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Lady Godiva Rides

 Lady Godiva Rides

“Banished from Coventry, she went and rode hard in the Wild, Wild West”

 

Partiamo da una stuzzicante leggenda che sicuramente conosciamo tutti, ma nel caso ve la siate persa, racconta di Lady Godiva bellissima nobildonna vissuta a Coventry intorno all’anno 1000 che per convincere il marito, il Conte Leofrico, ad abbassare le tasse, cavalcò nuda per le vie della città coperta solo dai suoi lunghi capelli.
Meno conosciuta, a parte dagli amanti di un certo cinema, è la storia di un leggendario regista, A.C. Stephen, nome d’arte di Stephen C. Apostolof, bulgaro di nascita, americano d’adozione, che qui abbiamo già visto per l’ottimo “Orgy Of The Dead”, la cui vita e opere sono bizzarre e incredibili tanto quanto la vicenda di Lady Godiva.
Ingiustament...

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A Scream In The Streets

A Scream In

The Streets

 
 A City Ripped Apart by Sin and Lust!

Questo è un pessimo film low-cost, girato male, pieno di scuse banali per vedere scene di sesso. Cavolo, dobbiamo ammetterlo, “A Scream In The Streets”, ha un fottutissimo senso di esistere ed esercita un incredibile e malsano fascino.

L’apprezzamento per questo filmaccio, cresce ancor di più se lo immaginiamo nella programmazione di qualche Grindhouse che a tarda notte, trasmette le immagini di questi poliziotti più che stereotipati e di uno psicopatico travestito che uccide le donne con le quali ha avuto poco prima rapporti sessuali, cA Scream In The Streetshe, tra l’altro, sono accuratamente mostrati allo spettatore. 

Di un trash incredibile ma sfacciatamente geniale. Perché c’è una storia, una crime story, che segue (a su...
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Brand Of Shame

Brand Of Shame



 the adult color western, that puts you back in the saddle again!

Musica pop in apertura, corpetti di signorine che esplodono e lesbo proprietarie di hotel. Poco vecchio west, molto anni sessanta e quindi ecco un altro, polveroso, assurdo, Far West. Perso nei territori della commedia e della “sexploitation”, in questo film del 1968 capita ben poco, se escludiamo i lunghi momenti nei quali attori e attrici rimangono aggrovigliati senza vestiti e con allegre musichette di sottofondo.

Siamo di fronte a un prodotto pop dunque, inutile alla storia del cinema, ma in fin dei conti innocuo, scritto da un esperto del genere, il produttore David F.Friedman e diretto da quel folle di Byron Mabe che in quanto a filmetti in quegli anni ne sformava uno dietro l’altro: “Acid ...
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Below The Belt

Below The Belt



A Penetrating Look Into the Sordid World of Bruises and Broads!

È da masochisti guardare un film di Bethel Bucklew ma è probabilmente per colpa del nostro cervello malato che continuiamo a farci del male e a insistere sulle opere di questo oscuro regista da “Grindhouse”.
Non sempre le cose vanno male però, qualche pellicola è più o meno decente, qualche altra lo è meno, ma scorre veloce, inutile, ma veloce. Altre ancora invece ti fanno rimpiangere di essere un cinefilo. Quest’ultimo è il caso di “Below The Belt”, un film apprezzabile per sole tre cose. Due le vedremo dopo, la prima invece è il titolo, un azzeccato doppio senso con il mondo della boxe.
Che poi la boxe, sia presente solo nel titolo e in poco altro è un discorso a parte che spiega anche...

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Fantasm

Fantasm

 The Sin-Sational Cult Film Classic

Ci scuseranno le lettrici, ma questo blog è scritto da maschi e ci consentirete una battuta: per capire le donne ci vuole uno studio approfondito, ci vuole un professore dal nome minaccioso e ci vogliono esempi e teorie (molti i primi, poche le seconde). Ed ecco Jungenot A. Freud, che analizza, sminuzza, teorizza il comportamento delle donne, in una pellicola australiana del 1976.

Noi, che psicologi non siamo, ma che scriviamo di cinema, ci limitiamo invece ad analizzare il film, lasciando lo studio della mente, ancora una volta misteriosa, delle donne, a un’altra occasione. Perché chiaramente “Fantasm” non è un’opera scientifica, ma uno dei tantissimi episodi dell’epoca fatti, pensati, per mettere un po’ di donne nude e diverse sc...

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Ich, Ein Groupie

Ich, Ein Groupie

She Was Curious. She Was Eager. She Couldn’t Find Any Satisfaction

I fatti parlavano chiaro, non abbiamo colpa. Erwin C.Dietrich alla regia, una bionda esplosiva come protagonista, che appare già nuda sulla locandina, il 1970 e musica rock. Ci sembrava di essere di fronte o a una versione trash (d’altronde c’è Dietrich) ed europea di “Beyond The Valley Of The Dolls” o a una commedia soft-core sulle libertà sessuali. Invece nulla di tutto ciò o quasi. Il film di Meyer innanzitutto non c’entra assolutamente nulla, visto che esce dopo, per il resto invece ci siamo quasi, nel senso che “Ich, Ein Groupie” è per sessanta minuti un commedia soft-core, piena di scene di sesso, di disperazione amorosa, di libertà estrema di costumi ma nei quattordici minut...

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Erotibot

Erotibot

 

No one wants to be create as a failure

Il Giappone visto da occhi lontani è un posto che mischia l’hi-tec, con una vita frenetica che sfocia a volte in un cinema folle. Non sappiamo se la vita in Giappone sia esattamente così (però se ci pagate il viaggio andiamo a vedere e poi ve lo diciamo), sappiamo invece che ogni volta che vediamo un film giapponese, restiamo stupiti da quelle che ci sembrano follie. In questo caso si parla di androidi e di alta tecnologia, in un film adorabile del 2011, per la regia di Naoyuki Tomomatsu, quello di “Zombie Self Defence Force”, di “Maid Droid” e co-regista di “Vampire Girl Vs Frankenstein Girl”, tra i film che abbiamo recensito.

Il titolo originale tradotto in inglese, suona un po’ diversamente (scusate eventuali inesat...

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The Ramrodder

The Ramrodder 

Laid in the 19th century american west…a time and place of unbridled carnage and carnality

Mandria di bovini, due cowboy scendono da una collina. Arrivati al fondo si fermano. C’è un bivio, le loro vite si separano. Ognuno per la propria strada.

I primi quattro minuti di “The Ramrodder” potrebbero star bene anche in una pellicola di Sergio Leone o di John Ford.
Perfetto, non c’è che dire, ma siccome qualcosa avevamo già letto, sapevamo che il film non avrebbe continuato su quella strada, ma non ci aspettavamo che già al quinto minuto tutto cambiasse, a partire con un gruppo di ragazze piuttosto in forma, che fanno il bagno in uno stagno sotto lo sguardo voyeuristico di uno dei due cow-boy.
“The Ramrodder” diventa presto un film nel quale per qualche...
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Maleficarum

Maleficarum



A story of the horrors of the Inquisition

Non sappiamo se siamo posseduti o inquisitori. Perché per questo film abbiamo da dire cose che in pochi condividono e allo stesso tempo lo accusiamo in pubblica piazza. Primo film boliviano che abbiamo l’onore di recensire, “Maleficarum” ottiene mediamente buone recensioni su altri siti. Non siamo i cloni di Ebert e la nostra opinione vale quanto le altre, ma ci sentiamo di dire cose negative su un film la cui visione per noi è una tortura buona per Torquemada.

“Maleficarum” con ogni probabilità prende il titolo dal “Malleus Maleficarum” libro scritto nel 1487 dai frati domenicani Jacob Sprenger e Henrich Institor Kramer, considerato per molto tempo il miglior manuale sulle streghe, una specie di bestseller sull...

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Southern Comforts

Southern Comforts




They felt the spirit of the hills in her jugs!

Senza la “s” in “Comforts” parliamo, come noto, di un liquore inventato a New Orleans. 
Comprate parecchie bottiglie, bevetele e poi mettetevi a guardare un’altra commedia soft-core “hillbilly” di Bethel Buckalew. È l’unica maniera per sopravvivere alla noia di una pellicola decisamente lenta e senza logica. 
Buckalew e il suo cinema bucolico, senza molte pretese e senza molti vestiti, spara alla velocità della luce, pellicole su pellicole, soprattutto nel biennio 1970/71 (ben quattro, su undici film diretti in carriera). 
E se per gli altri due “Country Cuzzins” e “Midnite Plowboy” possiamo dire che c’era una vaga trama a giustificare il tutto, in questo, non troviamo alcuna giustificazion...

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