Nina Forever

Nina Forever


Helping people is like the baddest drug on Earth, you know?

Ridi ancor prima di vederla perché questa è una commedia horror britannica, con gli zombi. E sono bravi lassù. E la lanciano pure con un “A fucked up fairy tale”. Ridere. Il sorrisetto stampato in faccia, fin dalle prime immagini. Dopo venti minuti, diventa un’espressione di stupore e terrore. La stessa che hanno i due protagonisti quando dalle lenzuola una mano afferra un piede di uno dei due.
Un’espressione che non muta mai nel corso della visione, anzi, peggiora. Perché “Nina Forever” etichette o no, non è una commedia. E forse anche la definizione di horror se riferita all’immaginario collettivo, gli calza un po’ stretta. Ma così è, c’è uno zombie e c’è sangue. C’è morte. C’è amore. E horror sia.

“Nina Forever” è un film che stupisce lo spettatore. Una pellicola capace di colpire nel profondo ognuno di noi, di andare oltre all’horror, agli zombie. Capace di far riflettere sul genere umano ma anche su se stessi. Cioè quello che dovrebbe fare ogni buon film.
Ma a parte l’intenso significato, sul quale ritorneremo, “Nina Forever” si fa notare per una realizzazione perfetta in ogni suo dettaglio. I fratelli Ben e Chris Blaine dopo una lunga carriera nei corti esordiscono con questo lungometraggio nel quale non Nina Foreverlasciano nulla al caso. Una regia semplice ma molto efficace, sposa un montaggio strepitoso, fatto di veloci flash-forward che oltre a togliere momenti superflui accrescono l’ansia e l’interesse. Stesso risultato che ottiene l’ottima fotografia livida e crepuscolare curata da Oliver Russell, proveniente dal mondo della pubblicità. Ultima, ma non meno importante è la colonna sonora scelta con precisione e che sottolinea tutti i momenti importanti della storia di Nina, contrastando a volte con acida ironia le immagini o aggiungendo un carico di emozioni non da poco.

Un commento eterogeneo che pesca da Adam Faith, cantante pop britannico degli anni sessanta, con la leggerissima “What Now” per passare all’elettro pop newyorkese di “Pearl And the Beard” e dei “Liquid Liquid”, alle sonorità auree di Maria Carlyle e tanti altri ancora fino ad arrivare a due canzoni di Amanda Palmer. La cantautrice americana è già di suo un bel personaggio, possiamo dire che sarebbe a suo agio in questa storia e presta al film “Astronaut” (colonna portante della pellicola) e “Want It back”.

E poi naturalmente c’è la Nina Foreverstoria. Densa, intensa, oscura e aperta. “Volevamo fare qualcosa di fantastico e magico ma fedele alle nostre esperienze di perdita e amore e al bisogno di aiutare le persone. Volevamo anche catturare il tranquillo paesaggio suburbano inglese in cui siamo cresciuti, mettendoci al centro questa esplosione di follia”, dicono i due fratelli e il loro obiettivo è ampiamente raggiunto.
Già sui titoli di testa apprendiamo che c’è stato un incidente in moto. Grave. Poi troviamo Rob, un tipo stralunato che lavora in un supermercato e a quanto pare ha tentato il suicidio, perché la sua fidanzata Nina, è morta nell’incidente. Holly studia da paramedico e lavora anche lei al supermercato, dove incontra Rob, l’unica cosa degna di nota lì dentro.
I due s’innamorano, finiscono a letto e mentre stanno facendo l’amore, Nina sbuca, letteralmente, dalle lenzuola. Sanguinante, distrutta, cupa. Bella e sarcastica. Un colpo non da poco per Rob e Holly. E anche per lo spettatore. Holly dopo qualche tentennamento decide di affrontare il problema. Con Rob cerca in tutti i modi di sbarazzarsi di Nina che puntualmente ricompare nella loro vita e nella stanza da letto. Rob deve dimenticare la fidanzata morta. Holly cerca di inserirla (o reinserirla) nel loro rapporto. La trattano male. Niente. Nina forever.
E quando sembra tutto chiaro, ecco che si apre un’altra ferita, profonda, impossibile da rimarginare. Alla già appurata perditaNina Forever degli affetti, il dolore della morte, si aggiunge la morbosa e spasmodica necessità di accudimento, di voler aiutare a tutti i costi gli altri.

Non è facile gestire una storia del genere, una storia di amore e di morte che si lega con il sesso. Non è nemmeno facile usare gli zombie in una maniera diversa dal solito. Ma i fratelli Blaine si tengono alla larga dalle banalità. Ci riescono anche grazie a tre attori, poco noti al di fuori del Regno Unito e dell’Irlanda, che creano tre personaggi perfetti. Abigail Hardingham interpreta la volenterosa Holly che sembra in balia degli eventi e alterna con naturalezza momenti coraggiosi a momenti in cui è spaventata. L’Irlandese Cian Barry è Rob, colui dal quale tutto passa. Un personaggio disincantato, triste, sul quale pesa un certo senso di colpa. E infine Fiona O’Shaughnessy che dà potenza e spessore a Nina. Dinoccolata, sanguinante e a volte atrocemente ironica. Un gran bel personaggio che spinge questo film a essere una delle più interessanti pellicole viste in questi ultimi anni.

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Nina ForeverScheda Tecnica
Titolo originale: Nina Forever
Anno: 2015
Regia: Ben e Chris Blaine
Nazione: UK
Cast: Abigail Hardingham, Fiona O’Shaughnessy, Cian Barry, Elizabeth Elvin, David Troughton
Durata: 98’
Casa di Produzione: Jeva Films, Charlie Productions Ltd.
Sito Ufficiale

 

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