The Valley of Gwangi
I tell you, if he does not go back to the forbidden vally we shall all suffer a terrible fate. My eyes are blind but I can still see the signs.
Cowboys e dinosauri. Messico e zingari. Un po’ di machismo, certo, il solito eroe americano, ma si può dire che “The Valley of Gwangi” sia un film curioso e originale per la commistione di generi.
A ciò va aggiunto che agli effetti speciali troviamo il maestro Ray Harryhausen, anche produttore, che forse qui non è sempre all’altezza della sua fama, ma in fin dei conti porta a casa il compito tra i già citati dinosauri e cavalli in miniatura.
La storia della produzione di “The Valley of Gwangi” (Gwangi vuol dire lucertola per i nativi americani) inizia addirittura nel 1942. Willis O’Brien colui che ha creato gli effetti per il primo “King Kong” lavora a una storia ispirata al libro “Lost World” di Arthur Conan Doyle. La RKO poco prima dell’inizio delle riprese, annulla tutto dopo una ricerca di mercato che evidenziava che la gente non era interessata a storie di dinosauri.
Ci pensa poi lo stesso Harryhausen a realizzare a fine anni sessanta l’idea del suo famoso mentore, passando dalla RKO alla Warner Bros. Alla regia si piazza l’inglese Jim O’Connolly, mentre l’americano James Franciscus, famoso per serie TV, è il protagonista con l’attrice e modella israeliana Gila Golan. Si gira in Spagna, ad Almeria e Cuenca, tanto per sottolineare ancora una volta la commistione di situazioni, questa volta legati a una produzione internazionale, di “The Valley of Gwangi”.
Il film, non accolto benissimo dalla critica all’epoca, ma rivalutato in tempi moderni, è, in effetti, un po’ scontato e non sempre scorre tutto benissimo. Ma alla fine riesce nel suo intento, grazie a un finale spettacolare che lo porta a essere un simpatico intrattenimento (curioso, come detto) di altri tempi. In mezzo, una serie di personaggi stereotipati, messi lì, si può dire, per acchiappare il pubblico americano.
Ci troviamo all’inizio del XX Secolo in Messico. TJ Breckenridge (Gila Golan) si lancia con un cavallo in una tinozza (in un efficace effetto speciale) come numero principale di un circo/rodeo. A osservarla c’è una sua vecchia fiamma Tuck Kirby (James Franciscus) il cui nome già dovrebbe evocare che è lui l’eroe senza macchia di turno. E in effetti, lo è. Buono di cuore, vestito come un damerino, bravissimo a cavallo, fa amicizia con un niño messicano di nome Lope, con il quale, senza alcun motivo, si trova nel deserto dove incontra il paleontologo Horace Bromley (Laurence Naismith) che è lì, per alcune ricerche su alcuni reperti che avrebbero cinquanta milioni di anni.
Scoperto poi che il circo di TJ ospita un cavallo in miniatura che sarebbe in realtà un Eohippus, un nutrito gruppo si avventura nella “Valle Proibita” da dove l’animale arriverebbe e nonostante una zingara glielo sconsigli.
Lì, il nostro Tuck e la bella TJ oltre a riappacificarsi lotteranno con il professore e altri contro i dinosauri. Ne catturano uno, che chiamano Gwangi, per sfruttarlo nel circo ma, vi ricordo che questo film è legato a King Kong. E quindi, non tutto fila liscio.
A ciò va aggiunto che agli effetti speciali troviamo il maestro Ray Harryhausen, anche produttore, che forse qui non è sempre all’altezza della sua fama, ma in fin dei conti porta a casa il compito tra i già citati dinosauri e cavalli in miniatura.
La storia della produzione di “The Valley of Gwangi” (Gwangi vuol dire lucertola per i nativi americani) inizia addirittura nel 1942. Willis O’Brien colui che ha creato gli effetti per il primo “King Kong” lavora a una storia ispirata al libro “Lost World” di Arthur Conan Doyle. La RKO poco prima dell’inizio delle riprese, annulla tutto dopo una ricerca di mercato che evidenziava che la gente non era interessata a storie di dinosauri.
Ci pensa poi lo stesso Harryhausen a realizzare a fine anni sessanta l’idea del suo famoso mentore, passando dalla RKO alla Warner Bros. Alla regia si piazza l’inglese Jim O’Connolly, mentre l’americano James Franciscus, famoso per serie TV, è il protagonista con l’attrice e modella israeliana Gila Golan. Si gira in Spagna, ad Almeria e Cuenca, tanto per sottolineare ancora una volta la commistione di situazioni, questa volta legati a una produzione internazionale, di “The Valley of Gwangi”.
Il film, non accolto benissimo dalla critica all’epoca, ma rivalutato in tempi moderni, è, in effetti, un po’ scontato e non sempre scorre tutto benissimo. Ma alla fine riesce nel suo intento, grazie a un finale spettacolare che lo porta a essere un simpatico intrattenimento (curioso, come detto) di altri tempi. In mezzo, una serie di personaggi stereotipati, messi lì, si può dire, per acchiappare il pubblico americano.
Ci troviamo all’inizio del XX Secolo in Messico. TJ Breckenridge (Gila Golan) si lancia con un cavallo in una tinozza (in un efficace effetto speciale) come numero principale di un circo/rodeo. A osservarla c’è una sua vecchia fiamma Tuck Kirby (James Franciscus) il cui nome già dovrebbe evocare che è lui l’eroe senza macchia di turno. E in effetti, lo è. Buono di cuore, vestito come un damerino, bravissimo a cavallo, fa amicizia con un niño messicano di nome Lope, con il quale, senza alcun motivo, si trova nel deserto dove incontra il paleontologo Horace Bromley (Laurence Naismith) che è lì, per alcune ricerche su alcuni reperti che avrebbero cinquanta milioni di anni.
Scoperto poi che il circo di TJ ospita un cavallo in miniatura che sarebbe in realtà un Eohippus, un nutrito gruppo si avventura nella “Valle Proibita” da dove l’animale arriverebbe e nonostante una zingara glielo sconsigli.
Lì, il nostro Tuck e la bella TJ oltre a riappacificarsi lotteranno con il professore e altri contro i dinosauri. Ne catturano uno, che chiamano Gwangi, per sfruttarlo nel circo ma, vi ricordo che questo film è legato a King Kong. E quindi, non tutto fila liscio.
Scheda Tecnica
Titolo originale: The Valley of Gwangi
Titoli alternativi: O Vale de Gwangi (Brasile), La vallée de Gwangi (Francia), Die Rache der Dinosaurier (Germania), El valle de Gwangi (Cile, Messico, Spagna), I apigorevmeni koilada, Η κοιλάδα του Γάγγη, Στα κοφτερά δόντια του Γκοτζίλα, Η απαγορευμένη κοιλάδα του Γκοτζίλα, Η απαγορευμένη κοιλάδα (Grecia), A tiltott völgy (Ungheria), La vendetta di Gwangi (Italia), Kyofu Guwanji, 恐竜グワンジ (Giappone), O Vale dos Monstros, Ao Sul do Rio Grande (Portogallo), Долина Гванги (Serbia), Долина Гванги (URSS), The Valley–Where Time Stood Still, Gwangi, The Lost Valley,
The Valley Time Forgot, The Valley Where Time Stood Still(Alternativo), Thung Lũng Gwangi (Vietnam), Gwangis Rache – Das Tal der Dinosaurier (Germania)
Anno: 1969
Nazione: USA
Regia: Jim O’Connolly
Cast: James Franciscus, Gila Golan, Richard Carlson, Laurence Naismith, Freda Jackson, Gustavo Rojo
Casa di produzione: Charles H. Schneer Productions
Durata: 96’
Titolo originale: The Valley of Gwangi
Titoli alternativi: O Vale de Gwangi (Brasile), La vallée de Gwangi (Francia), Die Rache der Dinosaurier (Germania), El valle de Gwangi (Cile, Messico, Spagna), I apigorevmeni koilada, Η κοιλάδα του Γάγγη, Στα κοφτερά δόντια του Γκοτζίλα, Η απαγορευμένη κοιλάδα του Γκοτζίλα, Η απαγορευμένη κοιλάδα (Grecia), A tiltott völgy (Ungheria), La vendetta di Gwangi (Italia), Kyofu Guwanji, 恐竜グワンジ (Giappone), O Vale dos Monstros, Ao Sul do Rio Grande (Portogallo), Долина Гванги (Serbia), Долина Гванги (URSS), The Valley–Where Time Stood Still, Gwangi, The Lost Valley,
The Valley Time Forgot, The Valley Where Time Stood Still(Alternativo), Thung Lũng Gwangi (Vietnam), Gwangis Rache – Das Tal der Dinosaurier (Germania)
Anno: 1969
Nazione: USA
Regia: Jim O’Connolly
Cast: James Franciscus, Gila Golan, Richard Carlson, Laurence Naismith, Freda Jackson, Gustavo Rojo
Casa di produzione: Charles H. Schneer Productions
Durata: 96’
Social Profiles