Gwendoline

Gwendoline



Here, when a man makes love, he dies

È dal 1950 che la povera Gwendoline se la passa male. Non proprio male, non esageriamo, ma diciamo che incappa in brutte avventure nelle quali perde vestiti e viene legata. All’inizio Gwendoline è disegnata dalla matita bondage di John Willie che tra il ’50 e il ’60 disegna storie che finiscono su diversi giornali e che soprattutto creano un’icona seconda nel suo genere, solo a Betty Page.

Gli anni passano e qualcuno decide di omaggiare nel 1984 Gwendoline, con un film. Quel qualcuno è niente meno che Just Jaeckin quello di “Emanuelle” (il primo e originale), quello di “Histoire D’O” con Corinne Clery e ancora quello de “L’amante di Lady Chatterley” con Sylvia Kristel.
Non c’è male, si può dire, le premesse sono ottime e anche le prime immagini della pellicola evidenziano una certa cura nella fotografia e nella sceneggiatura. Ma i fanatici dei fumetti e la visione di tutto il film abbassano notevolmente il giudizio finale. I primi non vedono grandi omaggi all’eroina di Willie e per quanto riguarda la pellicola ha un plot che si disperde in un’eccessiva staticità e tentativi telefonati di erotismo.

Nulla da eccepire sulla scelta del cast, con la protagonista interpretata da Tawny Kitaen conturbante modella e attrice americana, divenuta famosa poi per una serie di vicissitudini personali, tra arresti per percosse (al secondo marito) e uso di droga. Qui, comunque, in ottima forma, interpreta l’ingenua ma tenace protagonista, che uscita da un collegio di suore si reca in Asia alla ricerca del padre, uno studioso di farfalle misteriosamente scomparso. Con lei la sua compagna di scuola Beth, l’attrice francese Zabou Breitman, nevrotica, un po’nerd che crea un giusto contrasto. Le due ragazze vengono accompagnate tra furfanti e pericoli naturali dall’avventuriero Williard, una via di mezzo tra “Indiana Jones” e “Corto Maltese”, belloccio, con i soliti modi rudi che portano la protagonista, molto banalmente, ad innamorarsi di lui.
Al di là degli scontati flirt, i tre si fanno un giretto in terre selvatiche che passano dalla foresta più fitta al deserto più assolato, incontrando tribù che variano dal maschilismo al femminismo più estremo. Fino a qui la storia regge e si basa su uno schema quasi matematico: incontro/prigionia/intelligente risoluzione con fuga.

Poi però “Gwendoline” s’impaluda, trascinandosi e prendendo percorsi che cercano un’eccessiva elaborazione. Il momento di crollo lo si ha quando i tre finiscono nelle grotte delle “Yik Yak” una tribù hi-tech, che vive vicino a un vulcano sotterraneo e sopra a una miniera di diamanti. La popolazione è composta da sole donne guerriere semi-nude, governate da una regina egocentrica con il senso degli affari. Finiti lì sotto i tre vengono imprigionati e mentre Wiliard diventa il prescelto per far continuare la stirpe, ma con la sola prospettiva di essere usato e gettato, Gwendoline cerca il modo di risolvere tutto mostrando una scaltrezza mai dimostrata in precedenza. Situazioni che ci portano a un finale piuttosto scontato.
Brent Huff, attore e fotomodello, va detto che regge bene il suo personaggio, dando anche qualche manciata di comicità. Come regina invece troviamo Bernadette Lafont il cui apice professionale è rappresentato da una grande presenza nei film di Chabrol e Truffaut. Finita la “Nouvelle Vague” l’attrice è riuscita a rimanere a galla piuttosto bene, vincendo anche due volte, uno onorifico, il premio “Cesar”. Ottimo curriculum a parte anche lei scivola come tutti quanti in questo “Gwendoline” che partito con le migliori intenzioni e un buon cast si perde nelle giungle che racconta.
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Scheda Tecnica
Titolo Originale: Gwendoline
Titoli Alternativi: As Aventuras de Gwendoline no Paraíso (Brasile), Avanture Gwendoline (Slovenia)
Gwendolina (Polonia), Gwendoline – vaarojen valtiatar (Finlandia), Gwendoline och jakten på Yik Yak (Svezia), The Perils of Gwendoline in the Land of the Yik Yak (USA)
Nazione: USA
Anno: 1984
Regia: Just Jaeckin
Cast: Tawny Kitaen, Brent Huff, Zabou Breitman, Bernadette Lafont, Jean Rougerie, Roland Amstutz, Jean Stanislas Capoul
Durata: 105
Casa di Produzione: Films de L’Alma, G.P.F.I., Parafrance Films

 

 

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