I morti non muiono

I morti

non muiono

Il mondo è perfetto. Apprezza i dettagli

Siamo così materialmente attaccati ai lavori di Jim Jarmusch che ci aspettiamo che ogni volta sforni un capolavoro, perché altrimenti non va bene. Se ci trasformassimo in zombie, probabilmente andremmo in giro a mordere e a dire “Jarmussssch”. Come fanno i suoi zombie. Risorgono e camminano ripetendo le cose cui erano legati (leggi schiavi) nella vita.
Un’anziana senzatetto che ripete “Chardonay”, morti che camminano con il cellulare in mano, bambini che assaltano un negozio di caramelle, due tizi che girano dicendo “coffeee”. Siamo già morti in vita? Il materialismo, essere ossessionati da un qualcosa cui diamo troppa importanza. Questo è uno dei messaggi dell’ultima fatica del geniale regista indipendente, che aggiunge una morale ecologista citando il fracking e la deriva climatica del pianeta (sì Trump, si parla della tua politica) senza contare che i suoi non morti non sprizzano sangue ma nuvolette di cenere. Un film politico, un film ecologista.

Tornando ai “doveri” che attribuiamo al regista di Akron, devo dire che qui non è nella forma migliore ma la sua maggior colpa è di aver generato involontariamente un hype enorme.
Grandissime aspettative dovute a un tema caro al pubblico (gli zombie dico) e soprattutto a un cast da urlo: Bill Murray, Adam Driver, Steve Buscemi, Tom Waits, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Selena Gomez, RZA, Danny Glover e il grandissimo Iggy Pop. Aspettative in parte disattese, come detto, ma siamo comunque in un lavoro che è al 100% alla Jarmusch.
Ritmo lento, quei dialoghi persi tra silenzi e imbarazzi e quell’ironia sottilissima al servizio di una trama surreale e assurda, con un messaggio piuttosto importante.

Centerville, paese con 738 abitanti è il solito sonnacchioso borgo di provincia, in cui la polizia ha a che fare con un furto di un pollo, di cui il maggiore indiziato è Bob, un eremita che vive nei boschi ed è interpretato dall’ottimo Tom Waits, che funge anche un po’ da narratore.
Il mondo però è sull’orlo della catastrofe. Il fracking ha sì, creato dei posti di lavoro, ma ha anche modificato l’asse terrestre e la velocità di rotazione del pianeta. E probabilmente questi cambiamenti permettono ai morti di uscire dalle loro tombe. I primi assalgono il bar locale al grido di “coffeee”, sono in due, e hanno le facce quasi decomposte di Sara Driver e del leggendario Iggy Pop, in un divertentissimo cameo.
A fronteggiare troviamo una serie di personaggi che rappresentano tutta la società. I tre poliziotti di Centerville, interpretati da un ottimo Adam Driver, che ripete che “qui finirà male” e che va in giro con il portachiavi di “Star Wars”, da un’impaurita Chloë Sevigny e dal sempre divertente (ma anche lui non al top della forma) Bill Murray. Lo zotico razzista del paese di certo non manca e Steve Buscemi riesce a rendere bene un personaggio fiero del suo credo e del suo cappellino con scritta “Make America White Again” (il cui riferimento è inutile da sottolineare). E ancora, il ferramenta locale, interpretato da Danny Glover e il nerd di turno che tutti chiamano Frodo, Bilbo o Harry Potter e il cui nome è Bobby Wiggins, interpretato dal bravo Caleb Landry Jones. La carne da cannone obbligatoria in tutti i film sugli zombie, qui rappresenta una parodia dell’horror, ed è composta da un gruppo di tre ragazzi, di cui fa parte Selena Gomez, che finiscono a Centerville su un’auto che “fa molto Romero” (gli dicono).
Ma il personaggio più strano e assurdo, più alla Jarmusch, è quello interpretato dall’ottima Tilda Swinton, che qui veste i panni di una becchina che sembra uscita un po’ da “Kill Bill” e un po’ da uno sci-fi. Un personaggio inquietante e misterioso.

La storia però a un certo punto soffre di un calo di idee e sfocia addirittura in un momento di meta-cinema, di cui sinceramente non ho capito l’utilità e che anticipa un altro momento veramente assurdo. Un paio di minuti che a modestissimo parere cancellerei ma a parte questo, Tom Waits riprende in mano tutto e ci porta all’unico finale possibile, un finale, forse non originale, ma che chiude bene la storia.

Sebbene ricordi fotografie migliori nella filmografia di Jarmusch, come sempre il regista a livello tecnico è impeccabile. Ma su questo non c’erano dubbi.
Un consiglio, cercate di vedere la versione originale. Il doppiaggio in italiano non è granché.

Scheda Tecnica
Titolo originale: The dead don’t die
Titoli alternativi: Os Mortos Não Morrem (Brasile), Les morts ne meurent pas (Canada), Mrtví neumírají (Rep.Ceca), The Dead Don’t Die (Francia, Germania), I morti non muoiono (Italia), Truposze nie umieraja (Polonia), Os Mortos Não Morrem (Portogallo), Мертвые не умирают (Russia), Los muertos no mueren (Spagna)
Anno: 2019
Nazione: USA/Svezia
Regia: Jim Jarmusch
Cast: Bill Murray, Adam Driver, Tom Waits, Tilda Swinton, Chloë Sevigny, Selena Gomez, RZA, Danny Glover, Iggy Pop, Sara Driver, Steve Buscemi, Caleb Landry Jones
Casa di produzione: Animal Kingdom, Film i Väst
Durata: 105’

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