The little shop of horrors

The little shop

of horrors



-You have perhaps an explanation for this?
-No, but if you give me a minute I’ll think of one.  

Quanto tempo ci vuole per creare un cult? Dipende dalla mano e dal genio. Nel caso di uno come Roger Corman bastano solo due giorni, più qualche ripresa aggiuntiva, per creare un classico del cinema.
Ed ecco “The Little Shop Of Horrors”, un capitolo imperdibile per ogni appassionato di nonché esempio perfetto e irresistibile di black humour. Un film che nasce dopo una lunga gestazione, folle e un po’ cinica tanto quanto il film stesso.

Siamo agli inizi degli anni sessanta e Corman ha in mente una storia su un investigatore privato. Il fidato Charles B.Griffith, che con lui scrive capolavori del tipo di “Not of This Earth” “Bucket Of Blood” “Attack Of Crab Monsters”, scrive una sceneggiatura che è un po’ horror e un po’ comica e che ha come tema un critico-vampiro. Corman la boccia. Griffith ne scrive un’altra che riguarda uno chef un po’ strano che cucina i clienti. A Corman piace, ma l’idea è troppo fuori dai canoni. Ok. Allora sempre Griffith tira fuori l’idea di una pianta mThe little shop of horrorsangia uomini. “OK” è la risposta di Corman, anche se pare che i due fossero ubriachi, come dice lo stesso Griffith in questa intervista. Comunque ecco: “The Passionate People Eater”.

Gli attori sono in maggioranza fedelissimi di Corman già utilizzati in altri suoi film e ai quali s’aggiungono piccole parti di Griffith che coinvolge anche i parenti stretti. Ma il cast di “The Little Shop Of Horrors” passa alla storia per la presenza di un giovanissimo e particolare attore che aveva partecipato solo a un paio di pellicole: il grande Jack Nicholson

Tra battute di Griffith dimenticate e improvvisate, tra scene studiate in fretta e furia, figuranti pagati in vino, preghiere di collaborazione nei confronti del personale della “Southern Pacific Railway”, Corman gira in due giorni, lunedì e martedì, questa folle commedia adattando il set di un altro film presente presso i “Chaplin Studios”. Mette due macchine da presa in due angoli opposti e lavora come un matto, con un budget di 30.000 dollari (anche se qualcuno dice di più).Il 14 settembre del 1960 esce il film dal titolo definitivo “The Little Shop Of Horrors”,The little shop of horrors che ha per protagonista il commesso Seymour Krelboin impiegato con Audrey Fulquard presso il negozio di fiori “Mushnick” del Signor Gravis Mushnick.
Il negozio va male ed eccetto la Sig.ra Siddie che compra fiori per i morti, il Sig. Fouch che li compra per mangiarli e il dentista Farb, non si vedono altri clienti. Seymour un po’ casinista viene licenziato, ma cerca di far cambiare idea a Mushnick portandogli in negozio una piantina assai strana. Procrastinato il suo licenziamento di un’altra settimana, Seymour piazza in negozio la sua creatura che ha chiamato “Audrey Jr” e che ben presto farà capire d’aver bisogno di sangue più che di acqua. Seymour la nutre, la pianta cresce e inizia a parlare (la voce è di Griffith) chiedendo sangue e gradendo anche carne umana. E cresce, cresce a dismisura attirando  tanti clienti che vogliono osservare questa meraviglia e l’associazione di florico
The little shop of horrorsltori che vuole assegnare un premio al negozio. Ed “Audrey JR.” è sempre lì che mangia, nutrita anche da Mushnick stesso. Ma questa scia di sangue finisce per rovinare tutto ed arriva a un finale incredibilmente amaro e più horror di tutto il resto.

I personaggi sono perfetti, cinici e terribili, per un film che secondo Griffith è farsesco, ma sono anche il motivo per il quale Corman non trova all’epoca un distributore. Mushnick è un turco-ebreo, la Sig.ra Siddie Shiva pare debba il suo nome a un rituale funebre ebraico “Sitting Shiva”, cosa coerente con la quantità di parenti che le muoiono nel film. Tutti e due avrebbero potuto offendere le varie religioni.
Poi c’è la leggenda del cognome Krelboin. A causa dei titoli di coda non era chiaro a nessuno il vero cognome di Seymour, più volte scritto come “Krelborn”, “Krelboyn” e “Krelboined”. Nel suo libro Corman toglie i dubbi: Krelboin.Il film come dicevamo non ha un distributore e obbliga un anno dopo lo stesso Corman a d
The little shop of horrorsistribuirlo con con la sua “Filmgroup Inc”.

“The Little Shop Of Horrors” inizia a girare come “Double Bill” con “La Maschera Del Demonio” (Black Sunday in inglese) di Mario Bava e in seguito con “The Last Woman on Earth”.
Col tempo e con numerosi passaggi televisivi il film diventa un grandissimo “cult”, celebrato oltre che dalla critica universale da una versione colorata del 1987, da una serie animata del 1991 e naturalmente dal film musicale di Frank Oz, che è meno black comedy dell’originale, ma che annovera tante star di Hollywood tra le quali Bill Murray, Steve Martin e Rick Moranis.

 

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Scheda Tecnica

Titolo Originale: The Little Shop of Horrors
Titoli Alternativi: La tiendita del horror (Argentina), A Loja dos Horrores, A Pequena Loja dos Horrores (Brasile), Il piccolo negozio degli orrori, La piccola bottega degli Orrori (Italia), Kleiner Laden voller Schrecken (Germania), La pequeña tienda de los horrores, La tienda de los horrores (Spagna), La petite boutique des horreurs (Francia)
Pieni kauhukauppa (Finlandia), Rémségek kicsiny boltja (Ungheria), The Passionate People Eater     USA (working title)
Anno: 1960
Nazione: USA
Regia: Roger Corman
Durata: 70′
Cast: Johnathan Haze, Jackie Joseph, Mel Welles, Dick Miller, Myrtle Vail
Casa di Produzione: Santa Clara Productions

One comment to The little shop of horrors

  • utente anonimo  says:

    complimenti per questa recensione è bella ed esaustiva

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