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New Year’s Evil


New Year’s Evil

-Well listen Mr. Evil, do you have a vote for the top song of the year?
-No. Just a new year’s resolution.


Gli affascinanti psicopatici di una volta. Tutti minacce e coltelli. Quelle belle trame leggere e prevedibili. Quelle regie che non sanno che fare alla pari di attori imbarazzanti. Ma sì certo, non sono una novità su queste pagine, altrimenti questo sito non si chiamerebbe bmoviesheroes, ma ogni volta che becco un film così, è un’esplosione di piacere, è una gioia, è una festa.

“New Year Evil’s” è solo l’ultimo di questa lista. Un film che ha un’importante lista di recensioni che lo stroncano a partire da Roger Ebert, passando per Metacritic e chiudendo appunto con questa mia. Perché sì è veramente un film fatto malissimo. E brutto.
Ma gli va ...
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Black Phone


Black Phone

The creepiest damn thing…

Poche cose felici in un sobborgo di Denver. Giocare a baseball, guardare di nascosto “The Tingler” di William Castle alla TV. Ma per il resto una società dove la violenza regna indisturbata. A casa, a scuola e per strada. Bullismo, alcolismo. E un mostro detto “The Reaper” (il Rapace in italiano) che rapisce i ragazzini.

“Black Phone” tratto da un racconto di Joe Hill per la regia di Scott Derrickson si presenta senza alcun fronzolo, senza alcun colore. Con una storia, se vogliamo, semplice, decisa e claustrofobica che mischia il paranormale alla violenza fisica, allo slasher e lascia allo spettatore molta immaginazione...
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Species


Species

Men cannot resist her. Mankind may not survive her
Pensate ad Alien con le tette e avete Species. Non è un caso, perché è Hans Ruedi Giger quello che ha creato il mostro di Alien a mettere mano su Sil, la bellissima aliena protagonista di questo sci-fi/horror.
Lei è interpretata da Natasha Henstridge una modella canadese (bellissima, già detto no?) che esordisce nel mondo del cinema con questo film e che interpreta anche i due successivi sequel. Accanto a lei un super cast composto da Ben Kingsley, Michael Madsen, Alfred Molina, Forest Whitaker e Marg Helgenberger. Niente male no?
Dietro alla macchina da presa troviamo Roger Donaldson che dirige una storia scritta da Dennis Feldman. E produce la MGM.

Super cast, super produzione e super tutto portano lo spettatore a pensare...
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Winnie the Pooh: Sangue e Miele


Winnie the Pooh:

Sangue e Miele

Pooh, please stop this! Take me instead! Why’re you doing this?
You left!
Va detto che l’idea è oltremodo suggestiva. Prendere per il culo un classico dell’infanzia e trasformarlo in un mostro. Personalmente poi ho sempre provato per Winnie the Pooh, una certa antipatia e una certa simpatia per Ih-Oh e Pimpi. Non so perché e non importa in questo caso, ma è forse per questo che fin dal primo trailer ho seguito con un certo interesse le notizie su questo film. Fino alla visione. Ah!


Dopo aver visto questo film di Rhys Frake-Waterfield, attesissimo da tutti proprio per la sua idea di base, ho rivalutato la figura dell’orsetto giallo, che non meritava una trasposizione di questo tipo...
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Washing machine


Washing machine

You can’t wash away the terror
Un poliziotto deve indagare su un misterioso omicidio commesso in una casa in cui vivono tre sorelle. E non tre sorelle qualsiasi, ma tre bellezze da paura che non fanno altro che provocarlo e tentare di sedurlo senza ritegno. Un duro lavoro quello del poliziotto, quasi quanto quello del regista che deve cercare di fare film interessanti che reggano dall’inizio alla fine.

Ci prova, in questo caso, il buon vecchio Ruggero Deodato che prende armi e bagagli e se ne va in Ungheria sicuramente per fini artistici ma anche per risparmiare un po’ sul budget.
Su sceneggiatura di Luigi Spagnol, lavora con un cast internazionale niente male. Abbiamo il francese dagli occhi di ghiaccio Philippe Caroit nel ruolo dell’ispettore Stacev, la prorompe...
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Squirm

Squirm

An avalanche of killer worms…writhing across the land in a tidal wave of terror!
La natura si ribella, lo sappiamo, e qui lo fa in maniera decisamente assurda: un traliccio dell’alta tensione si spezza causa temporale, i cavi toccano terra e scatenano la violenza dei vermi. Sì, dei vermi.
Nata da un’esperienza “simile” di Jeff Lieberman, che cura la regia oltre ad aver scritto la sceneggiatura, “Squirm” film del 1976, ha generato contrastanti reazioni.
Per quanto mi riguarda credo sia l’horror più noioso che abbia mai visto, al limite della sonnolenza, e le scene splatter, non tante a dire il vero, per quanto ben fatte con i trucchi di Rick Baker (sette Oscar vinti per miglior trucco) non mi hanno ridestato dal torpore.
Tutta la carrellata di personaggi da horror si da...
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Werewolves on Wheels

Werewolves

on Wheels

We all know how we’re going to die, baby. We’re gonna crash and burn
Già solo il titolo merita la visione di questo film, che non delude di certo poi le attese di chi ama i b’s.
Secondo me, parere personalissimo, Michel Levesque apprezzato direttore artistico con collaborazioni con Russ Meyer, deve aver pensato che fare un film sui dei bikers maledetti fosse una buona idea. D’altronde siamo nel 1971 e gli Hell’s Angels hanno compiuto il loro misfatto più famoso due anni prima. Quindi è un tema ancora caldo. Ma un certo punto Levesque si deve essere reso conto che mancava qualcosa al suo film. Una spinta. E che fa? Ci mette dentro i licantropi.

Mi ripeto, è un’idea del tutto personale, ma quello che è certo è che questa commistione ci regala un bikexploitati...
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Cocainorso

Cocainorso

That was so messed up. That little man was an expert on bears, but he didn’t know that bear was the cocaine bear.
Leggendo qua e là sui social, qualcuno ha preso seriamente “Cocaine Bear” o “Cocainorso”.
Si leggono critiche sdegnate e incazzate per il film di Elizabeth Banks, manco attendessero un lavoro di Kubrick.
A me sembrava abbastanza chiaro, anche senza l’aiuto di droghe, e fin dalle prime immagini e dal primo trailer che l’obiettivo finale fosse solo e unicamente quello di creare un film horror, un po’ splatter, demenziale, in salsi anni ottanta.

E “Cocainorso” riesce perfettamente in questo intento, con personaggi stereotipati da film crime e horror, scene assurde, humor nero e una trama quasi nonsense...
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Frankenstein all’italiana

Frankenstein

all’italiana

-…iga
Sì insomma, lo sappiamo che il modo di dire “all’italiana” non sempre è utilizzato con accezione positiva. E probabilmente mai come in questo caso incarna il suo significato di “fatto con leggerezza”, “faciloneria”, “superficialmente”. Beh…diciamolo pure: alla cazzo.

Armando Crispino su sceneggiatura di Massimo Franciosa e Luisa Montagnana, si butta nella scia di “Frankenstein Jr” cercando di farne una sua versione. All’italiana. Già il fatto di seguire la scia di un film che è una parodia, per farne un’altra parodia e soprattutto seguire uno dei capolavori del cinema comico di tutti i tempi, rivela che questa è una pessima idea.
Come se non bastasse, la storia stessa è un mostro che prende pezzi qua e là e li lega con il ...
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Beyond Re-Animator

Beyond Re-Animator

-God damn you!
-Religion has nothing to do with this
C’è da dire che “Beyond Re-Animator” ci consola nei confronti del più diretto predecessore l’orrendo “Bride of Re-Animator”. Ma c’è anche da dire che questo film del 2003 (regia sempre di Brian Yuzna), non ha idee nuove, ma resta un omaggio al primo e inarrivabile film della serie. Forse l’unica cosa nuova è una produzione spagnola e i set in Catalogna e Comunità Valenciana.


Certo, Jeffrey Combs che sempre è il sinistro e spietato dottor West interpreta questo ruolo con la solita, cattivissima, precisione. E di certo, il sangue non manca così come un pizzico di morboso erotismo. E, ancora, c’è una buona regia e un’interessante fotografia.
Alla fine però tutto gira come sempre...
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