Professione vacanze

Professione vacanze

 

E no eh! Questo non lo può proprio dire, perché io alle bagnanti ci sto attento, soprattutto ai loro costumi

Il segreto è mettere le persone giuste nei posti giusti. E nel momento giusto. Tipo Jerry Calà, uno degli attori più scarsi che abbiamo mai visto, che qui fa il capo villaggio, in una serie TV di metà anni ottanta. Un’idea sua (come riporta nella sua autobiografia), alla quale mettono mano anche Vittorio De Sisti, anche regista, Marco Cavaliere, Cesare Frugoni e Maria Rita Parsi. Cioè, gente che ha lavorato a serie TV, commediole e cinema di genere. Insomma una crew perfetta, con Silvio Berlusconi che sull’onda dell’entusiasmo per “I ragazzi della 3C” fiuta l’affare e dà il via alla produzione.

Una produzione che vanta pure un cast niente male, che a parte Calà, vede Jenny Tamburi, nel ruolo di un’attrice fallita che fa l’animatrice, il caretterista Sandro Ghiani, come barman, Gegia come frizzante collega e Francesco Caruso Cardelli, più noto come doppiatore, nel ruolo di un altro animatore. E soprattutto numero infinito di guest star di grande richiamo per l’epoca: Mara Venier (appena separata da Calà), Teo Teocoli, Giuliana Calandra, Claudio Amendola, Isabel Russinova, Elvire Audrey, Sabrina Salerno e l’immancabile Guido “Dogui” Nicheli. Tutte caratteristiche di sicura presa sul pubblico, che, infatti, premia fin da subito la serie che esordisce su Italia 1, il 16 aprile 1987 con 16.57 punti di Auditel che vanno poi a salire.

Leggera e dannatamente stupida tanto quanto le attività dei villaggi turistici, le sei puntate che compongono la serie hanno titoli che parodiano film famosi e raccontano della vita in un villaggio turistico. Enrico (Calà) è il Capo villaggio che deve affrontare ogni volta un problema, qualche boicottaggio e una “svalangata di fregna” da soddisfare senza contare un’eventuale concorrenza da battere E Calà è perfettamente, per una volta, nella parte. C’è pure un’inaspettata punta “horror” nella quarta puntata “Incontri ravvicinati del solito tipo”.
A livello artistico c’è ben poco da dire (giusto Jenny Tamburi ci prova), ma la serie scorre via leggera e diventa ben presto un “cult” ancora oggi trasmesso su Mediaset.
Stranamente non è stato fatto un seguito, ma un film nel 2012, in cui Calà interpreta lo stesso personaggio e su cui il comico si è espresso in maniera molto negativa. E se lo dice il regista di “Chicken Park” c’è da credergli.

 

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