Il grande racket

Il grande racket



-E certo che c’ha ragione lei…che vo’ fa? Li denuncia?
-Li denuncia? ‘nvedi questo! Ma che è matto? Se quelli li denunci sai che te fanno? Vengono qua e te danno foco al locale…e invece te lo diciamo noi, tu puoi dormire tranquillo…basta che paghi

Nicola Palmieri è un poliziotto che cerca in tutti i modi di combattere l’ondata di criminalità che ha colpito Roma. I suoi sforzi sono una miscela esplosiva. E non lo diciamo come modo di dire, perché questo film è veramente esplosivo. Pallottole. Mezzi che saltano in aria. Morti. Violenza. Tanta violenza.
Partendo dall’idea di base del poliziottesco, prendendo qualche ideuzza da Sam Peckinpah, aggiungendoci uno stile western, l’azione e soprattutto la sua maestria, Enzo G.Castellari crea nel 1976 uno dei suoi migliori film e, aggiungiamo noi, uno dei più entusiasmanti capitoli del cinema di genere.

Fin dalle prime scene lo spettatore è catapultato nell’azione più pura e in una storia spietata. Una fitta serie di eventi che non cessa mai, a parte qualche fisiologico momento di raccordo, e che alla fine arriva a frastornare lo spettatore. Eccessivo? Indubbiamente sì ma il film raggiunge il suo obiettivo mostrando senza filtri la violenza e la perfidia del genere umano. Il migliore regista d’azione italiano suggella questo lavoro con alcune scene tecnicamente perfette. L’auto che finisce nella scarpata e soprattutto, la sparatoria alla stazione ferrovia e lo scontro finale. La musica dei fratelli De Angelis,ilgranderacket un’alternanza di brani che sanno di rock psichedelico riesce ad aggiungere quel tocco finale che rende “Il grande racket” un’opera fondamentale.

Spietata come la storia è stata anche la famosa critica di Morandini che definì all’epoca il film di Castellari fascista, abietto e idiota. Senza dubbio Castellari qui è populista, parla con/e alla “pancia” della gente, usa la cronaca dell’epoca (in fin dei conti i film si fanno anche per attirare il pubblico) ma allo stesso tempo critica i poteri forti e le istituzioni corrotte. Nella seconda parte della storia prende il sopravvento la classica “giustizia fai da te” che mette insieme un eterogeneo gruppo di persone senza speranze, che rappresentano vari aspetti della società.
Non ci sembra di vedere alcuna ideologia però, ma solo intrattenimento. Cosa che tra l’altro, a conferma di tutto, genera qualche semplificazione nella storia, giusto per andare avanti e visto lo sbilanciamento verso l’azione, toglie il tempo di approfondire i personaggi soprattutto nel caso del commissario Nicola Palmieri del quale si sa pochissimo.
Apprendiamo invece qualcosa in più degli altri e soprattutto che tra i cattivi, caso potremmo dire unico nel poliziottesco, c’è una donna che per una volta non è la classica vittima ma una dei più spietati membri della banda del Marsigliese.

ilgranderacketIl cast è composto da una serie di attori esperti del cinema di genere, che sebbene interpretino dei personaggi poco approfonditi svolgono egregiamente il compito. Non poteva essere diverso con Fabio Testi nel ruolo del commissario Palmieri, giovanile e poco di ferro, che sembra anche un po’ ingenuo considerando che si fida ciecamente della legge per poi diventare il capo dei vendicatori che operano al di fuori della legalità. Al suo fianco troviamo Vincent Gardenia, candidato per due volte all’Oscar come “Miglior Attore non Protagonista” (“Bang the drum slowly” 1973 e “Moonstruck” del 1987) e vincitore di un “Emmy Awards”, uno straordinario Renzo Palmer, un glaciale Romano Puppo, Glauco Onorato e Orso Maria Guerrini.
E non poteva esserci di meglio nemmeno nella banda dei cattivi con il capo Rudy “Il Marsigliese” (Joshua Sinclair) che a sua volta prende ordini, come tutta la mala, dall’avvocato Giuni (Antonio Marsina) ed entrambi alla guida di scagnozzi interpretati da attori come Giovanni Cianfriglia, Roberto Dell’Acqua, Massimo Vanni e Marcella Michelangeli, quest’ultima nei panni del personaggio più perfido di tutta la storia.

Questa banda taglieggia con violenza le attività commerciali di Roma. Bruciano negozi, picchiano i proprietari, minacciano di morte ilgranderackete a chi ha osato collaborare con la polizia stuprano la figlia adolescente. Non hanno limiti. Sono sfacciati e sicuri. Il commissario Palmieri cerca di fermarli usando la legge, ma la stessa sembra favorire i delinquenti protetti anche da alcune persone importanti. Non c’è nulla che funzioni contro di loro. Appostamenti, infiltrati o quant’altro. Niente.
Dopo vari tentativi e dopo aver perso alcuni colleghi e collaboratori sul campo, Palmieri esce dalla polizia e organizza un gruppo di persone che hanno un conto aperto con il Marsigliese. Nasce un gruppo eterogeneo composto da un ristoratore (Renzo Palmer) diventato uno psicopatico dopo che la banda gli violenta la figlia, da un rapinatore/truffatore di buone maniere (Vincent Gardenia), da un ex proprietario di bische (Glauco Onorato), da un rapinatore in stile Lutring (Romano Puppo) e da un uomo comune cui la banda ha violentato e ucciso la moglie (Orso Maria Guerrini). Con loro Palmieri organizza una resa dei conti cogliendoli nel bel mezzo di una riunione della malavita romana. Un epilogo in puro stile western grandioso e stilisticamente perfetto che incornicia “Il grande racket”.

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Scheda Tecnica
Titolo Originale: Il grande racket
Titoli Alternativi: El gran chantaje (Argentina), Forajidos 77 (Spagna), Big Racket (Francia), I megali kobina (Grecia), A nagy csalás (Ungheria), Big Violence (Giappone), Sam proti klanu (Slovenia), Azrail (Turchia), The Big Racket (USA)
Anno: 1976
Nazione: Italia
Regia: Enzo G.Castellari
Cast: Fabio Testi, Vincent Gardenia, Renzo Palmer, Orso Maria Guerrini, Glauco Onorato, Marcella Michelangeli, Romano Puppo, Antonio Marsina, Sal Borgese, Massimo Vanni
Durata:
Casa di produzione: Cinemaster Srl

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