La Rose De Fer

La Rose De Fer



I Don’t Care About The Place, When They bring me When I’m Dead

Per la prima volta Jean Rollin è senza vampiri e quest’assenza sembra fargli molto bene, considerando che crea quello che per molti è uno dei suoi migliori film, se non proprio il migliore. Ispirato a un poema del poeta bretone dell’ottocento Tristan Corbière, Rollin realizza nel 1973, una pellicola che è stata etichettata come horror. Un’etichetta che per noi è riduttiva, perché a parte fuggire dai canoni classici dell’horror, “Le Rose De Fer” va oltre, facendo della psicologia e del simbolismo i suoi punti di forza, molto di più e molto meglio, delle precedenti opere del regista francese.

Forte come al solito di una buona fotografia, non la migliore vista nei suoi film comunque, questa pellicola cade nella recitazione e in una realizzazione a volte troppo approssimativa, un problema tipico nella filmografia di Rollin. PLa Rose De Ferurtroppo. 
“La Rose De Fer” comunque ci conquista, merito soprattutto dei tanti simbolismi e dei tanti significati aperti che sono offerti allo spettatore. L’interessante viaggio in questo film parte dall’oggetto del titolo, cioè la rosa di ferro, usata come ornamento funebre che assume il significato di guida dell’esistenza umana.

In un’atmosfera grigia da foglie morte, si sviluppa poi la storia ambientata in un vecchio cimitero monumentale. È il posto dove finiscono due giovani al primo appuntamento, i quali dopo un lungo giro, decidono di entrare in una cripta, nella quale fanno sesso. 

Scesa ormai la notte i due cercano l’uscita dal cimitero, ma il posto sembra essersi trasformato in un gigantesco labirinto, con una vegetazione fitta e tante vie che non portano a nulla. La ricerca della salvezza per la coppia, perché quLa Rose De Ferello diventa, non è facile e lei sembra anche assimilare la spiritualità del posto. È un’epopea fatta di immagini simboliche di due personaggi senza nomi, solo una “Lei” e un “Lui”, che s’accompagnano ad altre presenze misteriose, che accrescono il fascino e le domande sul significato di questa pellicola.
Oltre ai protagonisti, troviamo quindi un uomo che osserva i due entrare nel cimitero, un clown che deposita un mazzo di fiori su una tomba, (un personaggio abbastanza ricorrente nei film di Rollin) e naturalmente, parlando di luoghi, non manca la spiaggia bretone, marchio di fabbrica del regista.
Pellicola interessante che sembra voler far respirare anche una lieve aria da “poeti maledetti”, diventa il nostro film di Rollin preferito, tra quelli recenLa Rose De Fersiti fino ad ora. Poteva essere migliore “La Rose De Fer” se, a nostro modesto parere, Rollin avesse cercato più profondità nei personaggi, ad esempio con “lei” che “animata” dalla spiritualità del posto, poteva trasmettere più  emozioni. Una cosa, questa profondità, che si accompagna con le prestazioni dei due attori, un po’ sottotono rispetto alle tante opportunità della storia.

I due protagonisti sono Françoise Pascal attrice abbastanza nota all’epoca, che ha lavorato anche in produzioni importanti (una delle quali scartata per girare questo film) e Hugues Quester attore che ha fatto una lunga carriera nel cinema e nella TV francese. 

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La Rose De FerScheda Tecnica

Titolo Originale: La Rose De Fer 
Titoli Alternativi: The Iron Rose (Internazionale, Inglese), Die eiserne Rose (Germania), La rosa di ferro (Italia), Nuit du cimitière (indefinito)
Anno: 1973
Regia: Jean Rollin
Nazione: Francia
Cast: Françoise Pascal, Hugues Quester, Natalie Perrey, Mirelle Dargent, Michel Delesalle, Jean Rollin
Durata: 86′
Casa di Produzione: Les Films ABC

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