Exploitation tagged posts

Please Don’t Eat My Mother

Please Don’t Eat

My Mother

A Laugh With Every Burp
Tre cose valgono per questa pellicola. Può essere la parodia di “The Little Shop Of Horror” oppure la versione soft-core della stessa e infine la parodia in salsa soft-core. Fate un po’ voi, nessuna di queste possibilità è sbagliata, perché gli elementi ci sono tutti e fanno anche di questo film un episodio a volte simpatico, parodistico, ma a volte noioso per le lunghissime scene di sesso.
Con il “cult movie” di Roger Corman, questo film, condivide, a parte la pianta, anche l’estremo “low-budget” e la conseguente arte di arrangiarsi, ma va detto che il caro Roger con due e tre idee creò un gran bel film, invece qui, il regista Monson, si guadagna da vivere con un “sexploitation” molto lineare e senza grandi idee registic...
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The Acid Eaters

The Acid Eaters



It’s a Kook’s Tour of Motor-Cycle Mayhem, Nude Beach Parties, LSD Orgies – All the Things That Make Life Worthwhile

Il signore in mezzo al traffico, in quegli anni diceva che bere l’amaro al carciofo era “contro il logorio della vita moderna”
Negli Stati Uniti, il regista Byron Mabe e il produttore David F.Friedman dicevano più o meno la stessa cosa, ma al posto dell’amaro ci mettevano l’LSD. In ogni caso due cose poco salutari e soprattutto alla lunga dagli effetti deliranti.

Da una coppia che a quanto visioni e film trash non si è mai fatta problemi, vedi “The Lustful Turks” o “Space Thing” sempre del 1968, arriva questo “The Acid Eaters”, una pellicola stroncata di netto dalla maggior parte dei tanti commenti e recensioni che si trovano in r...

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Fight for Your Life

Fight for

Your Life




89 minutes of gut crunching terror!

La fama precede “Fight For Your Life”, una grande fama precisiamo e non è un semplice modo di dire. Violento, razzista, volgare, pesante, difficile da vedere e con immagini oltre il limite.

Eppure questo film del 1977 ha un suo, “fottuto” (lo diciamo per adeguarci al clima della pellicola) senso di esistere. Perché alla fine, parolacce, umiliazioni e violenza filano via lisce, in una storia che cavalca due sottogeneri dell’exploitation, il “rape revenge” e la “blaxploitation”, ispirati naturalmente da “The Last House On The Left” di Craven.
Diciamo la verità, se uno vuol fare un film su questo tema, non può far altro che mostrare il peggio del peggio dell’essere umano, cosa che qui è fatta abbastanza bene e che viene uni...
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Pink Angels

Pink Angels



“Catch the Pink Angels … if you can!”

Brutti. Sporchi. Minacciosi sui loro mostri a due ruote. Vanno in giro e fanno paura all’America. E sono gay.

“Pink Angels” film del 1976 è il giusto incontro tra commedia ed exploitation nella sua variante “bike”, ma è anche un’azzeccata critica alla società perbenista americana. Una pellicola che a tratti fa ridere, ma che ha anche diversi spunti riflessivi e un finale molto a sorpresa, che in un certo senso segue la scia di “Easy Rider”. Realizzazione semplice per un film “On The Road”, incentrato sulla liberta e sul viaggio ma soprattutto alle bande di motociclisti, in particolar modo alla più famosa, gli “Hell’s Angels”.

Qui però si racconta la vicenda di sei motociclisti in viaggio verso Los Angeles...

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The Thing With Two Heads

The Thing

With Two Heads



They transplanted a white bigot’s head on a soul brother’s body!

Lee Frost che firma la regia di un film è già una gran cosa che ne obbliga la visione. Ah l’eclettico Frost! Un grande eroe dei “B’s” che ogni volta ci lascia con la bocca aperta. Anche qui. E lo fa con effetti speciali che sono tutto, eccetto che speciali. Lo fa con il totale risparmio di sangue, che non scorre mai, nonostante la storia ne abbia bisogno. Lo fa con una trama che prende diverse scorciatoie, tutte improbabili, per restare unita e non perdersi durante il percorso.
“The Thing With Two Heads” è quindi un “b movie” clamoroso, trashissimo...

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Convoy Of Girls

Convoy Of Girls

My friend, we’ve lost the war. thousands of men are dying… And yet, we must go on. And right now, for no reason at all.
Poco nazisploitation. Molta guerra. Ma anche molta noia e poco divertimento. “Convoy Of Girls” film francese del 1978 porta a sorpresa anche la firma di Jess Franco che scrive e a quanto pare dirige assieme a Pierre Chevalier.
Diciamo a quanto pare, perché a parte il nome del mitico regista e la firma della casa di produzione “Eurocinè”, una sicurezza dell’exploitation, del nostro eroe c’è veramente poco. Anzi, nulla. Non ci sono inquadrature azzardate, non c’è un bella colonna sonora e vista l’epoca nemmeno l’oscurità dei suoi film. Se vi interessa non ci sono nemmeno belle ragazze.
C’è solo Monica Swinn a testimoniare in ...
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Hobo With A Shotgun

Hobo With A Shotgun



A long time ago I was one of you. You’re all brand new and perfect. No mistakes, no regrets. People look at you and think of how wonderful your future will be.

Questo è il cugino meno noto di “Machete” e merita tanto rispetto quanto il suo famoso parente messicano. E incute pure lo stesso timore. Fa paura, questo spietato eroe metropolitano, sudicio e con diverse ombre nella sua anima. Ed è il protagonista di questo film canadese, una pellicola stupefacente, una delizia per cinefili, che vola alto con una storia originale e ben costruita e una fotografia perfetta, che tante pellicole quotate si possono sognare.

Il protagonista è un Hobo, cioè un vagabondo americano interpretato da Rutger Hauer in una performance convincente che ogni tanto però rallenta in ec...

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Nude Nuns With Big Guns

Nude Nuns

With Big Guns



Which of you nuns violated my first commandment? Do not steal from Chavo!

Che ogni religione abbia qualche scheletro nell’armadio è cosa risaputa. Che però un gruppo di suore, nude e chissà perchè poi, raffinasse cocaina, sotto la direzione di un prete, per poi rivenderla al classico narcotrafficante è una cosa che va al di là dell’immaginazione. E speriamo anche della realtà.

Anche senza assumere sostanze particolari, ma limitandoci alla visione di questo film, possiamo dire che si parte per un bel “viaggio”. Un viaggio che tocca diversi generi tra i quali, la sexploitation, la nunsploitation e se vogliamo anche il rape-revenge.
Dietro a questo exploitation del 2010 troviamo la casa di produzione “Freak Show Entarteinment” che dal 2006 è...

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Machete

Machete


Machete non manda messaggi
Exploitation Vive! No Muere!
Era logico pensarlo, ma contrariamente a quanto si è visto nel “fake-trailer” contenuto in “Planet Terror”, “M
achete” non è un omaggio al cinema degli anni settanta.
No pellicola graffiata, no pellicola sbiadita, niente “Missing Reel”. No. “Machete” è un film d’exploitation moderno, in tutto e per tutto. Con un cast stellare.
La genesi è universalmente conosciuta. Il personaggio nasce tanti anni fa e diventa di carne ed ossa nel “fake-trailer” di cui sopra, che a furor di popolo spinge Rodriguez a dar vita a un lungometraggio. Una pellicola ispirata a quel cinema caro a questo blog, ma che modernizza linguaggio e tecniche. Romanticamente si può intere intendere “Machete” come un messaggio...
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Bloodsucking Freaks

Bloodsucking

Freaks



You’ll scream your head off!

L’approccio a questo film è fuorviante. Leggi Troma e pensi a un gran film degno della compagnia di Kaufman. Vedi i primi minuti con la gente che ride in un teatro e pensi a una pellicola genuinamente trash. Poi però si scopre che la Troma ha acquisito soltanto i diritti, mettendo le mani solo sul titolo e non sui contenuti, cambiando da “The Incredible Torture Show” al titolo in oggetto e soprattutto che minuto dopo minuto la pellicola “genuinamente trash” si trasforma in qualcosa di pesante, disgustoso e voyeuristicamente macabro.

Film del 1976 per la regia di Joel M. Reed che si ispira per questa sua storia a “Wizard Of Gore” di Herschell del 1970 e di conseguenza al cartellone del teatro parigino “Grand Guignol” dove ...

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