The Bad Batch

The Bad Batch


All the things you’ve done, have put you right here… with me. To life… life is The Dream. The only Dream. Cost lot to be here. Cost you an arm and a leg

 

Ho patito un doppio senso di fastidio. Per la storia distopica di un futuro terribile, tra emarginati, drogati e cannibali e necessità di sopravvivere alla faccia dei sentimenti (buon appetito!). Ci fosse solo questo nel secondo film di Ana Lily Amirpour, che scrive anche la sceneggiatura, saremmo a posto così.
Invece, ed è qui il secondo senso di fastidio, “The Bad Batch”, si perde in un delirio di situazioni prevedibili e immagini non troppo credibili per quello che vediamo. Sembra di stare in un video clip di qualche pop star latinoamericana e non per una scelta stilistica per contrastare i temi trattati ma per una decisione non troppo brillante. Poi un supercast di attori, pettinati e profumati (questo non possiamo dirlo, ma lo immaginiamo) dà vita a una serie di personaggi che a volte funzionano e a volte no.

Jason Momoa
, il superfigo che non ha bisogno di presentazioni, dovrebbe essere tra i cattivi di turno e in parte lo è ma mostra anche una certa tenerezza e cultura, dipingendo, indossando occhiali da lettura e accudendo la sua figlioletta. Cucciolone! Suki Waterhouse dalla perfida Albione e soprattutto dalle copertine dei giornali di moda e da altre apparizioni in serie e film è indubbiamente un gran bel vedere (notare gli shorts con lo smile sulla chiappa) ma non è esattamente il prototipo di persona che mi immagino possa vagare nel deserto degli Stati Uniti cercando di sopravvivere a un mondo crudele.
Poi sì, il buon Keanu Reeves dispensa consigli da leader di questo nuovo mondo, in una casa nel deserto contornato da modelle che mette incinta (e chiamalo scemo, figli a parte eh!) e Jim Carey invece dimostra (manco ce ne fosse bisogno) ancora una volta il suo spessore di attore tuttotondo con una parte drammatica.
Così si parte in un’avventura che segue la strada di “Mad Max”, incrocia Tarantino (Keanu Reeves ricorda Bill) e tante altre situazioni distopiche prendendo pure dal cinema di genere italiano. I primi quindici minuti sono la parte migliore, un inizio molto incoraggiante e cattivissimo, vanificato poi dalle già citate malsane scelte. Arlene (Suki Watherhouse) viene marchiata e scaricata al confine. Colpevole di un crimine che mai conosceremo. Dall’altra parte del “muro” (leggeteci pure una critica agli Stati Uniti di Trump, se volete, tanto è stata questa la linea all’uscita del film) il mondo è un caos e la nostra protagonista finisce nel posto sbagliato. 
Una tribù di culturisti (capitanata da Momoa) pronti più che altro a essere icone gay del post-nuke, la cattura e le taglia un braccio e una gamba che finiscono sulle loro tavole (d’altronde i culturisti mangiano proteine no?).
Lei però trova la forza di fuggire e s’imbatte in un’altra gang, che però preferisce la musica alla carne umana. Tutti sono buoni, un po’ cyberpunk per certi versi e soprattutto tutti fattoni senza speranza. Il leader è il buon Keanu Reeves. Arlene in esplorazione nel deserto incontra una cannibale, la uccide “trovando” la sua vendetta. Almeno pensa. Perché la donna che uccide ha con se una bambina che viene graziata dalla protagonista e che è in realtà la figlia di Miami Man (cioè, Momoa), il quale inizia a cercarla. La bimba sparisce e Arlene aiuta Miami Man a ritrovarla. S’innamorano i due? Beh ovvio o qualcosa del genere. Intanto Keanu Reeves si diverte nella sua villa e Jim Carrey appare di tanto in tanto nelle vesti de “L’Eremita”.
Non succede chissà che e la violenza pian piano svanisce per lasciarci in mezzo alla distopia. Qualche scena è ben studiata e fa effetto, così come la colonna sonora non è affatto da buttare. Il resto però spinge verso il veganesimo.

 


Scheda Tecnica
Titolo originale: The Bad Batch
Titoli alternativi:  Amores Canibais (Portogallo), Le clan maudit (Canada), Amor Carnal (Spagna), Outsiderka (Polonia), The Bad Batch – Terra Sem Lei (Portogallo), Плохая партия (Russia), Yemekle Oynanmaz (Turchia)
Anno: 2016
Nazione: USA
Regia: Ana Lily Amirpour
Cast: Jason Momoa, Suki Waterhouse, Keanu Reeves, Jim Carrey, Jaida Fink, Yolanda Ross, Aye Hasegawa
Casa di produzione: Human Stew Factory,Annapurna Pictures,Vice Films
Durata: 118′

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