La mansion de los muertos vivientes

La mansion de los

muertos vivientes

 

-You know what we should do if they don’t show up?
-Of course sleep
-That’s impossible for me. I can’t sleep if I don’t make love.

Jesús Franco ci parla di zombie e ci fa vivere diverse emozioni. Per buona parte del film, sembra di essere davanti a una commedia da spiaggia, con tantissimi nudi e diverse scene lesbo soft-core. Poi, sembra un film horror che non ha grandi risorse. E infine sembra di essere alle prese con un regista, il grande Franco, un po’ appassito. Perché di quel genio che ci ha fatto impazzire di gioia negli anni settanta con pellicole horror belle da vedere  e dalla trama tesa, con film erotici più che decenti per non parlare della sua mano dietro alla camera, delle sue visioni, della sua eleganza e della musica che accompagnava i suoi film qui nel 1985, c’è poco. Si notano alcune caratteristiche però, come l’anticlericalismo e l’umorismo, rappresentato quest’ultimo dalla battuta “non riesco a dormire se non faccio l’amore”.

In più la musa e moglie Lina Romay qui a soli trentuno anni, sembra aver perso quel fascino che ha sempre emanato, vuoi perLa mansion de los muertos vivientes un’acconciatura da signora da mezz’età e vuoi per diversi chili in eccesso. Da aggiungere che è in compagnia di altre tre donne che poco hanno da dire. Ci piacerebbe ammettere che l’assenza di fascino delle protagoniste, non conta nulla con il nostro giudizio, ma non siamo ipocriti e lo ammettiamo: ci mancano le bellezze estreme che Franco usava nei suoi film.
Difetti, errori e ancora difetti che però restano lì, in testa a macerare e poi si trasformano in qualcos’altro, non in punti di forza, ma in qualcosa che da un senso e che non stona in questa pellicola.
Perché sebbene abbiamo appurato, che non ci sono il Franco né la Romay dei bei tempi andati, “La mansion de los muertos vivientes” con una realizzazione un po’ scadente e l’utilizzo di “Milf” (o simili), riesce a trasmettere i messaggi di desolazione, di decadenza, di horror che sono il centro e l’obiettivo del film. Merito anche della location, un gigantesco albergo a Gran Canaria, La mansion de los muertos vivientesdove non c’è nessuno a parte le quattro protagoniste, il portiere e un giardiniere. Franco qui gioca bene dietro la macchina da presa, riprendendo lunghi corridoi scuri, giardini, spiagge, tutti vuoti, nei quali riecheggiano suoni strani.
Le protagoniste poi, hanno un background un po’ particolare, sono quattro cameriere di un topless bar di Monaco di Baviera, (ma di tedesco non hanno nulla) che si concedono una vacanza, la prima, dove possono dare via libera ai tanti impulsi sessuali lesbo e non, girando nude buona parte del tempo.

A questo quadro già di per se non invitante (d’accordo…qualcuno potrebbe dirci che quattro cameriere in cerca di avventure sono molto invitanti…) va aggiunto un convento di Frati che sorge lì vicino e che è la causa scatenante della violenza, ma soprattutto ilLina Romay posto che ospita gli zombie. È il momento di un doveroso piccolo inciso su questi morti viventi, che dobbiamo dire, non sono realizzati bene. Hanno un saio bianco e una maschera di plastica che dovrebbe dargli un aspetto da scheletri e uno di loro, una via di mezzo tra un morto e un uomo vivo, ha una colata di gomma indurita semitrasparente sulla faccia.
Detto questo, torniamo alla storia, con tutti i protagonisti che si trovano in questa località turistica deserta, classico specchio per le allodole, che molti secoli prima era la sede dell’inquisizione spagnola del posto. A causa di una maledizione lanciata da una strega, i frati sono stati imprigionati tra la dimensione terrena e l’aldilà. Siccome erano quelli dell’inquisizione spagnola, non disdegnano, nell’attesa di essere liberati, di continuare il proprio lavoro contro i peccatori. E le turiste dalla mente aperta, sono un interessante soggetto.

La mansion de los muertos vivientesLento, a volte assurdo, soprattutto nelle tante scene di sesso, Franco svela man mano le sue carte, fino a portarci a un finale, un po’ cervellotico ma che tutto sommato funziona.
A parte Lina Romay troviamo Mabel Escaño un’attrice spagnola che lavora ancora molto, soprattutto in televisione e Antonio Mayans che interpreta il factotum dell’albergo Carlos Savonarola.
Siccome tutte le recensioni di questo film lo ribadiscono, lo facciamo anche noi per non essere da meno. Qualcuno a quanto pare ha paragonato spesso “La mansion de los muertos vivientes” con la “Noche Del Terror Ciego” di Armando De Ossorio. I due film a parte il concetto di congrega e le sembianze scheletriche degli zombie, non hanno assolutamente nulla in comune.

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652-lamansion1Scheda Tecnica
Titolo Originale: La Mansion De Los Muertos Vivientes
Titoli Alternativi: Die Villa Der Lebenden Toten (Germania DVD), Mansion Of The Living Dead (USA)
Anno: 1985
Nazione: Spagna
Regia: Jess Franco
Cast: Lina Romay, Antonio Mayans, Mabel Escaño, Albino Graziani, Mari Carmen Nieto, Elisa Vela, Eva León
Durata: 97’
Casa di Produzione: Golden Films Internacional S.A.

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