El hacha diabólica

El hacha diabólica

 

I swear the killer will pay for his crime

Che bel personaggio questo Luis Enrique Vergara, produttore e autore, che meriterebbe più fama tra i fanatici dei filmacci. Tra azione e horror ha bazzicato per diversi anni nel cinema, lavorando anche con Boris Karloff e con il mitico El Santo.

Ed è proprio dall’unione de El Enmascarado de La Plata, che lotta per la giustizia contro le forze del male di ogni tipo e della “Filmica Vergara” che arriva un episodio delle avventure de El Santo, piuttosto originale. Alla regia c’è lo spagnolo José Dìaz Morales scappato in Messico durante la guerra civile e fedele collaboratore di Vergara, che gira con El Santo anche altri film. A scrivere la storia ci sono l’esperto e affidabile Rafael García Travesi e l’immancabile Fernando Osés che come spesso accade è anche l’antagonista.

Una crew granitica che ci porta a spasso nel tempo e ci dà una nuova genesi del nostro El Santo. Tutto vero. Qui non si risparmia di certo sull’originalità che ci porta in unEl hacha diabólica film che intrattiene piacevolmente. Però, se sulla trama c’è stato campo libero, sul budget invece si è cercato, come sempre, di usare poche cose in maniera ottimale. Set riutilizzati, immancabili footage del ring, scenografie piuttosto ridicole, e possiamo dire anche un equipaggiamento tecnico non all’ultimo grido, almeno a vedere alcune immagini sfuocate. Una povertà bilanciata però oltre che da situazioni mai viste, anche da El Santo che vediamo ripreso da dietro senza maschera (ma è una controfigura e non il buon Guzman) e dallo stesso che finalmente palesa sentimenti d’amore nei confronti delle donne. Ed era ora, possiamo dire, perché è impensabile che un eroe così macho non fosse attratto dalle donne.

L’ascia che sui titoli di testa taglia a metà il nome del produttore e del regista è, come il titolo ci lascia intuire, il trait d’union di tutta la storia, e l’arma del cattivo. Ci troviamo nel 1603 con un gruppo di monaci che seppelliscono un certo “El Santo”. Subito dopo un tizio incappucciato che è El Encapuchado Negro (cioè Fernando Osés) si reca alla tomba e promette vendetta nei secoli, dei secoli. Torniamo agli anni sessanta ed El Santo sta combattendo contro un certo Lobo Negro, quando l’Encapuchado Negro appare sul ring e cerca di ammazzare il nostro eroe. Questo è l’inizio delle rocambolesche avventure de El Santo che cerca in un primo momento di sfuggire agli agguati del nemico, dicendo El hacha diabólicapure alla fidanzata Alicia che la ama ma sente che c’è un’altra donna che ha amato da sempre (una gran bella scusa, cavolo!). E, in effetti, una donna c’è, si chiama Isabel ed era l’amata de El Santo del 1600. Isabel reincarnata lo salva spesso, mentre il suo amico Dott.Zanoni che in realtà è un mago del 1600 lo aiuta a svelare ogni mistero. E il nostro viaggia nel tempo, nel passato e poi torna al presente, combatte i cattivi e infine mette le cose a posto, dando finalmente pace eterna alla sua amata Isabel.

Riassumere una trama di un film de El Santo è sempre un’impresa difficile. E qui come non mai ci sarebbero tante scene da raccontare, tanti momenti assurdi, come il fatto che il nostro dorma vestito e mascherato. Ma è meglio vederlo questo film divertente e molto fantasioso che riesce a puntare ancora di più sull’eroismo del mito della lucha libre.

 

Scheda Tecnica
Titolo originale: El hacha diabólica
Titoli alternativi: Santo vs. the Diabolical Hatchet, The Diabolical Hatchet
Anno:1965
Nazione: Messico
Regia: José Díaz Morales
Cast: Santo, Lorena Velázquez, Fernando Osés, Bety González, Mario Sevilla, Mario Orea, Guillermo Hernández, José Alvarez Valdez, Mario Zebadua, Martha Lasso Rentería, Emilio Garibay, Carlos Suárez
Casa di produzione: Cinecomisiones, Filmica Vergara Comisiones

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