Inbred

Inbred

They Came in Peace…they left in pieces


Gira e rigira i bifolchi che vivono in luoghi sperduti amano fare a pezzi i turisti o i semplici curiosi. È un leitmotiv del cinema horror/splatter che ha fatto un grande numero di vittime. Ingenui ficcanasi. Così l’inizio di “Inbred” non ci entusiasma granché, anzi, ci annoia proprio.
Passano i minuti, emergono situazioni già viste (“Two Thousand Maniacs!”, “The Texas Chainsaw Massacre”, “Deliverance”) e non ci resta che scommettere su chi dei sei individui da macellare sarà fatto a pezzi per primo. Cavolo è possibile che nel 2011 si realizzino ancora pellicole sull’argomento?
Poi scoppia la violenza e tutto cambia. Sì certo, “Inbred” resta sempre poco originale ma diventa un bell’esercizio di stile, ambientato sotto il cielo grigio dell’Inghilterra (girato per la precisione nello Yorkshire del Nord, con iniziale poca approvazione della comunità locale), con colori pallidi e british humour che creano un bel contrasto con le assurdità tipiche del genere splatter.
La storia poi si sviluppa in una maniera quadrata, accompagnata dal sudiciume che rimanda al film di Hooper e ai personaggi di Rob Zombie. Teste schiacchiate, arti tranciati e zampillanti, una vittima riempita di liquame fino a esplodere, tutte cose realizzate bene con l’ausilio dei CGI e che accontenteranno gli appassionati del genere.
Con gli immancabili “freaks” si completa il quadro di una pellicola impreziosita da un finale a sorpresa, che seppur sia anche questo un “già visto” è efficace e per ovvie ragioni non vi sveliamo.
Forse il regista Alex Chandon poteva strutturare molto di più i personaggi, che restano piuttosto superficiali, oppure poteva spiegarci maggiormente i luoghi dei misfatti e i simbolismi, ma sceglie di puntare di più sullo svolgimento, sui colpi di scena, sul sangue e su un ottimo umorismo.

 Non è di certo la rivoluzione del cinema horror/splatter ma resta una piacevole visione adatta in particolar modo ai fan del genere, pronti a godersi varianti sul tema.La storia racconta di un gruppo di sei persone, composto da due adulti e quattro ragazzi. Loro fanno parte di un progetto sociale, sono ragazzi con vari problemi, che con i due adulti accompagnatori trascorrono un week end nella sperduta campagna inglese.
La loro missione è ritrovarsi, fare squadra e recuperare materiale utile dai treni dismessi. Certo, il posto è strano, la gente è inquietante, ogni tanto si litiga nel gruppo, ma in fin dei conti va tutto bene, almeno fino a quando i locali non iniziano la mattanza.
Gli indigeni sono dei “freaks”, assurdi e cattivissimi e con l’hobby di organizzare spettacoli grand guignol che piacerebbero anche a Montag The Magnificent (tanto per continuare a citare Herschell Gordon Lewis).
Avrete capito chi è il protagonista degli spettacoli e anche che le vittime, come in tutti i film del genere, cercano di scappare lottando contro gli oppressori.
Accolto con recensioni diametralmente opposte, “Inbred” ha partecipato a diversi film festival, vincendo al “Toronto After Dark Film Festival” e al “Ravenna Nightmare”. Il cast è composto da attori attivi nel cinema, nella televisione e nel teatro.

 

 

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Scheda Tecnica
Titolo Originale: Inbred
Titoli Alternativi: Beltenyészet (Ungheria), Krwawa goscinnosc (Polonia)
Anno: 2011
Regia: Alex Chandon
Nazione: UK
Cast: Jo Hartley, James Doherty, Seamus O’Neill, James Burrows, Terry Haywood, Nadine Mulkerrin, Chris Walker, Derek Melling
Durata: 98’
Casa di produzione: New Flesh Films, Split Second Films
Sito Ufficiale

 

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