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La via della droga

La via della droga

Volete capire sì o no che l’Italia è solo una tappa sulla via della droga.

Carrellata di immagini in apertura. Fabio Testi si muove a Hong Kong, una persona prepara una dose di eroina, poi Cartagena in Colombia, Amsterdam, New York e, infine, Roma. Praticamente i primi 7 minuti di La via della droga raccolgono tutto il film e soprattutto la brillante idea di ampliare il giro criminale dell’eroina, in questo caso, uscendo dai territori nazionali e mettendo il tutto in un intricato caso internazionale. 

Poi ci sono i Goblin che si occupano della colonna sonora e il già citato Fabio Testi, un po’ in versione Er Monnezza, agli ordini di Enzo G.Castellari. E con queste premesse ci si aspetta, come minimo, un capolavoro del genere, un’opera epocale...

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Una vita spericolata


Una vita spericolata

Non è una rapina! Non li voglio i soldi!


A Marco Ponti, gli si vuole bene. A prescindere. Per “Santa Maradona”, ok, ma anche perché quanti registi di Avigliana, piccolo posto in provincia di Torino, conoscete? Una rarità.
Tuttavia (quanto amo questa parola così forbita, che sembra annunciare sempre il peggio) anche alle persone a cui vuoi bene ogni tanto devi dire che hanno fatto qualche errore. E nel caso di Ponti è “Una vita spericolata” film del 2018.
Con in testa il Guy Ritchie di “Lock & Stock” e “The Snatch” Ponti allestisce una commedia “on the road” con tre, soliti, improbabili criminali.

A scatenare gli eventi ci pensa un, solito, fraintendimento...
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Il giorno del Cobra


Il giorno del Cobra

Sei venuto per ammazzarlo allora? Ah! Devi imparare a perdonare
Il buon vecchio Castellari e il fedele Franco Nero si buttano sul noir percorrendo una strada che vorrebbe portarli negli States e soprattutto nei territori di Marlowe, citato nel film, non a caso. E così Lorenzo diventa Larry, Larry Stanziani, mangia gomma da masticare, vive in un alloggio a San Francisco, più brutto di quelli che affittano agli studenti a Milano ed è stato cacciato dalla polizia, perché incastrato dai soliti farabutti corrotti.
Il soggetto scritto da Aldo Lado non potrebbe essere più classico e diciamo pure banale di così e naturalmente gli sviluppi vedono il nostro Larry avere una seconda opportunità in quel di Genova dove indaga a suon di pugni presi e dati, su un intricato caso...
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I padroni della città

I padroni

della città

-A chi lo devo intestare?
-Eh?
-Di chi è questo cesso?
-Di Luigi…
-Luigi chi?
-Luigi Cerchio

Se dico che è un Fernando Di Leo, più leggero, temo che svilisca un po’ il senso di questo film. Allora forse è meglio dire che “I padroni della città” è un film alla Di Leo, in cui il grande regista inserisce con grande capacità noir, poliziottesco e comicità. “Tragedia e farsa si mescolano” disse d’altronde il regista.
Un’altra cosa però va detta, che siamo lontani dai suoi capolavori e non tutto funziona, ma alla fine “I padroni della città” è un film piacevole, frizzante e sì…divertente.

Produzione italo tedesca con un altro mix di attori eterogeneo e curioso. Andiamo da Jack Palance e Edmund Purdom, per passare ai tedeschi Harry Baer

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La Casa di carta 5 – seconda parte

La Casa di carta 5

Seconda parte

Paradossale, no? Che dobbiate usare la violenza per mantenere la pace

Non si attendevano colpi di scena che ribaltassero situazioni e ruoli, almeno per quanto mi riguarda, e in effetti “La casa di carta” chiude la sua fortunata (e sopravvalutata) storia con altri cinque episodi che seguono la linea della prima parte della stagione. Né più né meno.
Sempre con la voglia di non deludere la fan base, Pina, inserisce azione, intrecci romantici (che si sbrogliano), colpi di scena, cambi paradossali e soprattutto una caterva di flash back messi, con tutta evidenza, per raggiungere il minutaggio. O allungare il brodo se preferite.

Cambia poco insomma, anche se, come già detto, nel corso degli anni si è perso quell’aspetto naziol popolare legato alla banda,...

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La Casa di Carta 5 – Prima Parte

La Casa di carta 5

Prima Parte

Anche se vi appare la Vergine Maria che balla il reggaeton voi continuate a fondere

Uccisi da un’overdose di sapone, nel senso di soap opera, nella precedente serie, c’era da aspettarsi ben poco dall’ultimo capitolo della nota serie di Pina.
Tipo chessò: spunta un misterioso figlio di Berlino oppure le coppie della serie continuano con i loro problemi arrivando a soluzioni con magari qualche intromissione di terzi e a contorno inaspettati momenti romantici. Hey, un attimo, un attimo, è proprio quello che succede! Però tra una serie infinita di esplosioni proiettili e, incredibilmente, qualche morto.

Una sterzata abbastanza brusca che sembra voler acchiappare anche gli amanti dell’azione, senza scordare l’amatissima fan base.
Al di là di questo...

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Abuso di potere

Abuso di potere

Come poteva il signor Procuratore prevedere delle iniziative…davvero…inconcepibili?

Siamo ancora in quella terra di mezzo in cui s’inizia a sentire l’odore di poliziottesco, ma è ancora una cosa un po’ incerta. Siamo in quel periodo in cui vanno di moda i film polizieschi sulle indagini di mafia e sulle collusioni. E, infine, siamo alle prese con un film che combina bene questi elementi, anticipando nel titolo uno dei cardini del poliziottesco cioè l’abuso di potere, uno dei punti forti dei tanti commissari di ferro. Anche qui volano schiaffi con guanti di pelle, ci sono interrogatori oltre i diritti umani, dandoci così un interessante campionario, di quello che faranno i successivi tutori della legge.

E non solo, perché “Abuso di potere” parla della vi...

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La Casa di Carta

La Casa di Carta

Quarta Stagione

Tutto può andare a puttane in un millesimo di secondo

Attenzione! Contiene spoiler!

“Tutto può andare a puttane in un millesimo di secondo”, dice Tokyo e, in effetti, il dubbio che stia per accadere mi viene quasi subito. Matrimonio in un chiostro. Ci sono il Professore, Palermo, Marsiglia e Berlino che è lo sposo. E soprattutto c’è un coro di frati che intona “Ti Amo” di Umberto Tozzi. Poco conta che subito dopo cantino “Centro di gravità permanente” di Battiato, perché è evidente che la quarta serie de “La casa di carta” ha già scelto cosa essere.

Va bene, se fossi Umberto Tozzi o Battiato direi che le cose stanno andando alla grande, un po’ di pubblicità non fa mai male...

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La Casa di Carta – Terza stagione

La Casa di Carta

terza stagione

Se adesso ci comportiamo come topi in trappola loro ci colpiranno di nuovo, uno a uno. E c’è solo un modo per evitarlo. Affrontarli
Mi immagino che le cose siano andate in un certo modo, con un gruppo di sceneggiatori tipo quelli di Boris, che devono aver avuto una discussione di questo tipo.
“Massì dai, ripeschiamoli così…de botto…senza senso. Facciamo iniziare il tutto con dei dirigibili che volano su Madrid”
“E Berlino? Non c’è più Berlino! Ci deve essere Berlino!”
“Berlino…facciamo che ha un altro piano geniale e lo mettiamo in vari flash back e mettiamo un nuovo personaggio che un po’ lo ricordi nei modi”
“E la fregna?”
“Tokyo...
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Lo spietato

Lo spietato

Nella Milano da bere vince chi ha più sete
L’omaggio è sincero, non c’è dubbio ed è pure ben studiato. Ma nonostante questo sviscerato amore per  il noir e per “Milano Calibro 9”, “Lo spietato”, ci lascia più dubbi che altro. Intendiamoci, Riccardo Scamarcio nel ruolo del protagonista, fa un bel lavoro, aiutato anche dalle lezioni di milanese di Giovanni (ça va sans dire), la ricostruzione degli ambienti è curata nonostante qualche impercettibile errore, ma è tutto troppo smaccatamente preciso e pulito. Perfettino. E soprattutto ci sono sferzate comiche che in un noir non hanno molto senso.
La regia di Renato De Maria non ha colpi di genio, svolge in maniera lineare il compito senza esaltare lo spettatore, cercando raramente e in maniera poco convincente,...
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