La bambola di Satana

La Bambola di Satana

 

-Non voglio influenzare la vostra decisione, ma avrei piacere che vi tratteneste per avere qualche prezioso consiglio, circa la vendita del castello.
-Ma perché, perché volete vendere, mia cara Elisabeth, di che cosa avete bisogno?

Il mistero è soprattutto quello che coinvolge il regista Ferruccio Casapinta, del quale non si è saputo più nulla e nulla si trova in giro. Un solo film diretto, un solo film scritto. Questo. Si potrebbe dire che visto il risultato è andata bene così. Perché “La bambola di Satana” è oggettivamente un film pessimo sotto quasi tutti i punti di vista. Ma soggettivamente questa pellicola del 1969 è riuscita in qualche suo aspetto e in qualche momento a divertirci, facendola salire al rango di curioso “B movie” del tempo che fu.

Siamo in una terra di mezzo tra gli horror e i thriller degli ultimi anni sessanta e quelli degli anni settanta, sperimentali, gotici e in acido. Per qualche motivo misterioso, come la sua vita, Casapinta riesce a riassumere tutto, le idee del passato e intuendo in qualche modo qualcosa del futuro. Si ferma tutto a una felice intuizione, vanificata da una pessima realizzazione, assurdità della storia e un finale semplicemente ridicolo.

Emma Costantino più nota come Erna Schurer capeggia un cast di attori che come lei haLa bambola di Satana interpretato diversi film di genere negli anni settanta e nel quale c’è la catalana Aurora Bautista, molto apprezzata e nota in patria. Ma nonostante l’esperienza degli interpreti, sembra che nessuno abbia molta voglia di lavorare e tutti quanti vivono questa vicenda con un’apatia terrificante al limite della parodia. Non aiuta l’incerta mano del regista, che in certi momenti sembra abbia problemi con lo zoom usato a dismisura.

Siamo in Italia come s’intuisce dalla vegetazione, dal castello e da un Ape Car presente nella prima scena, ma i personaggi hanno tutti nomi inglesi. Magari il proprietario del castello è straniero, ma in ogni caso muore e lascia tutto in eredità alla nipote Elisabeth (Erna Schurer). Lei arriva al castello in compagnia del fidanzato e di due amici e fa la conoscenza della governante Carol e delle altre persone a servizio dello zio. Tutti cercano di dissuaderla a ereditare il posto, perché infestato di fantasmi. In effetti, nella cripta ci sono strani oggetti e La bambola di Satanastrani quadri ed Elisabeth sente le voci e inizia a soffrire d’incubi allucinanti e vagamente erotici (c’è un vago accenno di tetta per la cronaca). Beh, naturalmente è tutto un astuto piano dei cattivi. Elisabeth alla fine eredità tutto e scoglionatissima comunica al fidanzato che non se la sente di vivere lì da sola. Lui fiuta l’affare e si propone di farle compagnia.

Dal thriller dell’inizio si gira sorprendentemente verso l’horror con quella vaga sfumatura erotica con una scena di frustate alla protagonista, in cui si vede un primissimo piano che ci nasconde i punti più interessanti. Poteva anche essere un film decente, tutto sommato, in cui si nota anche una certa voglia di fare le cose per bene, ma l’incapacità di tutti quanti lo rende semplicemente un b movie curioso.

Scheda Tecnica
Titolo orginale: La bambola di Satana
Titoli alternativi: Der Satan ohne Gesicht (Germania), The Doll of Satan (internazionale)
Anno: 1969
Nazione: Italia
Regia: Ferruccio Casapinta
Cast: Erna Schurer, Roland Carey, Aurora Bautista, Ettore Ribotta, Lucia Bomez, Manlio Salvatori, Franco Daddi
Durata: 85’
Casa di produzione: Cinediorama

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