Lisa e il diavolo

Lisa e il diavolo

 

Ad ogni modo devo confessare che personalmente preferisco i fantasmi ai vampiri e sì, li trovo… come dire? Li trovo più simpatici.

Scrivere di Mario Bava è sempre molto complesso. Perché tutto è il contrario di tutto, perché tutti dicono di tutto e ancora di più. E ne parliamo a piccole dosi, nonostante i suoi film esercitino su di noi sempre un grande fascino. Se ci mettiamo poi a scrivere di un film più che criptico, torturato dal suo produttore e “ritrovato” nella sua versione originale in italiano solo nel 2004, beh siamo alle prese con un’impresa quasi impossibile.
Quindi vogliate scusarci se in questo post non riusciremo a esprimere tutte le nostre sensazioni in merito.

Comunque siccome non c’è nulla di lineare in questa pellicola del 1973, vogliamo partire in maniera non ordinata e da una cosa che ci ha colpito molto. E cioè che “Lisa e il diavolo” ha un cast perfetto, che interpreta in una maniera meravigliosa una storia difficile dando vita a una serie di personaggi complessi e ottimamente strutturati. Il buon Terry Savalas nel ruolo di un sinistro maggiordomo che mangia lecca-lecca (cosa che poi ripropone per un suo ben più noto personaggio), la bella Elke Sommer vittima delle follie della storia, per meglio dire di Bava,Lisa e il diavolo la brava e sexy Sylva Koscina, una strepitosa Alida Valli nel ruolo di una contessa cieca e ancora Alessio Orano, Eduardo Fajardo e una piccola parte per Gabriele Tinti.

Le vicende di “Lisa e il diavolo” invece spiegano perché sia un film non così noto e non molto considerato nella grande filmografia di Bava. Nel 2004, cioè solo dopo trentuno anni “Sky” trasmette la versione originale in italiano, sparita da decenni. Un film quasi caduto nel dimenticatoio dunque, perché all’epoca nonostante la presenza in diversi festival non si trova nessun distributore interessato. Così Alfredo Leone, il produttore, che alcuni indicano nel ruolo di co-regista, ci mette le mani, aggiunge scene, taglia e crea “La casa dell’esorcismo”. Un film che dice Wikipedia (scusate se non l’abbiamo visto e non intendiamo farlo) racconta di Lisa che dopo aver visto un manichino con le sue fattezze, cade a terra, si ritrova in ospedale, dove manifesta di essere posseduta. E lì racconta la storia di Elena.
Una scelta terrificante quella di Leone, che cerca di seguire la scia de “L’Esorcista” e di vendere un lavoro di un regista di certo poco apprezzato all’epoca e di certo, qui liberissimo di spaziare in lungo e in largo.

E Bava, in effetti, con totale carta bianca, va oltre a tutto spaziando in territori difficili da decifrare, con citazioni e una marea di simbolismi. Secondo AlbeLisa e il diavolorto Pezzotta che ha scritto il libro “Il Cinema di Bava” per Castoro questa sarebbe “Una favola sull’eterno ritorno (…) dove gli eventi avvengono per caso, e proprio per questo, come voleva Nietzsche, sono redente dallo scopo e dalla razionalità“. Quindi una chiave di lettura sarebbe la vita, il destino. Ma non dimentichiamo che Bava amava anche beffare lo spettatore. A livello personale “Lisa e il diavolo” è uno di quei film che alla fine non abbiamo capito bene cosa abbiamo visto. Un po’ come la stragrande maggioranza delle persone, pure quelle che pensano d’aver capito tutto (e non parliamo di Pezzotta).

Una pellicola proprio per questo affascinante e libera a ogni interpretazione. Esteticamente il maestro Bava seppur esageri con gli zoom (un centinaio riportano varie fonti) esegue come il solito, un ottimo lavoro grazie anche alla fotografia curata dallo spagnolo Cecilio Paniagua e alle ottime musiche di Carlo Savina. Il tutto, come già detto, si sposa con l’ottima interpretazione dei protagonisti tra i quali potevano esserci Anthony Perkins (nel ruolo di Max), Bette Davis nel ruolo dellaLisa e il diavolo contessa e Burt Lancaster.
Un film che ha anche ispirato altri lavori, come “Buio Omega” del buon D’Amato che ripropone quasi fedelmente una scena.
Toledo, Madrid e l’aeroporto di Barcellona sono le tre location, rese livide e minacciose dalla storia scritta dallo stesso Mario Bava. Lisa (Elke Sommer) fa parte di un gruppo di turisti che dopo aver ammirato un dipinto raffigurante un demone calvo, si addentra da sola nelle varie stradine ed entra nella bottega di un artigiano che costruisce statue di legno raffiguranti persone. Lì dentro trova un personaggio molto simile al demone del dipinto.
Ormai staccata dal gruppo, è costretta a chiedere un passaggio a una ricca coppia composta da Sophia (Sylva Koscina) e da Francis (Eduardo Fajardo). La loro auto guidata da George (Gabriele Tinti) ha un problema meccanico ed è costretta a fermarsi presso una grande villa. Il maggiordomo che li accoglie è la stessa persona che Lisa ha visto nel negozio e si chiama Leandro, interpretato ovviamente da Telly Savalas.

La casa è abitata da una contessa cieca (Alida Valli) e da suo figlio Max (Alessio Orano). E lì dentro soprattutto iniziano ad accadere strani fatti. Gente che muore violentemente ma che poi torna in vita, momenti di mistero e manipolazioni di Leandro che si diverte a muovere dei manichini a grandezza naturale. Lisa che ricorda la defunta moglie di Max finisce al centro di questo intrigo che si conclude con una scena bellissima. Lei fuggita dalla casa sale su un aereo e scopre di essere da sola con il pilota Leandro. E non c’è altro da aggiungere.

Lisa e il diavoloScheda Tecnica
Titolo originale: Lisa e il diavolo
Titoli Alternativi: Lisa y el diablo (Argentina), Lisa e o Diabo (Brasile), Lisa und der Teufel (Germania), El diablo se lleva los muertos (Spagna), Paholaisen kourissa (Finlandia), Lisa et le diable (Francia), I Lisa & o Satanas (Grecia), Il diavolo e i morti (Italia), Besatt av djevelen, Før natten er omme…(Norvegia), Lisa és az ördög (Ungheria) ,Lisa och djävulen (Svezia), Дом Дьявола (URSS), Lisa and the Devil (USA, Internazionale)
Anno: 1972
Nazione: Italia, Spagna, Germania
Regia: Mario Bava
Cast: Telly Savalas, Elke Sommer, Sylva Koscina, Alessio Orano, Gabriele Tinti, Alida Valli, Eduardo Fajardo
Casa di produzione: Euro American Produzioni Cinematografiche, Leone International, Roxy Film
Durata: 95’

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