Skyscraper

La “reincarnazione” di Jayne Mansfield. La super modella degli anni novanta. La Playmate. Lei è ovviamente Anna Nicole Smith sogno di quei tempi e protagonista delle cronache dell’epoca a causa del noto matrimonio con l’ottantaquattrenne miliardario J.Howard Marshall.

Non la prima sortita nel mondo del cinema, “Naked Gun 33 1/3: The Final Insult”, la vede tra i protagonisti e nemmeno l’ultima, ma di certo quella più trash (al netto degli speciali su di lei). Un film d’azione del 1996 che non fa rimpiangere i migliori B Movie della storia grazie a una trama improbabile, tanto quanto la regia e la recitazione.

Inutile dire che, gran parte del lavoro tocca a lei, sia nuda sia vestita. La vediamo in una lunghissima sequenza sotto la doccia, a letto col marito, in un flashback esibizionista, senza contare pure un tentato stupro. E la vediamo in mezzo ad esplosioni, salti e “incredibili” colpi di scena, che ci ricordano la fantasia dei “Triple B” di Sidaris.

Alla regia Raymond Martino che lega il suo nome all’esplosiva bionda, per altri lavori (tra i quali alcuni stuzzicanti documentari) e al suo fianco una serie d’attori presi principalmente da varie serie TV.
Anna è Carrie Wink una pilota di elicotteri (non so se la prima immagine in cui tocca la cloche abbia un doppio senso), sposata con Gordon un super agente di polizia. Per il solito e inevitabile caso, lei finisce nel posto sbagliato, cioè su un grattacielo preso dai soliti i cattivoni che vogliono conquistare il mondo, collezionando buffi marchingegni tecnologici. Sparano, ammazzano, fanno esplodere oggetti e persone e tocca a Carrie e al marito cercare di risolvere la situazione.
Lei recita con l’intensità di un elicottero fermo nell’hangar e ha intorno attori che cercano di darsi un tono, ma inutilmente. Sta ai suoi topless alzare l’interesse e soprattutto oscurare una marea di errori ben catalogati su Imdb. “Die Hard” ma per ridere.