Blow Job

Blow Job


-Hai sempre voluto andartene, nascondere la faccia, ma quando arriverà il nuovo giro…
-Arriverà cosa?
-Il nuovo giro…
-Cosa significa? Cristo! Queste frasi misteriose che non vogliono dire niente! Questa casa assurda la malattia di Diana…mi fanno uscire pazzo!

Dietro al malizioso titolo “Blow Job” e alle varie declinazioni come “Un soffio erotico”, “Dolce lingua”, non c’è un porno, ma un thriller erotico dal significato profondo. Nobili intenti abbattuti da una realizzazione poverissima, (con effetti notte imbarazzanti e una recitazione amatoriale) da eccessivi inserti erotici e da una versione hard introvabile che suona un po’ come leggenda.

Autore di questo complesso lavoro è Alberto Cavallone un regista sottovalutato e un po’ dimenticato tornato agli onori della cronaca cinematografica (o almeno quella di un certo cinema) grazie al prezioso lavoro di ricerca della rivista “Nocturno”.
Il magazine di Davide Pulici gli ha dedicato diversi speciali, ha riproposto alcune interviste, recuperando la figura di un regista complesso che amava le tematiche forti e l’analisi della società in tutte le sue più cupe sfumature.
Esattamente il tema di “Blow Job”. Un film incomprensibile se non si legge almeno una delleBlow Job suddette interviste.

Per quello che abbiamo capito in questo film del 1980 le cose stanno cosi: Stefano e Diana due attori, cercano di scappare di nascosto dall’hotel in cui vivono per non pagare il conto arretrato. Nello stesso momento una ragazza si toglie la vita buttandosi dalla finestra. Sfruttando la confusione del momento, i due fuggono e vanno in un ippodromo, dove incontrano una strana donna che chiede loro un favore. La donna li porta a casa propria, un grande castello, dove avvengono fatti strani e inspiegabili.

Fino a quando Cavallone non ci spiega l’arcano. “Fu un tentativo di mettere in pellicola alcune riflessioni di Castaneda, rBlow Jobiallacciandosi anche a Le porte della percezione di Huxley. Tutto era appuntato sulla possibilità di fuoriuscire da se stessi, di modificare la percezione tramite il ricorso a droghe o all’auto concentrazione (…) Blow job è la storia di uno sdoppiamento. C’è una strega brutta – che incontriamo nella prima scena, ambientata in un ippodromo – che attraverso una telefonata riesce a incuriosire il protagonista, Danilo Micheli e a irretirlo in una casa strana; dove lui incontra poi una bellissima ragazza, inquietante…perché questa ha una faccia da messicana, da peruviana…su un corpo da statua. Insomma, la ragazza lo mette sotto, lo tratta come se fosse un burattino. Ma in realtà questa donna bella è la stessa brutta, che si sdoppia”Blow Job

Pieno di simbolismi, scene surreali e dialoghi assurdi “Blow Job” ogni tanto annoia e la sua realizzazione di certo non aiuta a digerire il tutto. I personaggi, con eccezione della strega, sono superficiali, ma di tanto in tanto Cavallone ci regala momenti che sotto, sotto, mostrano una grande classe e una grande intensità, come la scena del ballo o quella del cimitero, dove il protagonista vede il proprio funerale. Il finale è l’unico possibile: una sublimazione di tutte le follie precedenti.
Non un capolavoro, ma un film che merita di essere visto da ogni appassionato di cinema. O almeno di un certo cinema.

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Blow JobScheda Tecnica
Titolo Originale: Blow Job
Titoli Alternativi: Blow job – Trabajo de absorción (Spagna), Blow Job – Dolce lingua, Blow Job – un soffio erotico, La strega nuda (Italia),
Anno: 1980
Regia: Alberto Cavallone
Cast: Danilo Micheli, Anna Massarelli, Anna Bruna Cazzato, Mirella Venturini, Valerio Isidori, Antonio Mea
Durata:
Casa di Produzione: Anna Cinematografica

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