Ruggero Deodato tagged posts

Cobra Non È

Cobra Non È

-Devo andare fuori a chiamarlo. Aspettami qua
-L’ultima volta che l’hai detto non è andata bene

Prima di dire cosa è o non è Cobra, bisogna dire che Mauro Russo non è Tarantino. Nessuno di noi è Tarantino. Non è nemmeno Guy Ritchie di “Lock & Stock” o di “The Snatch”. È un regista all’esordio in un lungometraggio che ha fatto diverse esperienze di livello nei videoclip girando per Fedez, Club Dogo, Salmo, Marracash, Clementino, Gue Pequeno e Rocco Hunt e ha una cultura pop, da quel che si vede, invidiabile, oltre ad essere un fanatico del cinema di genere.
L’esperienza nella musica, è il lato positivo, quello che salva questo film, che imita troppo lo stile e i modi del Tarantino più pulp e degli epigoni vari.
Poco originale dunque, ha anche un momen...

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Ondata di Piacere

Ondata di Piacere
 

Citiamo Jorge Luis Borges, sperando di far inorridire gli intellettuali che finiscono su questo blog di sangue, tette e porcate, che diceva “Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare”.
Anche noi non riusciamo decifrare il mare. Quello descritto da Deodato in questo film.

Tanto Quelli Come me in galera non ci vanno mai


“Ondata di Piacere” è una pellicola interessante, che mischia critica sociale, th
Ondata di Piacereriller ed erotismo, ma tutte queste cose (un mare di cose se ci consentite la pessima battuta) sono a volte poco legate insieme e faticano a portare avanti la storia. Deodato che parte da “Il Coltello Nell’acqua” di Polanski e s’infila nel filone delle “barche e patimenti”, crea un film furbetto, che nonostante i difetti, grazie al suo mestiere ...

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Django

Django



-Il film comincia con un uomo che si trascina nel fango, trascinandosi appresso una bara
-bello come inizio!
-Sì sì infatti
-E poi?
-E poi…non lo so…pensaci te, io non ho la minima idea
(Dialogo tra Piero Vivarelli e Sergio Corbucci, riportato in un’intervista a Vivarelli per il TG1)

Un uomo, una bara. E il resto chissà. Sergio Corbucci e Piero Vivarelli partono così per un viaggio cinematografico che li conduce semplicemente a un capolavoro, una pietra miliare, dello “spaghetti western”.
Su “Django” si è detto e si può dire di tutto e hanno ragione anche i detrattori, che sottolineano l’eccessiva fama di un film che se analizzato in ogni singola parte ha i suoi buoni difetti: una storia non originalissima, dei personaggi poco approfonditi e una recitazione gelida...

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La casa sperduta nel parco

La casa

sperduta nel parco

David Hess … star of “Last House on the Left” is loose again … DON’T GO IN THE PARK!
Due minuti, musica da disco anni ottanta e scena di stupro. Si sa che Ruggero Deodato non si è mai posto grandi limiti e qui alle prese con un “rape revenge”, che nel titolo cita “The Last House On The Left” e che prende idee e strutture un po’ di qua, un po’ di là, di certo non cambia il suo stile. Per fortuna.
Il legame con il “totem” di Craven è cementato anche dalla presenza di David Hess nuovamente protagonista e nuovamente in un ruolo da psicopatico (e non è la seconda volta).
A differenza però di Craven, Deodato si spinge maggiormente sul lato della cattiveria, facendo apparire entrambi le parti in causa come cattive...
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Uomini si nasce poliziotti si muore

Uomini si nasce

poliziotti si muore



Voi due poi mi piacete sempre meno. Anche per voi non è in discussione la vostra efficienza, ma non è molto divertente che ogni volta che uscite per servizio dobbiate tornare lasciandovi dietro due o tre cadaveri più o meno sfracellati.
Ruggero Deodato si fa una passeggiata nel poliziottesco e naturalmente non può starsene tranquillo, ma deve cercare una sua personale strada. Così arrivano sanguinosi crimini, sanguinose prese di posizione della polizia, un po’ di ironia, due eroi che anticipano “Starsky & Hutch” e a ben vedere opinioni su femminismo e giustizia. E di contorno un’ottima colonna sonora e il solito  “anti-animalisimo” che questa volta colpisce un cane-guida.
“Uomini si nasce poliziotti si muore” è un originale...
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Ultimo mondo cannibale

Ultimo mondo

cannibale



Robert! Quello che stai mangiando è un pipistrello ed è anche cotto in modo schifoso! E sei sbattutto in mezzo alla giungla a chissà quanti chilometri dal mondo civile!

L’antipasto è servito. Ci pensa “Monsieur Cannibal” a servirlo ed è solo l’inizio della trilogia cannibale. Ruggero Deodato nel 1977 ha l’occasione di dirigere un cannibal movie che probabilmente gli apre diverse strade ma che sicuramente gli fa una grande pubblicità (nel bene e nel male).

Come le migliori storie questo lavoro è il frutto di una serie coincidenze curiose, che iniziano nel 1972 quando Umberto Lenzi dirige il primo film italiano sui cannibali “Il paese del sesso selvaggio”...

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Cannibal Holocaust

Cannibal Holocaust



Better to rest in peace in the warm body of a friend than in the cold ground
“Cannibal Holocaust” è più che un titolo brillante, è più che un’abile mossa commerciale ed è più che un film di genere. Ruggero Deodato con questa pellicola entra nella storia del cinema, creando polemiche, shoccando il pubblico, ma soprattutto portando un messaggio importante. Perché prima di tutto “Cannibal Holocaust” è un’accusa nei confronti dei media e delle falsità che spesso producono e propongono al pubblico, che rapportato all’anno di uscita, è proprio un messaggio forte.
Poi è vero tutto il resto, “Cannibal Holocaust” è un’abile mossa di un regista che vuole (e ci riesce) creare un film che sembri reale, che sembri uno “Snuff Movie”...
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