Lo spietato

Lo spietato

Nella Milano da bere vince chi ha più sete
L’omaggio è sincero, non c’è dubbio ed è pure ben studiato. Ma nonostante questo sviscerato amore per  il noir e per “Milano Calibro 9”, “Lo spietato”, ci lascia più dubbi che altro. Intendiamoci, Riccardo Scamarcio nel ruolo del protagonista, fa un bel lavoro, aiutato anche dalle lezioni di milanese di Giovanni (ça va sans dire), la ricostruzione degli ambienti è curata nonostante qualche impercettibile errore, ma è tutto troppo smaccatamente preciso e pulito. Perfettino. E soprattutto ci sono sferzate comiche che in un noir non hanno molto senso.
La regia di Renato De Maria non ha colpi di genio, svolge in maniera lineare il compito senza esaltare lo spettatore, cercando raramente e in maniera poco convincente, riferimenti al cinema noir e poliziottesco. Lunga scena di inseguimento fra auto e schizzi di sangue incluse.
“Lo spietato” racconta della mala calabrese a Milano, a cavallo di tre decenni, settanta, ottanta e novanta, attraverso la vita di Santo Russo, boss milanese arrivato da ragazzino dalla Calabria e interpretato da Scamarcio.
Si parte dal finale per poi vedere l’escalation al potere di Santo Russo, dal primo carcere, alle rapine e ai colpi più importanti. Non affiliato ad alcuna ‘ndrina, causa del tradimento del padre, Russo si muove liberamente su più fronti che oltre le rapine includono spaccio, rapimenti e inevitabili (e spesso messi a contorno), omicidi. Al suo fianco due fedelissimi, “Slim” (Alessio Praticò) e Mario (Alessandro Tedeschi), che non di rado svolgono il ruolo, decisamente inappropriato, di rilievi comici.
Come in tutti i film noir/polizieschi/crime non può mancare l’aspetto femminile, che qui ricopre un ruolo di vitale importanza per gli eventi. La moglie di Russo, calabrese come lui, (la brava e premiata Sara Serraiocco) diventa nel corso della storia timorata di Dio e cerca di salvare il marito (e forse non solo), mentre l’amante, la francese e colta Annabelle interpretata da Marie-Ange Casta, sorella di Laetitia, rappresenta il sogno di una vita diversa che però il protagonista non potrà mai avere.
Un finale che sottolinea la linea morbida de “Lo spietato” rispetto ai noir di un tempo, completa il quadro di un film che non va oltre al revival del vintage. Di Leo è lontano anni luce, ça va sans dire.

Scheda Tecnica

Titolo originale: Lo spietato
Titoli alternativi: L’homme sans pitié (Francia), Der Unbarmherzige (Germania), Bezwzgledny (Polonia), Los despiadados (Spagna), The Ruthless (USA)
Anno: 2019
Nazione: Italia/Francia
Regia: Renato De Maria
Cast: Riccardo Scamarcio, Sara Serraiocco, Alessio Praticò, Alessandro Tedeschi, Marie-Ange Casta, Sara Cardinaletti
Casa di produzione: BiBi Film, Indie Prod, Rai Cinema
Durata: 90’

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