Il regista nudo

Il regista nudo

 

We’ll create a new era together a sexual revolution
Alla fine bastava raccontare le cose come sono realmente andate per avere una storia già interessante. Ma a Masaharu Take che supervisiona questa serie, evidentemente, non bastava e con il permesso del “The naked director” originale, che ha detto di sì a patto che le dinamiche fossero interessanti, sono stati aggiunti fatti e situazioni inventate. Cose così strane e paradossali che non di rado ci si chiede “Ma questo è successo davvero?”. E, sì, le cose più strane sono davvero accadute.
D’altronde Toru Muranishi, regista, attore, autore e produttore non poteva di certo avere una vita tranquilla considerando che è chi ha rivoluzionato l’industria dell’hard giapponese negli anni ottanta e novanta. La sua storia, dunque, finisce in una serie TV giapponese prodotta da “Netflix” che di certo non nasconde l’argomento centrale: il porno e la rivoluzione culturale giapponese.
Otto puntate che ci raccontano la vita di Muranishi da venditore di enciclopedie (e nella vita reale di tanto altro) a produttore, regista, attore di film porno.
Per fare un paragone siamo nello stile del buon Ed Wood, cioè un regista senza arte, ma con tantissime idee e una certa caparbietà, con l’aggiunta che a un certo punto, diventa ricco e famoso, perché, come detto è stato al centro di una rivoluzione culturale.
Dalle enciclopedie, dicevamo, passando per i giornali porno fino ai film hard, accompagnato da improvvisati compagni di viaggio (tra i quali Kuroki una ragazza di buona famiglia divenuta una nota AV idol) e boicottato da un temibile avversario in combutta con la polizia. Non manca la yakuza che cura i propri interessi. E non mancano numerosi arresti, uno dei quali alle Hawaii (fatto realmente accaduto e costato milioni di Yen, tra avvocati e quant’altro).
Una serie che per forza di cose è molto dinamica, piena di situazioni e momenti soft-core, che sfociano in quelle che potremmo definire come japanese craziness. Divertente, con una buona colonna sonora, ma non sempre dell’epoca e una regia frizzante che si sposa con una fotografia colorata.
Il difetto è che la narrazione segue le peripezie di Muranishi per gran parte della serie, comprimendo l’exploit solo nelle ultime puntate. Un crescendo troppo brusco che speriamo sfoci in una seconda serie. Di certo, vedere lo “stile” del regista è già un buon motivo per guardare “Il regista nudo”.

One comment to Il regista nudo

  • Jonathon Schilling  says:

    I like this post, enjoyed this one appreciate it for posting. “The basis of optimism is sheer terror.” by Oscar Wilde.

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