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Ich, Ein Groupie

Ich, Ein Groupie

She Was Curious. She Was Eager. She Couldn’t Find Any Satisfaction

I fatti parlavano chiaro, non abbiamo colpa. Erwin C.Dietrich alla regia, una bionda esplosiva come protagonista, che appare già nuda sulla locandina, il 1970 e musica rock. Ci sembrava di essere di fronte o a una versione trash (d’altronde c’è Dietrich) ed europea di “Beyond The Valley Of The Dolls” o a una commedia soft-core sulle libertà sessuali. Invece nulla di tutto ciò o quasi. Il film di Meyer innanzitutto non c’entra assolutamente nulla, visto che esce dopo, per il resto invece ci siamo quasi, nel senso che “Ich, Ein Groupie” è per sessanta minuti un commedia soft-core, piena di scene di sesso, di disperazione amorosa, di libertà estrema di costumi ma nei quattordici minut...

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Eine Armee Gretchen

Eine Armee Gretchen



I don’t want come outside german men or russian men are the same
“Fate l’amore non fate la guerra” è quello che ci piace leggere da questa pellicola. Anche se in realtà a ben vedere i sensi potrebbero essere tanti altri. Uno soprattutto: le donne non sono buone a fare la guerra, ma solo altro.
Lo dice Erwin Dietrich, non noi, ma a parte questo e conoscendo la carriera del regista e produttore svizzero, pensiamo che non volesse fare una morale, né pacifista, né maschilista, ma che volesse solo allungare la sua attività artistica con l’ennesima pellicola sexy/soft-core. E ci è riuscito.
“Eine Armee Gretchen” del 1973 è un naziexploitation che esce dalla classica struttura Eine Armee Gretchen“abbuffate-torture-sessuofobia” descrivendo in tinte meno drammatiche il periodo ...
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All my friends are dead

All my friends

are dead

I think the sweetest fruits is often forbidden

I Turbonegro sono una band norvegese che viaggia tra il punk, death metal e hard core, un po’ controversa ma dall’intensità e ritmi altissimi. Uno dei loro brani più conosciuti s’intitola “All my friends are dead” proprio come questo film polacco. E proprio come la canzone, mi aspettavo da questo lavoro, dell’esordiente Jan Belcl, le stesse cose. Velocità, grinta, cattiveria.

Devo dire che i primi minuti hanno accontentato le mie aspettative. Due poliziotti idioti indagano in una strana scena del crimine. Poi un flashback ci mostra una scatenata festa di capodanno con tanti personaggi assurdi che si perdono tra alcool, musica e qualche battuta demenziale.

Piazzata la storia e presentati i protagonisti,...

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Queen of black magic

Queen of black magic

He seduced and destroyed her. Now, she would make them pay!.

Il grazioso mondo del cinema a buon mercato asiatico, con effetti speciali artigianali e una trama che prende dal folklore locale e che non si perde in inutili questioni. Ecco, mi viene in mente il modo di fare degli Shaw Brothers e nello specifico, visto il tema, “Black Magic” e “Black Magic 2”. Nonostante molti (imdb compresa) cataloghino questo film come un sequel dei due che ho appena citato, non ci sono Run Run e Run Me Shaw, non siamo a Hong Kong, ma in Indonesia, un’altra nazione che sul tema weird non ha mai scherzato molto.

Alla regia Lilik Sudjio, regista indonesiano di genere, che qui dirige un cast noto in patria con una certa Suzzanna come protagonista.

Beh, il titolo ci toglie u...

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The Ribald Tales of Robin Hood

The Ribald Tales

of Robin Hood

His Lusty Men and Bawdy Wenches

Ho vaghi ricordi d’infanzia di quello che oggi scopro essere “When Things Were Rotten”, una serie TV comica di Mel Brooks che parodiava Robin Hood. Per me la figura leggendaria dell’arciere è sempre stata legata a questa serie, più che a quella cazzata con Kevin Kostner o ad altri mille film sull’argomento, compreso quello di Mel Brooks del 1993, che aveva luci e ombre.

Ora devo rivedere i miei riferimenti, perché ho visto questo “The Ribald Tales of Robin Hood”, del 1969, che supera abbondantemente in interesse e serietà tante altre versioni più ricche e famose e, aggiungendo il grande carico di nudi e sesso, posso dire che le supera abbondantemente.
Un film più misterioso del personaggio cui s’ispira e ...

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Scalps

Scalps

Qualcuno nei dintorni usa chiamarci disertori, qualcun altro dice che siamo banditi, predatori, rinnegati! E infine gli yankee, maledetti sporchi yankee!

Il sudista mai domo anche se sconfitto è come Bruno Mattei (e Claudio Fragasso) che non si arrendono mai e nel bel mezzo degli anni ottanta danno vita a ben due “spaghetti western”. Uno è “Scalps” del 1987, scritto dallo stesso Mattei con Italo Gasperini, Richard Harrison e Bruno Di Girolamo e girato, appunto con Claudio Fragasso.
Un film un po’ fuori moda che ha tutto l’aspetto di essere stato concepito per un mercato internazionale e soprattutto per gli amanti del trash.

Un piccolo gruppo di sudisti sconfitto dalla guerra ha il dente avvelenato e attacca una pacifica tribù indiana...

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L’infermiera di Campagna

L’infermiera

di Campagna

Vedi Marco per fare l’amore bisogna essere in due

Il titolo americano è “Emanuelle in the country” e più che un apocrifo è un tentativo di fregarli, come la leggenda dei turisti che comprano il Colosseo. Sì, una vera fregatura, perché questo film non è nemmeno un barzelletta-movie. Più semplicemente è un film di Mario Bianchi che punta sul nome della protagonista (Laura Gemser ovviamente), su dei caratteristi noti (Aldo Sambrell, Nino Terzo, Aldo Ralli), su Gabriele Tinti e su un sexy cameo di Femi Benussi. Il tutto poi è infarcito di scene soft-core con grandi attori dell’hard una cosa che fa pensare all’esistenza di una versione porno.
Scene giustificate anche da un altro titolo, cioè, “Messo comunale praticamente spione” con un persona...

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Cam

Cam

My rank needs to be better

Pur senza Tokens e in maniera quasi inspiegabile, almeno per me, questo film ha scatenato una serie infinita di blogger che si lanciano in spiegazioni e congetture. “Ecco spiegato il finale”, rassicurano in molti. La spasmodica voglia di decifrare tutto, anche l’indecifrabile. Manco fossimo di fronte a un film di Lynch o di Cronenberg. Sì va bene, “Cam”, ha diversi spunti interessanti, ma stiamo calmi.

Un fatto, questo, che probabilmente ha stupito anche Daniel Goldhaber e Isa Mazzei, rispettivamente regista e sceneggiatrice, entrambi al primo lungometraggio. L’idea nasce da Isa Mazzei ex cam girl che aveva in testa un documentario sull’argomento e quindi sui “Sex Workers”. Ma un film, pensano, può essere un mezzo migliore...

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The Bad Batch

The Bad Batch


All the things you’ve done, have put you right here… with me. To life… life is The Dream. The only Dream. Cost lot to be here. Cost you an arm and a leg

Ho patito un doppio senso di fastidio. Per la storia distopica di un futuro terribile, tra emarginati, drogati e cannibali e necessità di sopravvivere alla faccia dei sentimenti (buon appetito!). Ci fosse solo questo nel secondo film di Ana Lily Amirpour, che scrive anche la sceneggiatura, saremmo a posto così.
Invece, ed è qui il secondo senso di fastidio, “The Bad Batch”, si perde in un delirio di situazioni prevedibili e immagini non troppo credibili per quello che vediamo...

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Paura nella città dei morti viventi

Paura nella Città

dei Morti Viventi


L’anima che anela all’eternità deve sottrarsi al gioco della morte. Tu, o viandante, alle soglie delle tenebre, vieni

Per quanto il titolo e le prime scene tolgano del tutto l’effetto sorpresa, il buon Lucio Fulci inizia in maniera convincente la sua famosa trilogia della morte. Anche se forse, ribadiamo forse, siamo un poco sotto a “Quella Villa accanto al Cimitero” ma sicuramente lo siamo nei confronti all’inarrivabile “E tu vivrai nel terrore-l’aldilà”, Fulci dà in pasto allo spettatore, quello fanatico di horror, un bel po’ di cose disturbanti e possiamo dire estreme per l’epoca, confezionando un bel lavoro.

Merito anche di una crew affiatata e perfetta con Dardano Sacchetti (con il regista) alla sceneggiatura, la fotografia ...

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