Série Rose

Série Rose


Dans le secret des bibliothèques, derrière les reliures sévères et précieuses, se cachent bien des mystères. Les plus doux de ces mystères nous viennent des grands écrivains eux-mêmes.

Come si chiamava quella serie erotica? Quella che andava in onda alla fine degli anni ottanta e nei primi anni novanta in seconda serata sulle reti regionali? Sono passati così tanti anni che ce lo siamo chiesto diverse volte prima di trovare la riposta. E la riposta è “Série Rose”.

Una serie particolare che mischiava letteratura ed erotismo, con eleganza e tanta bravura. Cultura e tette insomma, per parlare in maniera volgare del binomio perfetto. E ci potevamo appassionare alla letteratura classica oppure a tutta quella strana e diversa sfera del mondo del cinema e della TV. Il fatto che siamo su B Movies Heroes fa intuire quale sia stata la strada che abbiamo imboccato, con buona pace dei nostri genitori che avrebbero preferito sicuramente figli laureati e colti.

Comunque il tentativo di elevare la cultura media francese e in seguito quella inSérie Roseternazionale (se di questo si trattava, ma sinceramente non crediamo) della “Série Rose” è senza dubbio ammirevole. Grandi classici della letteratura riproposti in chiave soft e con una produzione attenta, registi capaci, attori e attrici di rango e un produttore di livello.

Dietro di tutto ciò c’è Pierre Grimbait un tuttofare del mondo dello spettacolo. Attore, produttore, autore, regista che in una lunga carriera ottiene notevoli successi, soprattutto in TV con le serie “Navarro” e “Le Tuteur”. Nel 1984 produce la “Série Noire” adattamento televisivo di alcuni romanzi polizieschi. Due anni dopo si spinge ancora più in là e crea questa serie. Ventisei episodi che vanno in onda dalla fine del 1986 e che ospitano, come detto, artisti di un certo calibro. Perché l’erotismo è una cosa seria, che va maneggiata con cura.

E Grimbait lo sa bene. Infatti, la sua serie vanta nomi importanti. Innanzitutto trae ispirazione da Guy de Maupassant, da Restif de la Bretonne, da Defoe, dagli immancabili, se si parla di letteratura erotica, De Sade e Boccaccio. C’è pure Aristofane con “Lisistrata” una novella che un nostro insegnante definì “una storia di cazzi”.
Poi alla regia c’è Harry Kümel (regista di “Les lèvres rouges” del 1971), il ritrovato Michel Boisrond, nientemeno che la Série Rosepresenza di Walerian Borowczyk, dello spagnolo Jaime Chávarri e di Juan Luis Buñuel, il figlio di Luis.

Non finisce qui perché anche davanti alla macchina da presa c’è tanta qualità. Da Jean-Pierre Kalfon nel ruolo di narratore della serie si passa ad Anne Fontaine apprezzata e premiata regista lussemburghese mondialmente nota per “Coco avant Chanel” del 2009 e a tanti altri interpreti francesi e spagnoli che poi hanno fatto una buona carriera e soprattutto l’esordio nel 1991 di una giovanissima e già bellissima Penelope Cruz.

Fr3, cioè France 3, canale del servizio pubblico francese (poi la serie è ritrasmessa in seguito da RTL9 e NT1) manda in onda ogni sabato sera un episodio della durata dai venticinque ai trenta minuti di media. Il tutto inizia con “Augustine de Villebranche” ispirato a una novella De Sade. Non si poteva iniziare diversamente e non si poteva iniziare meglio.
L’idea è subito chiara, netta, realizzata bene e tocca temi scottanti per la TV generalista, s’intende. Il tradimento, il sesso, l’amore saffico e un po’ il travestitismo. Questo è il “fil rouge” di tutti i ventisei episodi che generalmente hanno sempre scene di nudo e soft-core ben fatte grazie alla presenza di ottime mani dietro la macchina da presa.

Il fatto che ci siano diversi registi rende il tutto più originale, diverso da puntata a puntata. La Série Rosedifferenza di passo si vede, soprattutto quando arriva “Almanach des adresses des demoiselles de Paris” di Walérian Borowczyk che si sofferma sulle nudità femminili o nelle scene erotiche del sempre suo “Un traitement justifié”.
A gusto personale “L’Élève” diretto da Harry Kümel è l’episodio più riuscito e dove si toccano punte di morbosità interessanti con un gioco “erotico” tra zio, nipote e cameriera interpretata dalla bella Isabelle Strawa che ingiustamente non ha fatto la carriera che avrebbe meritato.
“Elle et lui” di Jaime Chávarri non è male e si fa notare grazie a Penelope Cruz in un triplo ruolo molto seducente.

La “Série Rose” con i suoi nudi e le sue storie maliziose e intriganti resta un grande esempio di erotismo per la massa. Certo, oggi non stuzzicherebbe nemmeno la mente dell’adolescente più timido, ma per l’epoca aveva suo peso. Culturale s’intende eh!


Tags:  

Leave a reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.