Lockdown all’italiana

Lockdown

all’italiana

-Lei di dov’è mi scusi?
-Pescara
-Ah…vede io a volte vado a caccia…alle volte vado a Pescara

Non sono un fan dei Vanzina. Penso che Greggio sia un comico piuttosto scarso che non si è mai mosso dalle già banali gag degli anni ottanta.
Martina Stella mi ricorda un mio insegnante di teatro che solo a sentirla a nominare si sentiva male. Non ho grandi idee su Ricky Memphis.
Nonostante questa premessa ho solidarizzato con tutti loro quando è uscito questo film. Come ricorderete il solo pubblicare la locandina e il trailer ha scatenato una serie di commenti sui social: “Ma non vi vergognate neanche un po’? Di tutte le persone che lavorano a Medusa, a nessuno è venuto in mente che stavate a fare una stronzata?” e “Niente, fatevi schifo”. Giusto due, per gradire, tra i tanti che, senza averlo visto, hanno sommato i nomi dei cast e il soggetto della storia e hanno decretato che fosse una cazzata poco rispettosa nei confronti di tutti i morti di Covid.

Dopo aver visto “Lockdown all’italiana”, sto ancora più dalla parte di Vanzina e soci. Perché questo film non offende i morti di Covid. Assolutamente no. Ma devo dire che ripulendo i commenti social dagli insulti, devo ammettere che questo film è orrendo, banale e mal fatto.

L’obiettivo di Enrico Vanzina che segna ufficialmente il suo esordio alla regia è piuttosto chiaro, cioè, ironizzare sui vizi italiani presi in mezzo dal lockdown, ispirandosi ai classici della commedia italiana, citando (piuttosto a cazzo) Alberto Sordi e Vittorio Gassman, con quella punta di amarezza che qui trova il suo punto più alto in un breve monologo di Greggio che naturalmente con la sua poca capacità interpretativa rovina completamente (il senso delle parole non era così sbagliato). In mezzo ci finisce anche la TV alla Barbara D’Urso e l’ignoranza delle persone.
Fin qui tutto bene, ma è inutile ricordare che Vanzina non è Monicelli e che Greggio e Memphis non sono Sordi e Gassman.

Vediamo così una storia piuttosto scialba con il comico piemontese che fa nuovamente l’uomo maturo (piuttosto maturo) che se la fa con le ragazzine. Beh, ragazzine in un certo senso, considerando che Martina Stella a trentasei anni è ancora lì a fare la giovane in preda a fuochi giovanili. Ricky Memphis non fa altro, anche lui, che ripetere il classico personaggio del romano borgataro e semplice che subisce gli eventi. Chiude il quartetto di protagonisti Paola Minaccioni forse l’unica che dovrebbe sapere qualcosa sulla recitazione ma che si trova alle prese con un personaggio stereotipato al massimo e che ha ben poco da dire (oltre lei co-firma anche la sceneggiatura).

Se da un lato la già citata Barbara D’Urso è un obiettivo della satira, una serie di comparsate di personaggi trash riabilita e sottolinea la grandezza della regina Barby. L’esempio più eclatante è di certo Maria Luisa Jacobelli, figlia di Xavier Jacobelli direttore di Tuttosport, conduttrice TV, influencer, concorrente di Temptation Island, la cui performance artistica è peggiore di una bambina che una recita all’asilo (ma con la differenza che Maria Luisa può vantare un generoso decolleté). C’è anche Romina Pierdomenico che gossip alla mano è la fidanzata di Greggio, che rinnova, questa volta sì, la tradizione di alcune commedie italiane, girate al grido di “tutti dentro!”.

Riassumendo “Lockdown all’italiana” è a tutti gli effetti, un film di una bruttezza rara, il cui seppur nobile tentativo è distrutto da quanto già detto e da una regia e un montaggio che non sembrano avere una benché minima idea. Senza parlare dei titoli di coda con gli errori degli attori, una roba da anni novanta.

Mariella (Paola Minaccioni) scopre che il marito Giovanni (Ezio Greggio) un ricco avvocato, la tradisce. Nella periferia di Roma, Walter (Ricky Memphis) scopre che la sua compagna Tamara (Martina Stella) lo tradisce. Le due coppie scoppiano, pianificano di separarsi ma scatta il lockdown, costringendole così a vivere insieme. Gli intrecci delle due storie che non sto a sottolineare per quanto facile siano da capire, portano i quattro a confrontarsi con le proprie vite e i propri partner “ironizzando” come detto, sui vizi e abitudini degli italiani includendo anche un app per incontri chiamata “Famo Bingo”.
Se proprio bisogna trovargli un merito è il primo film uscito dopo il lockdown in Italia. Me ne avremmo fatto volentieri a meno. Sia del lockdown, sia del film.

Scheda tecnica
Titolo originale: Lockdown all’italiana
Regia: Enrico Vanzina
Anno: 2020
Nazione: Italia
Cast: Martina Stella, Ezio Greggio, Ricky Memphis, Paola Minaccioni, Maria Luisa Jacobelli, Romina Pierdomenico
Casa di produzione: Dean Film, New International, Medusa Film
Durata: 94’

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