Helga, la louve de Stilberg

Helga,

la louve de Stilberg

 

And that’s to keep her body safe in the arms…

Di “She Wolf” o di “Louve” in francese, sono piene le fosse, qualcuna si dichiara nel titolo, qualche altra nella forma e altre ancora cercano di imitare quella più famosa, quella più morbosa: la regina Ilsa.

Questa Helga fa parte dell’ultima categoria e ha un’adorazione quasi fanatica per la numero uno. Lei bella uguale, anzi, di più, per noi, non ha però la cattiveria di Ilsa e sembra una copia quasi democratica, con atteggiamenti comici e con l’unico obiettivo di trovare qualcuno, uomo o donna, che entri nel suo letto e in caso negativo di arrangiarsi da sola. Siamo di fronte quindi a una versione decisamente smussata delle tante storie di torture e prigionia e tra l’altro più un “Women In Prison” che un “Nazisploitation” perché i nazisti non ci sono da nessuna parte.
Helga è agli ordini di un qualche regime sudamericano nelle facce, ma europeo nei nomi, che ha come simbolo due triangoli incrociati e che la incarica di gestire la prigione dello “Stilberg”, altra evidente citazione, storica questa volta, tanto possente, quanto, poco onorevole. 

Così la bionda Helga ci fa passare il tempo mostrandoci le sue avventure erotiche, in un “B movie” trash al punto giusto. Con “pugno di ferro” la bionda “She Wolf” cerca di governare la prigione nella quale è rinchiusa la figlia del capo dei ribelli. Violente palpate, vestiti strappati e impliciti atti di violenza vengono messi a segno da lei e dai suoi uomini, più per istinti sessuali che per spregio al nemico. 

Tutto è estremamente “low budget”, minimale, ma in questo delirante contesto spunta la bellezza straordinaria di un’attrice italiana, forse un po’ dimenticata oggi, ma star del cinema di genere dell’epoca: Malisa Longo. Nata a Venezia ha interpretato una miriade di film, spaziando in altrettanti generi, da “Nude…si muore”, a “Salon Kitty”, passando per “Emanuelle Bianca E Nera” a “Mark Colpisce Ancora”, senza dimenticare “Anno Zero: Guerra Nello Spazio”. Questi sono solo pochi dei suoi tantissimi lavori nel mondo del cinema e sono parte di una carriera artistica continuata poi negli anni come sceneggiatrice e scrittrice.

Con lei Patrizia Gori, altra nota presenza del cinema di genere, vista in molti film erotici e nel noir “Quelli Che Contano” con Barbara Bouchet e Henry Silva. Due bellezze, unite a tante altre comparse, che fungono da “carne da cannone” e che alzano, almeno dal punto di vista estetico, il risultato di questo film. Da parte maschile c’è l’esperto Richard Allan.

La mitica casa francese “Eurocinè” che tanto ha dato all’exploitation e all’erotismo a buon mercato colpisce ancora, dunque, con un prodotto molto tipico, decisamente non bello, anzi brutto, che però tutto sommato crea un po’ di simpatia (e molta ilarità).
english2

Scheda Tecnica
Titolo Originale: Helga La Louve De Stilberg
Titoli Alternativi: Bloody Camp (Germania), Girl Slaves,  Helga the Leather Mistress (Canada, titolo inglese), Helga – Heksen fra Silberg (Danimarca), Helga, She Wolf of Spilberg     (USA), Helga, a Loba de Stilberg (Portogallo), La calda bestia di Spilberg     (Italia), The She Wolf of Spilberg (titolo europeo)
Anno: 1977
Regia: Patrick Rohm
Cast: Malisa Longo, Patrizia Gori, Richard Allan, Dominique Aveline, Alban Ceray, Jacques Marbeuf
Durata: 93′
Casa di Produzione: Eurocinè

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.