Drammatici tagged posts

La Masque de la Méduse

La Masque de la

Méduse

Tu veux encore tué Meduse?
Sarà che ai giorni nostri Il discorso intrapreso in “La nuit des Horologes”, che doveva essere l’ultimo atto di una lunga carriera, trova una sua continuità in “La masque de la Méduse” che esce, quasi a sorpresa, nel 2009. E tra l’altro nemmeno questo doveva essere l’ultimo film, perché Jean Rollin aveva in mente un altro progetto che però non riesce a realizzare.
Ci troviamo dunque in un lavoro in cui si fa di nuovo il punto di una vita e si parla di memoria e morte. Un film che inizialmente, durava solo sessanta minuti ai quali il regista aggiunse un’altra ventina di minuti creando così un film in due parti e rimandando curiosamente all’esordio di “Le viol du vampire”.

Con il suo stile lento e malinconico,...
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Amore e morte nel giardino degli dei

Amore e morte

nel giardino degli dei

Da quel momento che mi sembrò o udì l’auto di Timothy partire, non ricordo più nulla. Solo quell’assurdo risveglio nel mio letto. I vostri volti intorno a me.

Stile, eleganza e seduzione, con una narrazione a incastri interessante, l’ottima fotografia di Romano Scavolini e un altrettanto ottimo commento sonoro di Giancarlo Chiaramello.
Sauro Scavolini alla regia, poi, ci mette tanta passione, una passione che copre l’evidente piccolo budget a disposizione.
Ci mette anche molto coraggio, perché in un periodo di giallo all’italiana, prende pian piano un’altra via, quella del thriller psicologico e morboso, o del dramma venato di erotismo.
Una scelta coraggiosa, che però crea una storia che non lascia lo spettatore incollato allo scherm...

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White Lines

White Lines

So Nights are so big. You’ll never recover

Che nomea si stanno facendo autori e registi spagnoli in questa new wave in streaming, è una cosa che mi chiedo spesso. E la risposta, onestamente, non è che mi entusiasmi. A costo di passare per vecchio trombone ma oggi dalla Spagna arrivano spesso lavori tamarri e un po’ scontati, che oggi, grazie soprattutto a “Netflix” imperversano sui device di tutto il mondo.
Non sto parlando solo di Alex Pina e non lo vedo come l’anticristo, ma sicuramente è quello che al momento, ricco contratto con il colosso americano in mano, sta segnando le produzioni del suo paese.
Così in attesa di “Sky Rojo” e dopo esserci “gustati” la “Casa di Carta”, Pina ci propone “White Lines”.
Una serie dal titolo buono per una stori...

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Baywatch

Baywatch

(ode a)

Are you sure this is a life guard initiation thing?
In questo periodo storico, dopo due minuti di telegiornale del mattino, mi viene l’angoscia. Pessimismo e fastidio per questa spiacevole situazione, ma per fortuna c’è “Paramount Network” che riesce ad alleviare il mio stato d’animo. E lo fa con le repliche di “Baywatch”. E non una puntata sola, ma ben due. L’oceano, la spiaggia, il sole e i salvataggi. Ok va bene: le bagnine in costume rosso. E sappiate che buttarsi in quel mare trash e improbabile è un raggio di sole che distrae da tutto quanto.

Sinceramente non avrei mai pensato che “Baywatch” potesse avere quest’onore...

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La Casa di Carta

La Casa di Carta

Quarta Stagione

Tutto può andare a puttane in un millesimo di secondo

Attenzione! Contiene spoiler!

“Tutto può andare a puttane in un millesimo di secondo”, dice Tokyo e, in effetti, il dubbio che stia per accadere mi viene quasi subito. Matrimonio in un chiostro. Ci sono il Professore, Palermo, Marsiglia e Berlino che è lo sposo. E soprattutto c’è un coro di frati che intona “Ti Amo” di Umberto Tozzi. Poco conta che subito dopo cantino “Centro di gravità permanente” di Battiato, perché è evidente che la quarta serie de “La casa di carta” ha già scelto cosa essere.

Va bene, se fossi Umberto Tozzi o Battiato direi che le cose stanno andando alla grande, un po’ di pubblicità non fa mai male...

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The Walking Dead

The Walking Dead

Stagione 10

So, when Alpha took me in, I admit it, I liked it, it was, it was nice feeling like I mattered again, like I was respected, but she took it too far. You don’t kill people that don’t deserve it, and you never kill kids

Vi sembrerà strano, ma c’è un motivo per guardare l’ennesima stagione di “The Walking Dead”. E il motivo è che, sorprendentemente, c’è stato un miglioramento rispetto alle ultime e rovinose annate. Beh…a dire il vero più che altro ci provano, il tentativo è onesto e anche se manca ancora una puntata che potrebbe confermare o ribaltare (mmm…mi sa che questa è un’altra serie), il risultato, mi sento di dire che le cose sono migliorate sebbene “The Walking Dead”, rinnovata per l’undicesimo anno (!), doveva chiudere come ...

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Tiger King

Tiger King

There is a God. Her name is karma and she’s got a sick sense of humor

Ci vorrebbe il più scatenato John Waters e la presenza di Divine, per rendere “perfetta” questa serie. Perfetta, sia chiaro, tra obbligatorie virgolette. Dopo i primi cinque minuti la voglia di cambiare è tanta, stai guardando una serie che è un documentario crime, su uno che ha delle tigri, osteggiato da un’ambientalista che si batte contro una legge degli Stati Uniti. Facile no? Che sarà mai?

Però dopo dieci minuti ti prende un malsano senso di ficcare il naso nel sudicio e vedere quanto in basso possano andare i protagonisti, con il risultato che assisti esterrefatto, a ciò che vedi. Togliendo anche una percentuale di finzione scenica, il risultato non cambia. Questa è una serie filthy...

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Hunters

Hunters

Why do the good guys always have to choose to do the right thing?

L’ampia pubblicità che Amazon ha fatto in ogni posto, faceva facilmente intuire che “Hunters” era per il colosso americano, un prodotto di punta, anche per la presenza di Al Pacino.
L’idea nasce da David Weil, nipote di una sopravvissuta all’Olocausto, e giovane e interessante autore che sentiremo spesso in futuro e che non solo ha convinto Amazon, ma anche Al Pacino e un cast di tutto rispetto della bontà della sua storia.
Come il titolo ci fa facilmente pensare, qui, si parla di cacciatori. Cacciatori di nazisti per la precisione, capeggiati da un grandioso Al Pacino la cui partecipazione non è un semplice cameo da star idolatrata per richiamare pubblico, ma un ruolo centrale per le vicende della sto...

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La Nuit des Horologes

La nuit des horologes

Ici c’est la maison du péchés Nous sommes au debut de La Nuit des Horologes

Giunge il tempo di bilanci, di guardare al passato, agli amici, ai collaboratori. “La Nuit des Horologes” è più questo che un film vero e proprio. Ma tranquilli, Jean Rollin non ha mai dato la sensazione di essere uno autocelebrativo, anzi, e, in effetti, i dubbi che questo film del 2007 possa esserlo, svaniscono praticamente subito.
Esattamente quando all’inizio Françoise Blanchard ci dice che questa è la notte degli orologi, che ci troviamo nella casa dei peccati, che una porta sarà aperta e che la giovane sta per uscire.
La giovane che esce dalla porta temporale è
 Ovidie, ex pornostar, protagonista di questo film che forse doveva essere il testamento del regista francese...

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Top Girl

Top Girl

-Mike…quella ragazza è una vera forza della natura. Oh, so bene che tra voi due c’è qualcosa di più di un’amicizia, ma lei dice che in fondo non è niente di importante
-Sì è così
-Eh…dì la verità. È insaziabile!

Alla fine l’idea non è neppure male. Sì, molto vecchia, ma il concetto di sesso e compromessi nel mondo dello spettacolo è un tema interessante, soprattutto se alla regia c’è il grande Joe D’Amato. Solo che siamo ormai negli anni novanta e l’amato Aristide non è più quello dei tempi migliori e se per questo nemmeno il cinema di genere se la passa bene.

Quindi il suo “Top Girl” è uno di quei film da terza serata su canali regionali, pieno di musica fastidiosa e la cui maggior spesa è senza dubbio quella degli esterni a Los Angeles...

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