The Haunting of hill house

The Haunting of

hill house


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Mi piace seguire le pagine dei tabloid, tipo “Cronaca Vera” per intenderci o il “Sun”. Tutte quei titoli a cazzo mi fanno impazzire, anche se gli anni d’oro di diavoli che ingravidano e fantasmi porcelloni sembrano passati.
Beh, un giorno mi cade l’occhio su un articolo del “Sun” che diceva “fans have claimed that The Haunting of Hill House is so scary they’re passing out”, riferendosi alla serie TV “Netflix” “The Haunting of hill house”. Gente che non dorme gente che vomita, dopo la visione.
E che sarà mai? Lo dice il “Sun” e ci si può fidare (sì, vabbè) e quindi con l’aspettativa di vedere un’ennesima cafonata horror, inizio a guardare “The Haunting of hill house”. Alla fine devo ringraziare il “Sun” per avermi fatto conoscere questo lavoro a dir poco entusiasmante e spaventoso.
Mike Flanagan già regista e autore di casa “Netflix” e da sempre nel mondo dell’horror, mette mani sull’omonimo libro di Shirley Jackson, scrivendo e anche dirigendo tutti gli episodi. A differenza di quando fatto per il “Gioco di Gerald”, Flanagan prende una strada del tutto diversa da quella originale. Tiene la “casa infestata”, l’eleganza e vari doppi significati, ma cambia tutti i protagonisti.

La famiglia Crain nei primi anni novanta si trasferisce in un’enorme casa, con l’obiettivo di restaurarla e venderla. Hugh e Olivia (Timoty Hutton/Henry Thomas e Carla Cugino), architetti/costruttori, sono i genitori di cinque figli, due maschi (Steven e Luke) e tre femmine (Shirley, Theodora ed Eleonor). La vita nella casa però, già oggetto di storie del terrore del luogo, non è semplice, i bambini avvertono strane presenze, vedono fantasmi e mostri. Un giorno poi Olivia muore e Hugh scappa dalla casa con i figli, che crescono in seguito con la zia.
Un periodo tragico che però non fa parte del passato e che ha lasciato diverse situazioni da chiudere, che si riaprono all’improvviso oggi a seguito di un tragico evento.
I figli ormai cresciuti vivono a loro maniera con quanto accaduto in passato. Steven è un famoso scrittore horror, Luke è un tossico, Shirley lavora nelle pompe funebri con il marito, Theodora è una psicologa infantile con poteri paranormali ed Eleonor è sposata con un terapista del sonno.
I Crain tornano così confrontarsi con i loro fantasmi. Fantasmi nel senso soprannaturale del termine, con le presenze che non li hanno mai abbandonati e fantasmi in senso figurato, con tante cose della famiglia Crain da risolvere e capire (a iniziare dalla morte della madre).
Una narrazione avvincente (ma non sempre facile da seguire) alterna flashback al presente, affiancando notevoli punte di horror molto ben fatto, svelando di puntata in puntata tutti i terribili misteri.

L’aspetto horror è comunque un aspetto secondario, sul quale Flanagan sembra puntare solo in seconda battuta. Sì, certo, i mostri ci sono, sono ben fatti e spaventosi (molto a quanto dice il “Sun”) ma è tutto il contorno psicologico che fa da padrone e che spaventa maggiormente.
Flanagan è abile a evitare tutti i temibili cliché dell’horror, seppur utilizzi alcuni schemi classici, con una chiara passione per lo stile di King. Ci dà molta eleganza, un’ottima fotografia e degli effetti speciali efficaci, che ben si uniscono a personaggi intensi, spaventosi e ben recitati.
Non c’è dubbio, questa è una delle migliori serie horror di questi ultimi tempi, incoronata anche da Stephen King. Sogni d’oro eh!

 

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