The Lady 3: la perfidia patinata

The Lady 3: la perfidia

patinata

Ode all’intelligenza del trash


Partiamo da un punto e ci troviamo in un altro. Saliamo al top, scendiamo negli inferi e risaliamo. Il centro della sfera è il buco nero che ci inghiotte

Poche ore fa si è chiusa una pagina importante delle serie e Webserie italiane. È terminata la terza stagione di “The Lady”, l’ultima in assoluto. A quanto pare.

Sui social e su siti vari qualche hater festeggia, “speriamo che anche tu ti ritiri dalle scene”, dimostrando di non aver capito un cazzo, oltre a essere il primo fattore di successo di “The Lady”. Altri con ironia piangono la fine e qualcuno anche con sincerità (i gusti sono gusti eh!).
Noi siamo convinti di quanto detto per la prima serie, ribadito per la seconda e confermato per la terza: Lory Del Santo è molto più intelligente di quanto voi crediate.

Facciamo un veloce ripasso. Nella sua carriera di attrice e showgirl ha di solito interpretato parti da svampita, come nel pregevole “W La Foca” o nella trasmissione “Drive-In”. Sparisce dalle scene sulla cresta dell’onda a metà anni ottanta e ricompare prepotentemente quando la TV è nel pieno del trash dei reality, e ne vince uno, quello più insulso. Rilascia dichiarazioni surreali (Trump e Sorrentino le nostre due preferite, ma non male anche l’ultima su Garko), lasciando sempre quel dubbio irrisolto: “Ci è o ci fa?”.

Per noi non ci sono dubbi e non conoscendola di persona non possiamo far altro che guardare i fatti. E i fatti recenti sono i tre anni di “The Lady”. Diciamo le cose come stanno: chiunque dotato di un briciolo di cervello o che abbia qualcuno che gli voglia bene e gli faccia notare le cose, si sarebbe reso conto di quale immane trasshata sia questa serie.
Magari all’inizio le intenzioni erano buone, ma visto il risultato, i tanti sfottò e il clamore, la Del Santo ha sfruttato mettendoci anima e cuore il filone trash per quella che è la più assurda, peggiore e inguardabile (web) serie italiana finora prodotta. Il “coatto-chic” è esploso nella sua massima potenza, con dialoghi buoni per post di Facebook, personaggi e interpreti fastidiosi e una storia praticamente inesistente.

Il caro vecchio “so bad it’s so good” colpisce ancora una volta, sottolineato dalla felicità della Del Santo che ha commentato che Gloria Contreras, la protagonista, ha raggiunto un obiettivo entrando a “L’isola dei famosi”. Mica la parte in un film di Sorrentino, no, no, nientemeno che “L’Isola dei Famosi”. Per non parlare dell’ultima puntata citata in “Pomeriggio Cinque”, trasmissione sulla quale non c’è nulla da aggiungere o da spiegare, con la D’Urso che ha definito la serie come la migliore di tutti i tempi, cercando anche di spiegare al pubblico cosa fosse una Webserie. Geniale esplosione del nulla più assoluto. E nel nulla assoluto.

Con il suo erotismo retrò da “Vestro” e “Postalmarket” (fedeli amici dell’adolescenza per i quarantenni di oggi) “The Lady” ha rappresentato l’incapacità tecnica sotto tutti i punti di vista. Una serie che però ci ha tenuti incollati agli schermi del PC e delle Smart TV, raggiungendo notevoli risultati, -sono la Netflix italiana– dice Lory, soprattutto con quella parte di spettatori, tipo noi, che ha seguito le vicende di Lona per scoprire se si poteva far peggio rispetto alla puntata precedente. E sì che si poteva. Poi magari c’è qualcuno veramente affascinato dalla sceneggiatura di “The Lady”. Chissà. Un grande successo da qualunque punto lo guardate. Astuto. Terrificante.

Come tutte le migliori serie anche questa patisce gli anni che avanzano. Anche se, va detto, che se si parte da una storia che non esiste sei avvantaggiato, perché tanto peggio di così non può andare.
Lory Del Santo però ancora una volta ha cercato di fare le cose in grande, dandoci una terza stagione, con personaggi nuovi e rischiando addirittura di scrivere una trama aprendo alla vita di Lona e donandoci un colpo di scena che non si vedeva dai tempi di “Star Wars”. Lona ha una sorella che si chiama Lena. E due genitori che danno dei nomi a cazzo alle figlie.

Il grande Chang, che rientra in maniera possente e la cui mancata serie spin-off, reclama ancora oggi vendetta, suggella questo capolavoro, che come tutto il resto si conclude con un nulla di fatto, in una scena “chiaramente” ispirata all’epilogo di “The Lord of the rings”.
Dobbiamo anche segnalare che c’è un possibile cliffhanger per una quarta stagione ma speriamo di no, perché altrimenti questo post avrebbe lo stesso senso di “The Lady”: il nulla.

Non credete ancora alla nostra teoria? Vediamola al contrario. Una persona veramente “stupida” avrebbe continuato imperterrita con nuove stagioni. Tipo le serie americane che tirano avanti fino all’ultima goccia di sangue da spremere.
La Del Santo invece chiude qui, con una vetrina sui personaggi più riusciti (ah Chang!) con questi colpi di scena finali (che noi non avremmo nemmeno messo), lanciandoci ancora una volta delle provocazioni, come la voglia di fare un film con Garko e altre interessanti novità.
No non ci sbagliamo. Lei continua a interpretare quel suo personaggio da oca e lo fa benissimo. E siamo anche sicuri che “The Lady”, con la sua inascoltabile sigla d’apertura, le frasi filosofiche, gli intimi striminziti, ci mancherà. Uh. Forse non ci mancherà così tanto. Ma resterà sempre il monito di come sarebbe stata l’Italia con Berlusconi ancora al governo.

PS. Qualcuno ha capito che lavoro fa The Lady?

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