3 Marzo 2009,
Posted in Film |
Ilsa The Tigress
Of Siberia
Here at Gulag 14, there is a certain formality before a death is certified. This dog tried to escape. He planned to trick us. Perhaps, even now, he cheats us. We must make certain. Watch and remember well…
A volerla vedere in un certo modo, Ilsa, cambia più bandiere di un politico. Nazisti, oligarchi e con questa avventura, nientemeno che Stalin.
In questo terzo episodio la bionda e pettoruta Ilsa si trasferisce al freddo per una vera rivoluzione. Sia chiaro, nulla a che vedere con lo stalinismo e con il boom dell’Unione Sovietica ma Ilsa dopo due film di torture, sangue e donne maltrattate è alle prese con un piccolo cambiamento di rotta. E non è una brutta idea.
Il regista canadese Jean LaFleur, al suo terzo e ultimo film, subentra a Don Edmonds e sposta il baricentro verso una spy story che esplode soprattutto nella seconda parte.
Spariscono le donne torturate, il sangue a fiumi e i più infami strumenti di tortura e al loro posto troviamo i prigionieri del Gulag 14, qualche piccolo aggeggio, una tigre, non siberiana, che si nutre di carcerati e tanto, tanto, “lavaggio del cervello” o torture psicologiche che dir si voglia.
Prodotto da Roger Corman e da Ivan Reitman il film incassò parecchio e giudizio personale non è male, anche se i più accesi fan di Ilsa restarono un po’ interdetti, sebbene lei mostri più carne rispetto al precendente film, pareggiando i conti con “Ilsa She Wolf Of SS”.
“Ilsa The Tigress Of Siberia” è anche uno dei pochi casi di film occidentali in cui il KGB e i sovietici sono buoni e girano indisturbati per un paese NATO, che in questo caso è il Canada.
Dal punto di vista narrativo il film è diviso in due parti, altra differenza con gli altri film, lontane nel tempo e nella geografia. E alla fine, per la prima volta, Ilsa non muore né finisce in carcere.
Per il resto è tutto in regola. Ilsa è la solita ninfomane sadica. Qui gestisce il già citato Gulag 14, con una sorta di buonismo che la porta a eliminare e dare in pasto alla tigre, solo gli evasi o i facinorosi.
Divide pure il lavoro dal tempo libero perché stacca si diverte a vedere le lotte tra i suoi collaboratori per poi portarsi a letto i vincitori. Piccolo inciso: i perdenti sono rincuorati da due aiutanti. Non male come premio di consolazione.
In questo intimissimo posto, arriva Andrej Chykurin giornalista anti regime che è sottoposto a trattamenti psicologici, elettroshock e tette di Ilsa, per cambiare le sue idee. Inutilmente.
Stalin muore e Ilsa e soci si affrettano a distruggere il posto e a uccidere i prigionieri, prima di scappare in Canada. Dal 1953 ci spostiamo al 1977 a Montreal, dove la protagonista ben conservata nel tempo, gestisce l’Aphrodite Club una sorta di club-casa chiusa in cui controlla tutto e tutti grazie a un circuito chiuso di telecamere.
Chykurin sfuggito alla mattanza del Gulag è ora il coach della nazionale di hockey dell’URSS e finisce nel locale di Ilsa che lo riconosce e lo fa catturare per completare il lavoro iniziato ventiquattro anni prima.
Le torture sono cambiate, ora la tecnologia permette interventi molto psichedelici e devastanti e nel frattempo il KGB insospettito dalla sparizione di Chykurin invia spie e scopre che Ilsa è ancora viva.
Quelli del KGB entrano e girano il Canada come se fossero a casa loro. Nessuno li ferma e inizia la più classica eliminazione dei cattivi di turno. Ilsa si salva e scappa con una motoslitta in un desertico luogo ghiacciato in cui chiede pietà a Chykurin. Lui se ne va e non la uccide. Lei chissà perché resta lì.
Si chiude con questo episodio del 1977, il trittico ufficiale della bastardissima Ilsa che in questa sua svolta da film d’azione/spy ci guadagna in interesse e longevità. Chiusura solo ufficiale però perché nello stesso anno quel geniaccio di Jess Franco realizza “Greta Haus Ohne Manner” conosciuto anche come “Greta The Mad Buchter” o come “Ilsa The Wicked Warden“, giostrato tutto sulla prorompente Dyanne Thorne e commercializzato in alcuni paesi con il nome di Ilsa, visto che le caratteristiche del personaggio sono identiche.
Titolo Originale: Ilsa The Tigress Of Siberia
Titoli Alternativi: Ilsa Aihmalotoi sto stratopedo tis kolasmenis (Grecia), Bödeln från Sibirien (Svezia), Ilsa, die Tigerin (Germania), Ilsa, la tigresse du goulag (Francia), The Tigress (Canada -working title) La Tigre del sesso (Italia)
Dyanne Thorne Recensiti sul nostro motore di ricerca!Anno: 1977
Nazione: Canada
Regia: Jean LaFleur
Cast: Dyanne Thorne, Michel-Renè Labelle, Gilbert Beaumont, Jean-Guy Latour, Ray Landry
Durata: 90′
Casa di Produzione: Mount Everest Enterprises
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