Anna, quel
particolare piacere
Tutti i miei compagni di scuola hanno il papà. Perché non me lo compri pure a me?
La mala spara, il melodramma uccide, sarebbe stato, secondo noi, il titolo più corretto. Carnimeo invece ne sceglie uno molto ambiguo e dai palesi ammiccamenti, ma in realtà abbiamo ragione, perché questa è una vicenda melodrammatica che si poggia e si giustifica su storie di malavita.
Un Giuliano Carnimeo molto ispirato ci conquista con un inizio all’altezza dei migliori noir dell’epoca. Violenza, azione e tradimenti. Purtroppo dopo aver catturato la nostra attenzione, inizia piano, piano a inserire elementi da melodramma, che prima si affiancano alla storia e poi nella seconda parte rubano la scena, creando momenti stucchevoli e un finale da telenovela.
Così l’attenzione cala, la noia sale ed emergono anche i difetti di un cast di vere star. Intendiamoci, bravi sono bravi, belli sono belli, ma la loro maschera individuale non è particolarmente adatta per i personaggi che interpretano. La Divina Edwige ad esempio, che interpreta un’ingenua ragazza bergamasca, traviata e costretta alla prostituzione d’alto bordo, non ha né l’aspetto di una ragazza orobica né di una prostituta. Corrado Pani, il depravato corruttore malavitoso, rimanda direttamente al “Bel Renè”, del quale sembra la versione patinata (ancor di più!), interessata solo ai capelli e alle auto sportive.
Si salva Richard Conte, che sebbene passi il tempo a giocare a golf è naturalmente a suo agio come capo della gang e John Richardson nel ruolo del medico bello e bravo, uno dei simboli del tanto zucchero del melodramma.
Siamo dunque di fronte a un film non perfettamente riuscito. Una pellicola con un commento sonoro ottimo e che non riesce a far convivere due aspetti che avrebbero potuto creare una storia interessante. La mala spara, il melodramma uccide.
“Anna, quel particolare piacere” è comunque un film che ogni appassionato dovrebbe vedere, perché difetti a parte, Carnimeo dietro alla macchina è bravo e la Fenech, inutile dirlo, è strepitosamente bella e a parte essere sfruttata in un’inutile scena in una doccia, il suo sex appeal alza notevolmente l’interesse.
Lei è Anna del titolo. Giovane commessa di un bar di Bergamo un giorno conosce Guido. Lui è un bell’uomo che guida un’auto sportiva, che si veste bene, che ha modi più che galanti per conquistare la ragazza. Ma Guido è anche un tirapiedi di un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio di denaro, alle bische e alla prostituzione.
Anna innamorata perdutamente di Guido si fa trascinare sempre più in brutti giri, arrivando a prostituirsi per fare favori all’amato (e di conseguenza all’organizzazione).
Incinta e stufa di tutto, Anna trova il coraggio di fuggire e a far arrestare Guido. Inizia una nuova vita a Roma, dove lavora in una libreria crescendo il figlio Paolo. Il piccolo un giorno ha un grosso problema di salute ed è salvato in extremis da Lorenzo un aitante medico, che s’innamora di Anna.
Ma su questo rapporto e sulla donna incombe l’ombra di Guido, come il solito decisivo per le sorti della vita della bella ex commessa di un bar di Bergamo.
Titolo Originale: Anna, quel particolare piacere
Titoli Alternativi: Anna: the Pleasure, the Torment, Secrets of a Call Girl (Internazionale), Fra asken til ilden – Hvid slavehandel (Danimarca), Ana, ese particular placer (Spagna), L’emprise des sens (Francia), Mia thesi stin amartia (Grecia), Yilan soyu (Turchia)
Regia: Giuliano Carnimeo
Anno: 1973
Cast: Edwige Fenech, Corrado Pani, Richard Conte, John Richardson, Laura Bonaparte, Ettore Manni, Corrado Gaipa, Antonio Casale, Umberto Raho
Casa di produzione Compagnia Cinematografica Champion
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