Io Gilda

Io Gilda

Mi sento come un oggetto da museo, buona da collocare in una bacheca

Ogni occasione è buona per una sana scopata. Scusate la franchezza, ma Andrea Bianchi, o Andrew White se preferite, regista del quale abbiamo già parlato per film come “Malabimba”, “Nude per l’assassino” e “Quelli che contano” con questo film del 1989 sottolinea la passione per la commistione tra hard e thriller.
Tocca il fondo però, con un film che non è un thriller, non è un dramma e se vi interessa non è neppure un porno. Insomma, un soft core che punta comunque all’hard con una storia che ricorda in parte il buon “Nude per l’assassino” ma che resta nascosta tra le tette e organi genitali abbondantemente ripresi.

Un trash totale, manco simpatico, piuttosto noioso e scalcinato, con un’aurea da anni ottanta, che presenta diversi buchi (nel senso di storia!).
Ok, l’obiettivo non era quello di rinverdire il mito di Hitchcock e forse nemmeno anticipare il successo di “Basic Istinct” e ok, Andrea Bianchi non è il famoso regista inglese e manco Verhoeven però in “Io Gilda” non c’è una cosa che funzioni.

Il Mafioso Max, malavitoso che a quanto pare si occupa solo di donne perchè altro non fa per tutto il film, ha aperto con Lulù (Valentine Demy) lesbica convinta, un locale di strip tease. La fidanzata di Lulù però è misteriosamente morta durante un rapporto sessuale. La donna in collaborazione con la polizia cerca di indagare nella vita di Max e di un certo Spartacus, amico dell’uomo e diplomatico straniero, che sono i sospettati principali dell’omicidio.

Per far cadere in trappola Max, Lulù ingaggia Gilda (Pamela Prati) un’avvenente ragazza che fa esibire nel locale.
Max appena la vede impazzisce rivendendo in lei tutta la bellezza del personaggio interpretato da Rita Hayworth. Diventata amante di Max, Gilda è costretta a giochi perversi ed erotici e quando è in libera uscita si fa scortare da Alex, un “picciotto” già suo amante, con il quale spesso e volentieri ricorda i tempi andati.
Max scopre la tresca e chiaramente scoppia il finimondo, ma come ovvio sul più bello l’arguzia di Lulù salva tutti. La verità viene a galla, i cattivi muoiono, mentre Gilda finalmente e ufficialmente può spassarsela con Alex.

Memorabili scene trash e situazioni di assurda concezione, come un dialogo sul piano da adottare con sfondo donna nuda.
Numerosi poi i tentativi, falliti, di darsi un tono da film erotico serio. A parte tutto e a parte una recitazione pessima va detto che il Bianchi dimostra come sempre di saper scegliere bene le sue attrici. Qui gioca quasi tutto sulla bellezza statuaria della famosissima Pamela Prati, che offusca la prestazione di Valentine Demy attrice pisana, di supporto in tantissimi film erotici, divenuta pornostar notissima negli anni novanta che qui non nasconde nulla alla camera.

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Scheda Tecnica
Titolo Originale: Io Gilda
Anno: 1989
Nazione: Italia
Regia: Andrea Bianchi
Cast: Pamela Prati, Valentine Demy, Gerardo Amato, Grace Vernon, Alex Berger, Gino Concari, Luigi Soldati
Durata: 85′
Casa di Produzione: Union Film 1

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One comment to Io Gilda

  • Anonimo  says:

    valentina demy è diventata un mostro, ma pamela prati si è mantenuta gran gnocca

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