Erotici tagged posts

The Voyeurs

The Voyeurs

oh they’re in love, I don’t think we should spy on our neighbors

Micheal Mohan al suo esordio in un lungometraggio punta fin dal titolo a uno dei mali di questa epoca: il voyeurismo. Certo, è una cosa che ha sempre causato pruriti all’essere umano, finendo in film come “La finestra sul cortile” e soprattutto “Omicidio a luci rosse”. Ma in questi ultimi anni con i social si è raggiunto un notevole livello di morbosità. Chi è che non ha mai spiato il profilo social di un o un’ ex, o di un amico/a di cui abbiamo perso le tracce o di una persona appena conosciuta che ci incuriosisce?
Va detto che siamo anche nell’epoca dell’esibizionismo più esagerato e con queste cose e con la lezione dei due thriller che ho citato, non a caso, all’inizio, Micheal Mohan crea u...

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Orgasmo Nero

Orgasmo Nero

-mmm…è proprio quello che ci voleva, sia a me che a te, voglio dire la sauna e il resto…a te cosa è piaciuto di più?
-Il resto

Borghesia annoiata, ménage à trois e storie di sesso. Nulla di nuovo sotto il sole della Repubblica Dominicana, nulla di nuovo per Joe D’Amato che tra l’altro si ispira apertamente a “La ragazza dalla pelle di luna” di Scattini, della quale questa è una rivisitazione più erotica e violenta.
Perché sì, il gioco delle parti è lo stesso, ma D’Amato inserisce grandi dosi di sesso esplicito, compreso un frame porno preso da un altro suo film con Mark Shannon e Lucia Ramirez e un finale a sorpresa che ribalta in maniera vagamente horror, quello che potevamo immaginare.

“Orgasmo Nero” per arrivare a questo dignitoso ma frettoloso fi...

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Funny Frankestein

Funny Frankestein

-Ma dici che Agnese scopa?
-Sì…con la maschera antigas forse!

Molto generosamente Wikipedia definisce questo film il cui titolo originale è “Agnese e…” come grottesco/erotico.
E sebbene a Mario Bianchi gli si voglia bene, la definizione è un’altra: una monnezza.
Il regista romano che si firma Alan W. Cools dirige un film composto da una serie di scene hard core o soft-core, a seconda della versione, che oltre a non avere un senso logico, sono fatte malissimo e peggiorate da un’onnipresente musica che va da ritmi sudamericani a marcette per passare a pezzi disco-pop e prendere anche da Shining (sì, signori, davvero).

Ipotizzo: a Mario Bianchi danno due soldi, proprio due, per girare un pornazzo alla veloce...

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Bedside Highway

Bedside Highway

We should not worry about the people.
We will build roads!

Quarto episodio dei “Sengekantsfilm” o dei “Bedside films” se preferite, con un’idea stuzzicante di fondo. Il governo decide di costruire un’autostrada che passa da un piccolo paesino. Gli abitanti protestano e bloccano i lavori. Il governo manda un funzionario a trattare con il consiglio comunale, composto da donne, che cercano di farlo finire in una situazione compromettente. Insomma, cercano di sedurlo.
Un’idea che potrebbe essere ripresa e adattata a un’infinità di situazioni odierne, anche per sdrammatizzare un po’. Un’idea che però, in questo film, non viene sviluppata come in altri episodi della serie, perché “Bedside Highway” è un film, leggero, poco sexy, una pellicola quasi da...

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La llamada del sexo

La llamada del sexo

¿Sabes lo que decía John Ford? El amor es el contacto de dos epidermis

Non è tanto il titolo che cattura l’attenzione, ma un inizio con musichetta e titoli da telenovela, che si affiancano a un dialogo tra Andrés García e il grande George Hilton.
Anche il resto comunque non si discosta mai dal mood iniziale, anche se, a livello teorico, questo dovrebbe essere un thriller vagamente erotico, o per meglio dire un thriller con tette messe a forza.

In ogni caso è un melenso e noiosissimo b movie girato nella Repubblica Dominicana, Miami e a Roma per la regia dell’argentino Tulio Demicheli, regista e sceneggiatore che ha cavalcato diversi generi e realizzato pure un documentario su Eva Peron.
Demicheli che stranamente non scrive la sceneggiatura, lavora con un ...

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A un passo dall’aurora

A un passo dall’aurora

-Il suo telefono squillerà ancora

Piccola pausa tra corpi che sbattono per Mario Bianchi, prima del capolavoro “Moana e Cicciolina Mondiali”. Una pausa non banale, almeno nell’ispirazione, perché il regista romano s’ispira ad Arthur Schnitzler e al suo romanzo “Traumnovelle”.

Proprio quel lavoro che nel 1999 dà lo spunto anche a Kubrick per il suo “Eyes Wide Shut” e stando a Wikipedia, in precedenza anche a Beppe Cino con “Il cavaliere, la morte e il diavolo” del 1983.
In ogni caso il fatto che Mario Bianchi anticipi Kubrick è la cosa più importante di “A un passo dall’aurora”, anche perché il resto, come potete immaginare, lascia a desiderare.
Dimentichiamoci il buon Stanley, perché non c’è il minimo paragone tra i due lavori, anc...

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The Stewardesses

The Stewardesses

For the Stewardesses the Ground’s the Limit

Domande, tante domande. Tipo: torneremo mai a viaggiare in aereo come una volta? Torneremo mai a sognare le hostess, come facevano quelli che viaggiavano negli anni sessanta, settanta e ottanta? Per la prima ci spero, per la seconda già la mia generazione non ha visto hostess affascinanti e quindi immagino di no.

Ma come ben sappiamo per il tema hostess/erotismo ci pensa il cinema, soprattutto quello degli anni sessanta e settanta che spesso e volentieri ci ha raccontato le presunte vite allegre e spensierate di piloti e assistenti di volo, che tra un viaggio e l’altro e a volte anche durante, ci davano dentro con grande piacere.
Verità o leggenda, non lo so, in quegli anni non c’ero, ma ecco un’altra “testimonianza” dell...

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Exorcism

Exorcism

practitioner of gruesome satanic rites.

Euro sleaze in piena regola, per mano del buon Jesús Franco, che scrive anche la sceneggiatura collaborando con altre persone. La storia è piuttosto interessante: un ex prete, ora scrittore, redime dal peccato alcune donne che considera peccatrici, torturandole fino alla morte.
Un’idea interessante che però è realizzata molto male, rendendo noioso anche quell’(in)sano BDSM che spunta qua là e diversi corpi nudi delle attrici tra i quali spicca quello di una giovane e naturalmente bellissima, Lina Romay.

Qualcuno ha scritto che ci vorrebbe un regista che rifacesse, con le debite modifiche, il tutto. E sono pienamente d’accordo...

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La Professoressa di scienze naturali

La Professoressa di

scienze naturali

Una coscia! Una coscia che si scoscia
Che?
Che si spoglia!
-Ah!

Come tutti quelli della mia generazione, come tutti quelli della generazione precedente, cresciuti con questi filmacci, ho sperato per anni di avere una professoressa cosi. E come sempre, quando guardo film di questo sotto genere, il mio pensiero va alle speranze disilluse.
Ma non voglio divagare, ma parlare di questo film del 1976 di Mariano Laurenti, direttamente, in cui il commento sonoro di Alessandro Alessandroni e la bellezza di Lilli Carati fanno dimenticare almeno in parte la ripetizione del canovaccio del genere.
Va anche detto, come pregi che, Gianfranco D’Angelo non fa il professore di ginnastica, ma il farmacista e che Mario Carotenuto non è un preside ma un prete...

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The Fruit is Ripe

The Fruit is Ripe

As free as the breeze…As wild as the wind

Patricia, la protagonista, si fa largo nella vita a colpi di tette. E la cosa forse ha sconvolto chi in Italia decideva i titoli e che ha trasformato “Griechische Feigen” (cioè i “Fichi greci”, meglio conosciuto come “The Fruit is ripe”, “il Frutto è maturo”) in “La porno villeggiante”.
Chissà se questo titolo “gustoso” ha portato al cinema più gente di quello che avrebbe fatto una traduzione letterale, ma di certo ha stravolto il senso di un film che non è un porno e non parla di una villeggiante che scopa senza pensarci più di tanto. Anzi, “The Fruit is ripe” parla di libertà, emancipazione, di voglia di vivere e critica apertamente la società e chi ne è al comando...

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