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Species


Species

Men cannot resist her. Mankind may not survive her
Pensate ad Alien con le tette e avete Species. Non è un caso, perché è Hans Ruedi Giger quello che ha creato il mostro di Alien a mettere mano su Sil, la bellissima aliena protagonista di questo sci-fi/horror.
Lei è interpretata da Natasha Henstridge una modella canadese (bellissima, già detto no?) che esordisce nel mondo del cinema con questo film e che interpreta anche i due successivi sequel. Accanto a lei un super cast composto da Ben Kingsley, Michael Madsen, Alfred Molina, Forest Whitaker e Marg Helgenberger. Niente male no?
Dietro alla macchina da presa troviamo Roger Donaldson che dirige una storia scritta da Dennis Feldman. E produce la MGM.

Super cast, super produzione e super tutto portano lo spettatore a pensare...
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Slave Girls from Beyond Infinity

Slave Girls from

Beyond Infinity

I have a strangest feeling that the normal laws of time and space no longer apply

Due bionde in bikini fuggono da una prigione su qualche pianeta non ben definito. Quello che si può dire un buon inizio di un film che ha tutte le caratteristiche per essere un b movies di tette e alieni, come il gustoso titolo ci suggerisce.
Né di più né di meno.

Beh, in effetti, questo film del 1987 è proprio così. Ma bisogna dire che il regista Dixon e la produzione cercano di fare le cose per bene. Non ci riescono, almeno, non sempre, ma gli va riconosciuto che ci provano a cominciare dalla voce robot, fatti da costumi piuttosto dignitosi.
Probabilmente buona parte del budget è finita lì e nel set principale (una sorta di fortezza) e si sono dimenticati di pagare...

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Project Moonbase

Project Moonbase

Sorry for going female on you, Major.

according to my calculus 36 milions miles should be equal to a ratio of 67 milions miles
Non c’è bisogno di traduzioni per questa frase che evidenzia che in questo film c’è un po’ di confusione. E contraddizioni. Perché “Project Moonbase” vorrebbe essere un film “progressista” dal punto di vista del ruolo delle donne.
Ad esempio, gli USA hanno una donna a capo del paese e c’è sempre una donna a capo della missione, ma allo stesso tempo, sono descritte come delle grandi rompicoglioni che senza l’aiuto dell’astuto maschio non andrebbero da nessuna parte, oltre ad essere buone per mettere su famiglia.

A volerne parlare bene diciamo che Richard Talmadge con questo lavoro del 1953 ci prova e qualche idea piuttosto...

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Attack of the 60 Foot Centerfolds

Attack of the

60 Foot Centerfolds

You looked in the mirror lately? How old are you – THIRTY? Are your breasts getting smaller?


Ho letto recensioni negative su questo film e non me ne capacito. A parte il fatto che al Fred Olen Ray dei B’s bisogna solo volergli bene, che volete dire a un film che ha una donna di 18 metri che passa quasi tutto il suo tempo in (e senza) bikini?
Non vorrei entrare nel dettaglio ma credo che ci siamo capiti.
Oltre a questa enorme abbondanza, il regista americano parodia gli sci-fi degli anni ‘50 con palese riferimento a “Attack of the 50 Foot Woman” del 1958, aggiungendo come già detto dosi abbondanti e tette gigantesche. Il binomio perfetto.La storia è stupida al punto giusto con un sacco di battute idiote, creando così il giusto mix tra la presa ...

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A.I.Rising

A.I. Rising

She was his android slave. He fell in love … And turned her into a person

So che se raccontassi al bar per sommi capi, la trama di questo film si aprirebbe un mondo di battute e considerazioni maschiliste. Insomma, sei su un’astronave con un robot donna che puoi comandare a piacimento, che fai?
Quello che la maggior parte degli uomini farebbe (non facciamo gli ipocriti) è la stessa cosa che fa all’inizio il protagonista, ma soprattutto è la stessa cosa che questo film Serbo del 2018, esordio del regista Lazar Bodroza, distrugge nello sviluppo della storia.

Come molti altri predecessori qui si indaga sul rapporto umano\intelligenza artificiale avanzata, sui suoi sviluppi, potenzialità e inevitabili problemi. Ma a differenza di molti “A.I. Rising” parla di sessual...

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Fire Maidens from Outer Space

Fire Maidens

from Outer Space

-Based on what we’ve learned, the possibility of life as we know it exists only on the 13th moon.

Giovani donne con vestiti corti, uniche abitanti con un uomo di mezza età, di un pianeta sperduto. Donne impaurite e bisognose di aiuto per uccidere un mostro cattivissimo. Una missione imperdibile per il maschio terrestre, sempre pronto a mettere le mani su qualche bella aliena.

Una sinossi sicuramente gustosa, che in altri tempi e in mano ad altri avrebbe sicuramente dato qualcosa di più frizzante (e d’altronde gli esempi non mancano di certo). Ma sarà che siamo nel 1956, o più semplicemente che il regista e autore Cy Roth, non era assolutamente in grado di scrivere o dirigere una storia simile, ci troviamo in un film il cui unico sussulto è un tran...

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Horror of the Blood Monsters

Horror of the

blood monsters

You’ll scream yourself into a state of shock!

Come si fa a parlare con un’aliena Tagoni? Molto semplice, si mettono un aggeggio nel cranio, tagliando dietro l’orecchio e cambiando così le sue onde cerebrali. Operazione da fare tranquillamente all’aperto e in pochi secondi, eh.
Al Adamson è uno dei motivi dell’esistenza di questo blog e il geniale regista americano ogni volta regala grandi soddisfazioni. Qui, però, tocchiamo punte memorabili, sia dal punto di vista della storia che da quella della produzione.
“Horror of the blood Monsters” si apre con dei vampiri urbani che fanno incetta di vittime...

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Queen of Blood

Queen of Blood

HIDEOUS BEYOND BELIEF… with an INHUMAN CRAVING

“Maestro, c’è vita nell’universo?”. “Mah, giusto un po’ il sabato sera”, diceva Maestro Guzzanti nei panni di Quelo. Ed è la stessa domanda che si fanno i terrestri in questo film del 1966, secondo cui, nel 1990 abbiamo già conquistato da venti anni la luna, possiamo andare e tornare come ci piace e velocemente, ma, con grande delusione non c’è nulla da fare lassù e nessuno con cui parlare. Però, un giorno arriva un messaggio dallo spazio profondo, gli alieni ci vogliono conoscere, vogliono venire sulla Terra.
Solo che gli si rompe l’astronave all’uscita Marte. E noi, per venirgli incontro, tipo l’ACI, ce ne andiamo sulla Luna, pronti poi per il pianeta Rosso.

Incipit interessantissimo per uno sci-fi low budg...

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Mothra

Mothra

Mothra, she’ll rescue us, and return us to our island!

Il 1961 è l’anno in cui la falena spicca il volo, portando con sé disastri, poesia e messaggi di trattare bene il pianeta e gli altri che a distanza di quasi sessant’anni sono purtroppo più che mai attuali.
Mothra è un kaiju (insomma, un mostro) della leggendaria casa di produzione Toho, cioè quella di Godzilla e infiniti suoi compagni di merende che ci hanno allietato in tutti questi anni.
Il tutto nasce da Takehiko Fukunaga, Shinichiro Nakamura e Yoshie Hotta, autori della Toho, che scrivono il racconto “The Luminous Fairies and Mothra”, poi serializzato e che è la base per la Toho, che nel 1961 voleva ingrandire il parco mostri, per creare una versione cinematografica.

La casa di produzione affida la sceneggi...

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Occhi dalle stelle

Occhi dalle stelle

Sia pure in luoghi, momenti, circostanze e paesi diversi, parte degli avvenimenti narrati in questo film, sono veramente accaduti

Anno particolarmente fantascientifico, il 1978, per Mario Gariazzo. Oltre a sfornare una grande perla trash come “Incontri molto ravvicinati…del quarto tipo”, Garriazzo, gira anche “Occhi dalle stelle”. E se uno ha visto il primo e non il secondo forse si aspetta lo stesso tema, vagamente sci-fi e molto porcelloso.
Invece, “Occhi dalle stelle” è radicalmente l’opposto, segue il tema alieni con serietà, sviluppando una tesi complottista che oggi sarebbe il manifesto di diversi gruppi, complottisti sui vari social.

“Occhi dalle stelle”, pur seguendo la scia del noto film di Spielberg, per i primi 10’ fa sognare lo spett...

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