Teresa

Teresa

 

-Pensa che aveva dato a ogni parte del mio corpo un soprannome. Questa la chiamava Giuseppa, questa Serafina e il mio sedere sai come lo chiamava? Armando!
-Quella lì come la chiamava?
-Questo non si dice!

“Il camionista” è stato un fumetto erotico di culto nato a fine anni settanta. Mario Vergone, il camionista, era l’eroe di turno e credo sia inutile raccontare le sue avventure, facilmente immaginabili.
“Teresa” invece è una camionista. Interpretata da Serena Grandi. Ora, è inutile dire quanto queste due cose, cioè Serena Grandi e il mestiere del suo personaggio, abbiano acceso le più pruriginose fantasie, anche perché ci troviamo nel 1987, gli anni d’oro della bella bolognese.
Purtroppo a parte qualche momento di “vedo non vedo”, la nostra resta molto vestita per quanto accenda le fantasie dei personaggi che la circondano.

Le tette di Serena Grandi, va detto, non sono l’unica grave mancanza di questo film (scherzo ovviamente, le tette non sono un punto centrale…) ma manca anche trama credibile e piacevole. E forse, la cosa peggiore è che alla regia c’è Dino Risi. Risi, che di certo non ha bisogno di presentazioni è in una fase calante e soprattutto nel giro commerciale di quella che ora è “Mediaset”. L’anno precedente dirige “Il commissario Lo Gatto” che tutto sommato grazie a Banfi, Micheli e alle bellezze di Favignana, raggiunge la sufficienza e poi, dopo un paio di prodotti per la TV, respira buon cinema con “Tolgo il disturbo”, non prodotto da “Mediaset”.
Forse sto dicendo che “Mediaset” ha rovinato anche i grandi eroi del cinema italiano? Beh, forse è così, ma dal punto di vista di Berlusconi avere dei nomi di richiamo e un prodotto vendibile era la scelta giusta.
E quindi, forse è per questo che in “Teresa”, sorta di commedia a denti stretti, Serena Grandi si limita a provocare ed è, forse per questo, che ha una trama così leggera, così facile. Così televisiva. E così mal pensata.
Di certo anche avere Luca Barbareschi nel ruolo di co-protagonista, cioè, quello di un altro camionista, non aiuta. Barbareschi camionista! Più un consiglio di vita, che un ruolo per lui.

A metterci una pezza, oltre a uno scatenato Eros Pagni, ci pensa una sorta di piacevole genuinità emiliana che traspare in ogni dove, ma, incredibilmente Serena Grandi, nata a Bologna, è doppiata. E comunque l’Emilia non basta a salvare il film.
Teresa rimasta vedova prende il controllo dell’azienda del marito, un’azienda di trasporti. L’attività però è in debito di 80 milioni di lire. Decisa a rialzarsi da sola la donna rifiuta di sposare Nabucco (Eros Pagni) che potrebbe cancellare il debito. Così riparte lei stessa sul camion, ingaggiando il turbolento Gino (Luca Barbareschi) come copilota e con il quale, intreccia una difficile relazione. Intanto diversi altri spasimanti si propongono alla bella Teresa, un mafioso, che muore subito e un vecchio barone tedesco un po’ rincoglionito accompagnato da un’altrettanta strana famiglia. Finale da fiaba. Si fa per dire.
Musiche di Dalla, Morandi, Berti e Casadei, ma nemmeno questo rialza le sorti di un film orrendo. Credetemi, Mario Vergone è sicuramente pensato meglio e più divertente.

Scheda Tecnica
Titolo originale: Teresa
Titoli alternativi: Тереза (Bulgaria), 女トラッカー 甘い爆走 (Giappone)
Anno: 1987
Nazione: Italia
Regia: Dino Risi
Cast: Serena Grandi, Luca Barbareschi, Eros Pagni, Flora Carosello, Bobby Rhodes, Fernando Pannullo
Casa di produzione: Dean Film, Reteitalia
Durata: 98’

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