Storia di una monaca di clausura

Storia di una monaca

di clausura

Noi qui parliamo nelle preghiere di amore verso lo sposo divino. Ti sembrerà strano ma io ce l’ho questo amore. Sì, io amo Dio!  Ma questo non toglie che io senta il desiderio di un amore terreno, verso una creatura umana. E tu sei l’unica degna d’amore qui dentro. E io sono disperata!

Suor Agnese del bambino Gesù è colei che ispira questo film. E basta Google e non la laurea in teologia, per scoprire che questa suora non è mai esistita. Il nunsplotation dei primi anni settanta si direbbe che ha già le idee chiare, tanto quanto l’eclettico Domenico Paolella che nello stesso periodo e sempre su sceneggiatura di Tonino Cervi gira anche “Le monache di Sant’Arcangelo” con Ornella Muti.

Questa seconda incursione nel genere ha per protagonista una giovane (e bellissima) Eleonora Giorgi, che si trova in mezzo ad un cast di strepitosa bellezza composto da Catherine Spaak, Suzy Kendall, Martine Brochard e Paola Senatore. Alle quali s’aggiunge l’esperienza di Giuliana Calandra, Clara Colosimo e Caterina Boratto. Insomma un super cast che solo a leggerlo fa venire voglia di vedere la “storia” di Suor Agnese del bambino Gesù. Anche se non è mai esistita.

Purtroppo al di là dell’estetica Paolella non ci dà molto altro. E per estetica non intendiamo solo l’avvenenza delle interpreti ma soprattutto l’ottima cura della fotografia, una buona684-storiadiunamonaca3 regia e una furba e funzionale ricostruzione degli ambienti.

Un bel contenitore con suggestive immagini e belle idee, che finiscono in una vicenda poco incisiva. Per oltre un’ora non capita praticamente nulla in “Storia di una monaca di clausura”. Ci sono i soliti patimenti, le idee della società dell’epoca e poi il convento. Si sa che nei conventi (del nunsploitation negli altri chissà) capita sempre di tutto. Sadismo, sesso e cattiverie varie. Anche qui, ma le cose sono molto più sfumate. La madre superiora non è una lesbo-sadica cattivissima. Ma è una bella donna (Suzy Kendall) che si occupa delle sue sorelle, dispensando consigli e chiudendo un occhio sulle varie cose che accadono lì dentro. È innamorata della protagonista, ma non la forza ai suoi piaceri. Tra le consorelle c’è qualcuna effettivamente invidiosa, altre interessate ai soldi e altre ancora (Suor Elisabetta, interpretata da Catherine Spaak), interessata al piacere carnale etero e lesbo. Ma alla fine queste “deviazioni” restano lontane anni luce dalle malignità viste in altre pellicole del genere. Il finale alla “uno per tutti, tutti per uno” in versione femminile è qualcosa di trascendentale che va addirittura contro alla struttura ecclesiastica del posto. Il che, visti i tempi è abbastanza incredibile.

684-storiadiunamonaca2A mettere un po’ di pepe nella storia ci pensa la protagonista, Carmela Simoni o Suor Agnese (del bambino Gesù), intrepetata da Eleonora Giorgi. E’ lei che se le va a cercare è lei che getta benzina sul fuoco è lei che si mette nei guai ed è sempre lei che mostra la maggior parte di carne nuda.
Carmela figlia della ricca casata dei Simoni, fin da neonata è promessa sposa a un ricco rampollo di un’altra famiglia. Raggiunta però la giusta età per sposarsi preferisce Giuliano un ragazzotto popolare e di certo poco importante per gli equilibri politici. Carmela invece di sposarsi e poi avere un’amante, respinge ufficialmente il marito prescelto. E così, la famiglia la rinchiude in convento.
Spogliata, un po’ palpata, Carmela deve fare tutta la trafila per diventare suora. Trenta giorni di isolamento, preghiere e altre privazioni. Finito il “training” torna nella sua cella e pian piano scopre i vari vizi delle consorelle. E tutto sommato non le dispiacciono. Dopo aver rifiutato di prendere i voti (se le va sempre a cercare!), la famiglia la ripudia completamente e lei, grazie a Suor Elisabetta, vede ancora una volta il suo amato Giuliano e resta incinta. Il suo amato viene ucciso, la diocesi scopre che una suora è in attesa di un figlio e chiude il convento. Ma lei fugge e dedica la sua vita ad aiutare gli oppressi. 684-storiadiunamonaca4

Un buonismo, per usare una parola di moda oggi, eccessivo sia per il genere sia per lo spettatore morboso (vedi noi) che quando vede il binomio suore e cinema di genere, si aspetta scene lesbo, sadomaso e cattiverie sparse. E forse è colpa nostra e magari Paolella puntava semplicemente a un film erotico su sfondo ecclesiastico. In ogni caso la noia regna sovrana. Fortuna vuole, oltre a quanto già detto di positivo, che le interpreti compiono il proprio dovere e la Giorgi, per quanto ancora alle prime armi riesce a creare un personaggio credibile e interessante. L’unica che muove le acque in questa storia.

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Scheda Tecnica
Titolo Originale: Storia di una monaca di clausura
Titoli alternativi: Diary of a Cloistered Nun, Story of a Cloistered Nun (Internazionali), The Diary of a Closeted Nun (Australia), Historia de una monja de clausura (Cile), Nonnens kærlighed (Danimarca), Historia de una monja de clausura (Spagna), Kielletyn luostarin salaisuus (Finlandia), Une histoire du 17ème siècle (Francia), I istoria mias monahis (Grecia), De non en haar duivel (Olanda), Unholy Convent (USA), Der Nonnenspiegel (Germania)
Anno: 1973
Nazione: Italia
Regia: Domenico Paolella
Cast: Eleonora Giorgi, Catherine Spaak, Suzy Kendall, Martine Brochard, Paola Senatore, Giuliana Calandra, Clara Colosimo, Caterina Boratto
Durata: 96′
Casa di produzione: Produzioni Atlas Consorziate (P.A.C.), Roxy Films, SND Films

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