinistri.

Robert J.Horner, figlio di un minatore irlandese trasferitosi in Illinois, nasce nel 1894 o nel 1896. Della sua infanzia e di come arrivi nel mondo del cinema non si sa nulla. Le cronache iniziano a parlare di lui più o meno nel 1916 quando a Hollywood lavora come autore e sceneggiatore per la Universal e per il divo del western muto Hoot Gibson. Agli inizi degli anni venti, non contento evidentemente di occuparsi solo di sceneggiature, Horner inizia una fitta produzione di film Western in cui fa tutto, dalla scrittura alla produzione.

Pellicole estremamente low-budget, con esili sceneggiature e costumi utilizzati da più attori. Dietro la macchina da presa tanta incapacità sottolineata in seguito dall’avvento del sonoro, del quale fa un pessimo utilizzo. Esordisce nel 1921 con “The Scorpion’s Sting” e dall’anno successivo intensifica la produzione, facendosi subito un “nome” e giocandosi il titolo del peggior regista dell’epoca con Victor Adamson altro incerto artista di Hollywood, appassionato anch’egli di Western.
Horner passa alla storia anche per il fatto di non aver mai ricevuto una recensione positiva, e nemmeno oggi, nessuno pensa alla benché minima rivalutazione. Ma gli va riconosciuto d’aver intuito il modo di fare corretto. Cioè quello di raccogliere grandi nomi del cinema ormai in declino.

Al suo fianco troviamo, infatti, Art Acord (“Fighters in the Saddle” del 1929) attore e campione di rodeo cui è dedicata anche una stella sulla “Walk of Fame” che dopo un’intensa carriera si ritira nel 1929 in Messico dove lavora come minatore e come cow boy nei rodei, prima di suicidarsi nel 1931. E poi Jack Perrin, Fred Church e Ted Wells nota spalla dei Western della Universal, che con HorArt Acordner diventa il protagonista di “The Phantom Cowboy” che con “The Border Menace” (considerato il peggior film western di tutti i tempi) condivide lo scettro di film più famoso del regista. Wells dovrebbe diventare di più di un protagonista, perché come annunciato nel 1934 in un’intervista, dovrebbe essere la star di una serie di ben otto film. Una serie che però si ferma dopo il primo capitolo “Defying the law” del 1935.

Siamo ormai alla fine della carriera di Horner che due anni prima, con la sua casa di produzione finisce in bancarotta come riportato da un articolo di “Variety”. Si tratta solo di una delle tante partecipazioni e collaborazioni in case di produzione. “Robert Horner Pictures, Inc.”, “Robert J. Horner Productions, Inc”, “Roadshow Classics”,“American Pictures Corp” e soprattutto “Aywon Film Corporation”, sono le compagnie tutte o quasi di proprietà di Horner che spariscono sempre nel nulla.
Fin qui la storia di questo regista è di tanti pessimi personaggi con il sogno, l’ambizione (e l’arroganza) di voler sfondare a Hollywood. Uno di quelli che promettono grandi cose e che fanno grandi annunci.
Ma Horner è un personaggio stravagante, strano e sinistro. Innanzitutto non è ben chiaro se per colpa di una malformazione o per un incidente di gioventù o da adulto (per “Variety” sarebbe la prima ipotesi), non ha le gambe e gira per i set a bordo di una carrozzella elettrica. Per altre fonti gli manca pure un occhio. Niente di male da questo punto di vista ma il nostro cerca di scucire soldi da chiunque gli sia a tiro e lo fa a volte in maniera un po’ discutibile.

Nel 1927 viene arrestato per aver violato le leggi sul lavoro e per raggiro. Una certa Bernice Lewis gli Ted Wellspresta 500$ per realizzare un film ma Horner in seguito non è in grado di restituire la somma. Emma Gordon invece gli da 25$ in cambio della promessa di un lavoro che mai le viene dato. Jack Perrin, un attore, lo denuncia per non avergli dato quanto pattuito per una serie di film in cui ha recitato.
Non male per una carriera composta da quaranta inguardabili film scritti, prodotti e girati, tra il 1921 e il 1935. L’ultima nota di cronaca arriva nel 1939 quando Horner annuncia l’inizio di una serie di film in spagnolo con Amanda Varela star del cinema argentino dell’epoca. Naturalmente non se ne fa nulla e nel 1942 il regista muore di cirrosi.

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