Il regista nudo – seconda stagione

Il regista nudo

seconda stagione

I video per adulti fanno parte della nostra vita

Questa volta non ho verificato il fact-cheking. Tanto alla fine lo so: le cose più assurde sono successe, quelle normali no. Quello che ho fatto è stato seguire, con attenzione e divertimento la seconda e ultima stagione de “Il regista nudo”, ovvero la bizzarra vita di Toru Muranishi che qui potrebbe essere sottotitolata “The rise and fall of Toru Muranishi”.

Per chi si fosse perso la prima serie (recuperatela) stiamo parlando di un regista giapponese che ha rivoluzionato il mondo del porno del suo paese. Non uno come Gerard Damiano, nemmeno come Joe D’Amato, piuttosto un Ed Wood giapponese, cioè un fiume in piena di idee incasinate con qualche intuizione giusta.

E questa seconda serie parte dal 1990 raccontando le vicende del protagonista ma anche dei suoi più fedeli collaboratori. Ormai noto, discusso, odiato e apprezzato, Muranishi sviluppa una passione o per meglio dire una visione futuristica corretta: investire nella TV satellitare. La cosa però si rivela essere un pozzo senza fondo che non ripaga l’investimento portandolo alla bancarotta. Non solo, in tutto ciò ci finisce la yakuza, la polizia corrotta e diversi processi per sfruttamento di prostituzione. Intanto i suoi più fedeli collaboratori prendono altre strade, non sempre, anzi mai, soddisfacenti e, infine, la sua star Kaoru Kuroki si ritira dalle scene. Ed è proprio quest’ultima la chiave di tutta la serie, nel senso che la vera Kuroki è stata un simbolo di libertà sessuale per il Giappone, una rivoluzionaria, che ebbe negli ultimi anni di carriera gravi problemi con Muranishi, che a quanto pare la picchiava. Di questa cosa non c’è traccia e il mondo dell’hard descritto in questa serie appare come un bizzarro mondo frequentato da sessuofobi.
Di certo l’obiettivo de “Il regista nudo” era più comico che drammatico, ma questa mancata “denuncia” e la descrizione del protagonista come il folle di turno non è piaciuta a diverse persone.
Critiche a parte la serie scorre via piacevolmente, tra momenti assurdi e tragicomici, riprendendo lo stile narrativo della prima stagione.

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