Cobra Kai 4

Cobra Kai

 

 

 

Quarta Stagione

Negli anni ’80 ero così annebbiato dalla cocaina e dalla vendetta da passare mesi a terrorizzare un adolescente per un torneo di karate

La notizia bella è che ci sarà una quinta serie. Quella brutta è che ancora una volta è evidente che i giovani/figli sono usati dagli adulti per raggiungere i propri obiettivi e per scacciare i propri fantasmi. Il che mi fa venire il grosso dubbio che fosse così anche ai miei tempi, cioè ai tempi di Karate Kid e che quindi, anche noi, siamo cresciuti in un mondo ipocrita che si nascondeva nella retorica dei buoni e cattivi. Comunque, inutile dilungarsi su queste cose, meglio parlare di Cobra Kai numero 4. L’esaltante quarta serie.

Con grande sorpresa questa stagione è particolarmente incisiva. Interessante. Forse addirittura la migliore fino a qui, perché gli autori sono riusciti a trovare altre cose da dire, in una serie che sembrava avesse già sfruttato tutto.
Certo, il fondo è sempre quello. La lotta tra Dojo, quella contro il Cobra Kai di Kreese l’amicizia/rivalità tra Daniel e Johnny e soprattutto i problemi tra i giovani conditi da situazioni amorose e karate.
Gli autori però, mescolano gli stessi ingredienti in una maniera tale da rendere brillante la storia e intrattenere lo spettatore. Ad esempio, avevo dato del “Chuck Cunningham” (cioè un personaggio, che esce in sordina) ad Anthony LaRusso il secondo figlio della coppia, scomparso, nella seconda e nella terza stagione, che qui torna di prepotenza, mostrandosi un coglione le cui coglionate incidono parecchio sulla storia. E se (purtroppo) non vediamo più Elizabeth Sue, abbiamo il grande ritorno di Thomas Ian Griffith cioè Terry Silver, il cattivo del terzo film, che riprende, diciamo così, il suo posto. Ah…beh…vendica anche quella schifezza che era il terzo capitolo della saga.

Per non farsi mancare nulla c’è un tentativo di unire le forze tra Dany e Johnny, che funziona e non funziona, evitando così la scontata alleanza dei buoni contro i cattivi. In tutto questo i ragazzi continuano a darsele di santa ragione, ma soprattutto cercano di far capire che i problemi, le mancanze, sono tutte cose generate dagli adulti, come emerge prepotentemente nell’immancabile (e ben studiato) torneo di karate della San Ferdinando Valley. Un torneo, per inciso, che contende a Holly & Benji il record di pubblico. Chissà qual è il motivo di tutto questo interesse. Mah.

Cobra Kai, come sempre e come il film cui si ispira, parla di bullismo e di cyberbullismo ma anche di rapporti genitori/figli, senza retorica, ma con incredibile precisione e realismo. Stessa precisione con cui descrive gli adulti dallo spiantato Johnny, al fighetto Daniel, passando per Kreese e naturalmente per Terry che ora sembra un tycoon della Silicon Valley.
La lieve autoironia di fondo e una certa passione per il trash (memorabile la metafora di Rocky e Apollo) completa una serie piuttosto ben studiata. Poi Daniel LaRusso beve Barolo, anche nell’originale e questo suggella un gran colpo messo a segno.

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