Gumnaam

Gumnaam

 

You accuse me of being the killer. And I say, you are the murderer

“Dieci piccoli indiani” per la prima volta in India e dentro la storia. Così trova un senso letterale anche la pessima traduzione italiana del noto romanzo “And Then There Were None” di Agatha Christie, ispirazione per questo film di Bollywood del 1965. “Gumnaam”, traducibile come “sconosciuto” o “anonimo” è molto semplicemente un capolavoro. Senza alcun dubbio. È una pellicola che conquista già solo per la sua meravigliosa fotografia, ma anche per una trama che sebbene a grandi linee sia conosciuta, riesce a trasmettere momenti di grande suspance. 

Raja Nawathe crea questa magia portandoci in un mondo favoloso, che mischia i canoni di Bollywood con alcune caratteristiche occidentali, che diventano, per la cronaca, l’emblema di questa pellicola. Storia di base tratta da Agatha Christie a parte, qui vediamo alcuni momenti musicali decisamente poco indiani. Su tutte, c’è lo stupendo balletto di “Jaan Pehechan Ho”, il cui unico difetto è quello di essere all’inizio del film. Un momento musicale coinvolgente, maestoso, bello da vedere, piacevole da ascoltare. Un brano rockpop molto esterofilo, che ha già nel DNA il motivo del suo successo, perchè gli autori non sono due aGumnaam caso, ma sono Shankar Jaikishan un grandissimo compositore indiano e Anand Bakshi altrettanto noto poeta e autore. “Ted Lyons And His Cubs” invece è il gruppo che suona il brano nel film, un complesso realmente esistente, che ha eseguito brani in altre pellicole tra i quali una cover dei “Beatles”.  “Jaan Pehechan Ho” è diventata una canzone popolarissima, che ha passato indenne i decenni, tanto da essere ripresa nel film “Ghost World” del 2001 e più recentemente in uno spot di una nota marca di birra.

“Gumnaam” come si è già ampiamente capito è un giallo al curry, che cambia diverse cose rispetto alla storia iniziale. Banalmente iniziamo col dire che gli “indiani” non sono dieci, ma un po’ meno e soprattutto che il regista inserisce i classici lunghi momenti di canzoni alla “Bollywood”, a volte onirici, che però non affossano la storia, che nonostante l’immensa durata si lascia seguire con attenzione e suspance. Non mancano quindi momenti emozionanti che si poggiano su una storia sempre tesa e avvolta da un’aurea di mistero.

La vicenda inizia una sera in un night club, il posto nel quale assistiamo alla performance di “Ted Lyons And His Cubs”. Sette Gumnaampersone vincono un viaggio che li porta in una solitaria dimora governata dal maggiordomo Meehmod. Li dentro tra succulenti pranzi e cene, gli invitati iniziano misteriosamente ad essere uccisi. L’enigma è veramente complesso.

Figura centrale di tutta la storia è Meehmood, che svolge il ruolo di misterioso personaggio ma anche di grande rilievo comico. Fisicamente appare un po’ come un Hitler indiano (è una sua battuta) e mostra una sorta di magia chGumnaame rimane sempre misteriosa.  Mehmood Ali Khan, più conosciuto come Meehmood è stato un grandissimo mattatore di Bollywood. Ha interpretato ruoli comici ed ha lavorato in oltre trecento film variando ruoli, attore, regista e produttore.

Anche gli altri personaggi sono ottimamente costruiti e rappresentano un vasto campionario di vizi (e qualche virtù) dell’essere umano. Gli attori, forse inutile dirlo, sono grandi star del cinema indiano, nomi come Nanda, Manoj Kumar, Pran (un esperto di ruoli da cattivo), Helen e tantissimi altri ancora. Con un cast così immenso e una regia più che illuminata “Gumnaam” è assolutamente da non perdere.

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SGumnaamcheda Tecnica
Titolo Originale:  Gumnaam
Titoli Alternativi: The Unknown
Anno:  1965
Nazione: India
Regia: Raja Nawathe
Cast: Nanda, Manoj Kumar, Pran, Helen, Mehmood, Dhumal, Madan Puri, Naina
Durata: 151′
Casa di Produzione: Prithvi Pictures

 

 

 

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